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Richiuse la porta dietro di sé e vi rimase poggiato perché le gambe non riuscivano più a sostenerlo.
Lei gli dava le spalle e se ne stava seduta sul letto completamente sola.
Guardava, attraverso le grandi vetrate, il mare che mai come quella sera sembrava essere una cosa sola con il cielo.
I due si distinguevano solamente per la vasta presenza di stelle che benedicevano Jack nel fare una cosa sensata per la prima volta nella sua vita.
Portava i capelli più corti dell'ultima volta in cui l'aveva vista, erano sempre mossi ma di un color mogano.
Senza alcun dubbio il suo aspetto non aveva fatto altro che migliorare col tempo.
L'unica luce che c'era in quella stanza era quella che proveniva di fuori e nonostante ciò lui la riusciva a vedere.
C'era silenzio, tanto silenzio.
A tal punto che il respiro pesante e rumoroso del pirata si mischiava a tratti con quello della donna che era calmo e pacato.
Come una musica.
Come se uno fosse il proseguimento dell'altro.
E Chopin ne avrebbe potuto suonare di sinfonie ma nessuna sarebbe stata all'altezza di quel momento.
Jack si staccò dalla porta rumorosamente ma lei non si mosse neppure di un millimetro.
Sperò con tutto se stesso che lei stesse aspettando soltanto il momento giusto per farlo fuori o per riempirlo di cattiverie perché una situazione del genere con lei era facilmente gestibile.
Ma allora non riusciva a spiegare tutta quell'ansia che aveva nel corpo.
Dopotutto lui la conosceva, lui l'aveva resa donna.
Si levò il cappello e raccolse i capelli con la bandana perché ad un tratto in quella camera da letto c'era tutto il caldo di questo mondo.
La sentì sbuffare e fu sicuro che stesse sorridendo.
Si avvicinò di poco cercando di contenere la sua ansia e sopratutto senza inciampare in qualcosa rischiando di rovinare il momento.

-Niño lindo ¿ Eres tu?
Oh seguro, ciao Jack.-

A Sparrow cadde il cappello dalle mani e con esso anche le braccia.
L'aveva riconosciuto nonostante non l'avesse visto arrivare.
Non sembrava arrabbiata o con istinti omicidi e questa cosa fece entrare nel panico il pirata.
Era incredibile di quanto fosse stato calmante per lui il suono di quella voce.
Si andò a sedere accanto a lei sul letto, si posizionò sul fondo e al contrario di come aveva programmato di fare, guardò dritto davanti a sé, proprio dove guardava lei.
Entrambi non si degnarono nemmeno di uno sguardo.
Forse perché avevano passato anni ed anni a fissarsi, studiarsi, guardarsi quindi qualche ruga o un nuovo taglio di capelli non avrebbero distorto di certo il quadro che avevano dell'altro.

-Angelica...-

Lo disse con voce roca in due sussurri.
La lingua quasi si era strascinata sotto al palato e le labbra avevano mostrato un timido sorriso, uno di quelli veri che sempre più raramente riuscivano a formarsi su quel viso.
Tese la mano lentamente verso quella di Angelica chiusa a pugno e piano piano gliela sciolse accarezzandone le nocche.
Le cadde lo sguardo su quel gesto mentre a lui cadde lo sguardo tra gli occhi di lei ma senza sapere ne come era successo ne quando, Jack si ritrovò con cinque dita su entrambe guance.

-Stavolta me lo sono meritato-

Si massaggiò il viso cercando di capire se avesse avuto qualche frattura alla mascella.
Aveva la solita grazia e delicatezza che di certo si addiceva ad una donzella in quelle mani.

-Stavolta?-

Si girò sbottando lei.
Ecco che mandava al diavolo tutta la calma e la compostezza con cui l'aveva accolto.
Non poteva farci niente, l'unica persona in grado di farle girare tutto il sistema solare era lui.

-Le ultime venti volte che sarà mai!-

Angelica lo guardava e più lo guardava più cercava di capire cosa non andava in lui.
Che tradotto in parole povere era:
È scemo perché ha qualche deficit mentale oppure perché è scemo proprio di suo?
Lei cercava di non menarlo ma lui proprio certe cose non le capiva e se le tirava dalle mani cosicché quando uno lo picchiava si sentiva soddisfatto o almeno finché non riapriva la bocca per chiedere
" E quello per cos'era? Cos'altro ho fatto di male?"

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