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Aveva sistemato tutte le sue cose ed ora non gli restava che partire ma perché tutto d'un tratto era così restio a farlo?
Perché tutto d'un tratto non riusciva a scendere quelle scale? Eppure erano state così tante le volte in cui lo aveva sognato.
Prendere poche cose partire e non tornare mai indietro, vivere di stenti e sudore della propria fronte ma vivere felice.
Ed ora eccolo lì impuntato sul primo gradino con zaino in spalla senza riuscire a fare il primo passo.
Si sentiva veramente patetico in quel momento.

- Che fai fermo qua? Non parti più? -

Mamma è qui.
Non si voltò subito perché non sapeva bene cosa dirle, come spiegarle che per lui lì non c'era spazio e che quella non era la sua vera casa. Non sapeva dirlo senza ferire i suoi sentimenti di madre e donna.
Era incredibile come lei lo conoscesse però, altre volte lo aveva visto con lo zaino in spalla ma mai gli era stata posta quella domanda. Pensava di esser il solo sveglio in quella casa e credeva di aver scelto il giorno giusto per non esser fermato da alcuno ma ora lei era lì, ed era evidente che avesse sbagliato i calcoli.

- Perché dici che parto? -

Angelica sorrise e si avvicinò al figlio.
Lo fece girare verso di lei e con una mano gli accarezzò il volto ispido di barba.
Si perse negli occhi ambrati del figlio.
Voleva che partisse? No.
Voleva che lui intraprendesse un viaggio per chissà dove tutto solo? No.
Ma lo voleva felice e sapeva bene che quella casa, quella terra ed anche lei stessa quella felicità non potevano dargliela.

- Perché il figlio muto lo capisce la mamma -

Lui sorrise perché la sua di mamma era qualcosa di unico e raro.
Non aveva neppure per un secondo provato a fermarlo o quantomeno a distogliere l'attenzione da quella che doveva essere una fuga. Si sentì un po' uno schifo per aver pensato anche solo per un attimo di voler andare via nel completo silenzio, senza salutare l'unica persona che da sempre aveva creduto in lui.
Si sentì un cretino per aver dubitato di lei.
Rispose a quelle carezze avvicinando il viso.

- Che dici? Tornerò sano e salvo? -

- Mio figlio è uno in gamba, sono più che sicura che ci riserverà delle meravigliose sorprese -

Sentirla così fiera di lui gli fece venire le lacrime agli occhi ma orgoglioso com'era trattenne il fiato e distolse lo sguardo pur di non piangere. A lei venne da ridere perché in quei gesti rivide qualcun altro, una persona che non poteva essere taciuta oltre.
Javier si abbassò per abbracciarla e lei lo strinse così forte da fargli quasi male.
Ora non aveva più paura di andar via, i suoi piedi erano perfettamente in grado di scendere quelle scale e raggiungere il porto prima che fosse giunta definitivamente l'alba.
Entrambi socchiusero gli occhi ma la donna iniziò a piangere silenziosamente, anche se quello era un arrivederci lì si trattava del suo bambino che iniziava a camminare sulle proprie gambe.

- Perché piangi mà? -

Lei si asciugò le lacrime con la manica della vestaglia, perché in situazioni del genere non aveva mai un fazzoletto a portata di mano, e gli sorrise nuovamente.

- Perché ho sempre saputo che saresti partito ma comunque sono stata così brava da riuscire a tenerti diciott'anni qui con me -

Lui la abbracciò ancora, stavolta quasi togliendole il respiro.
Era impossibile stare arrabbiati con lei, l'amore che riusciva a darti quella donna era qualcosa di inaudito.
Aveva imparato che quello era il modo, l'unico modo, di amare qualcuno o qualcosa grazie a lei. Tutto quello che conosceva o che aveva sperimentato in vita sua era stato grazie a lei.
Le sussurrò un grazie ed in cambio ricevette una pacca sulla spalle ed un  - smettila che sennò mi fai piangere di nuovo - .

Lo guardò ancora e con le mani gli sistemò la bandana tra i capelli.
Chiuse gli occhi e le sembrò essere trasportata in un'altra dimensione.
Fu proprio come tutte le altre volte.
La bandana che non stava dritta o che non teneva tutto quell'ammasso di capelli, lui terribilmente seccato da doverla sistemare ancora ed ancora perché cadeva in continuazione in avanti e lei costretta come al solito a pensarci.
Fu come aggiustarla a Jack.
Tirò poi fuori dalla tasca della vestaglia una striscia di merletto, lui la guardò scettico ma la lasciò fare perché "quello che fa mamma ha sempre un senso anche se apparentemente un senso non lo ha".
Gliela legò al polso sinistro.

- Non toglierlo mai, promettimelo Javier -

Spaventato di tutta quella serietà annuì con vigore.
Sfilò poi la catenina con l'anello che portava al collo e glielo porse in modo che lo indossasse di fronte ai suoi occhi.
Lo mise al medio in modo da dover fare il gestaccio ogniqualvolta qualcuno lo avrebbe voluto osservare meglio.
In quel modo chiunque sarebbe stato lontano o quantomeno intimorito da lui se non come figlio di Sparrow quantomeno come nipote di Barbanera.
Se la sarebbero visti con la sua furia di madre arrabbiata se al suo bambino fosse accaduto qualcosa.

- Dove vuoi andare come prima tappa? -

- Mi sembra logico Tortuga! -

Lei scosse la testa ridendo e ricordò le parole di Alain in quella famosa notte
"Le sang est quelque chose d'important, n'est-ce pas?"
e non c'erano più modi di poter nascondere quella somiglianza, se Jack fosse stato libero da qualche parte lì fuori sicuramente l'avrebbe riconosciuto e sicuramente lo avrebbe poi aiutato a riconoscersi in qualcosa.
Soltanto Sparrow avrebbe saputo confortarlo ed aiutarlo in quella crisi adolescenziale.
Soltanto lui avrebbe scelto Tortuga come prima tappa di un viaggio!
La salutò baciandole la mano e corse a perdifiato lungo le scale, l'avventura lo aspettava e non avrebbe tardato oltre a raggiungerla.

- È un ragazzo sveglio riuscirà a cavarsela sta tranquilla -

Lei si girò inorridita, quel figlio di puttana erano diciotto anni che provava a rivolgerle la parola e puntualmente lei gliela negava.
Era stato già fortunato che non fosse morto per mano della sua stessa sorella.
José Teach per tutto quel tempo era stato al servizio della famiglia perdendo ogni diritto ed ogni onore come aveva comandato la stessa Angelica.
Aveva visto crescere i suoi nipoti senza poter far parte della loro vita, aveva sperimento la sofferenza, la solitudine.
Era vecchio, stanco e sopratutto pentito ma lei glielo aveva giurato sullo stramaledetto sangue che scorreva nelle loro vene che non glielo avrebbe mai perdonato quindi lui si sforzava più che poteva di riuscire a starle accanto senza essere ossessivo.
Jack Sparrow l'aveva veramente cambiata, la sua sorellina non gli avrebbe mai e poi mai tenuto il broncio per così tanto tempo.
Forse si amavano davvero così tanto ma il punto era un altro, valeva la pena?
Valeva la pena di patire così tanto?
Per tutti quell'uomo era morto ma lei era l'unica che aspettava ancora l'agoniato ritorno, l'unica che ci credeva ancora.

- Javier è figlio di due pirati lui non ha bisogno di cavarsela, è già bravo -

In alto mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora