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Attenzione il capitolo contiene un linguaggio offensivo e scene forti.
Ricordiamo che qualsiasi tipo di violenza è sbagliata e perciò deve essere adeguatamente punita dalla legge

Il pianto di Javi spezzò quella notte già triste di per sé, i due si guardarono fissi negli occhi cercando di ricordare a chi toccava ed Angelica scese dal letto; indossò la camicia del pirata e poco dopo scomparve nell'oscurità del corridoio.
Jack dopo essersi sfogato si sentiva finalmente libero e pervaso da una strana felicità, si distese nuovamente aspettando che Angelica riuscisse a calmare il piccolo.

Provò a chiudere gli occhi ma non riusciva a rilassarsi perché quel pianto era più forte anche dei suoi stessi pensieri.
Javier non piangeva mai così, era un bambino tranquillo che si limitava a qualche strilletto giusto per far capire cosa desiderava in quel momento; un pianto del genere in due mesi lui non l'aveva mai sentito, che fossero i denti?
Ma era impossibile, troppo piccino per sentire il dolore dei primi denti.
Quelle erano per forza sue paranoie da padre sì, stava definitivamente diventando un padre iperprotettivo; però forse ad Angelica serviva una mano per farlo smettere... dopotutto non si è mai abbastanza!

Si rivestì cercando gli indumenti nel casino di quella stanza, era stato davvero bello creare quel casino.
Dalla loro camera a quella del piccolo c'erano soltanto pochi metri di distanza ma si affrettò lo stesso.

Mise il piede in qualcosa di liquido, dell'acqua ma più viscosa, sangue.

- Le sang est quelque chose d'important, n'est-ce pas? -

Nella stanza di Javier c'erano una ventina di uomini in divisa ma Jack era sicuro che quella voce, così maledettamente familiare, appartenesse all'uomo girato di spalle con il volto rivolto verso la finestra.
Era tornato dall'inferno in cui era stato dimenticato ed era più cattivo che mai.
Si girò per cercare la sua donna immaginando già il peggio per tutto quel sangue.
Per la prima volta in vita sua non aveva la più pallida idea di cosa fare, non era più il passero Jack che poteva volare via da ogni responsabilità; per quanto Angelica sapesse badare a sé lui continuava a preoccuparsi, figuriamoci ora per il piccolo...

- Jack, sei qui? -

Sentì la sua voce da un angolo della stanza e si precipitò verso di lei, o almeno cercò di farlo perché i soldati gli puntarono tutti la pistola addosso
- Azzardati a muoverti Sparrow e sparo una pallottola in testa al piccolo. Che poi questo per forza doveva essere figlio ad uno sputo di uomo come te, guarda come piange da dannato -
Rimase immobile ma la cercò con lo sguardo, lei cercò di sorridere ma le uscì una smorfia di dolore che non fece altro che amareggiarlo. Angelica avrebbe voluto dirgli "amore sto bene, non pensare a me" ma non riuscì ad emettere nemmeno un gemito di dolore, le parole le morirono letteralmente in gola.

Il pirata voleva scomparire nel vuoto per l'assurdità di quel momento, la sua vita era sempre stata una barzelletta ma ora si stava trasformando in una ilarotragedia e la cosa non era per niente divertente.
Tutto e tutti si prendevano gioco di lui, cosa cazzo avrebbe dovuto fare adesso? Come doveva comportarsi? A chi avrebbe dovuto pensare prima, la sua donna o suo figlio?

Lei era seduta anzi scaraventata a terra, con entrambe le gambe sanguinanti impossibilitata di alcun movimento; che razza di uomo poteva mai essere un uomo che faceva del male alla donna che diceva di amare? La rabbia che gli poté salire in quel momento fu qualcosa di allucinante che per poco non gli annebbiò il giudizio.
Si ricordò però che in quel momento non aveva la possibilità di sbagliare, nessuno gli avrebbe dato una seconda chance.

Gli venne da ridere in quel momento perché solo un secondo prima Angelica gli aveva dato del pazzo per averle dato istruzioni in caso dovessero separarsi.
Stava diventando strabico e pazzo per cercare di guardare contemporaneamente la sua donna e il loro bambino.
Era fottuto.
Non aveva armi con sé e lì dentro logicamente non c'era nulla per la sicurezza del piccolo.
Era fottuto.

- Il sangue è importante Sparrow! Il sangue che scorre nelle vene di questo qui doveva essere mio. Tutto questo doveva essere mio, tutto quello che tu mi hai rubato è di mia proprietà compreso quella puttana lì terra e questo bambino; ma io ti perdono Jack! Ti perdono sai? Perché sono venuto a riprendermelo in un modo così bestiale che tu non potrai fare altro che desiderare di esser già morto ma tranquillo Jack... tranquillo ti ho già prenotato un posto all'inferno dove la tua bella ti guarderà arrivarci poco a poco -

I soldati di Alain si divisero in due gruppi, c'era chi lo teneva sotto tiro e chi procedeva nel combattimento corpo a corpo. Ebbe il solito istinto di fuga ma gli bastò una veloce occhiata in giro nella stanza per ricordare il motivo di quella scelta folle di restare lì, con i piedi saldi e la testa sulle spalle.

Il generale francese si avvicinò alla donna che prontamente gli girò la faccia, non riusciva a capire come un tempo aveva fatto ad apprezzare le attenzioni di quella bestia. Le sfiorò il profilo con la punta delle dita e le ordinò di guardare nella direzione di Jack
- Sadico figlio di puttana che non sei altro, lascia stare la mia famiglia -
Lei lo urlò con tutta la forza che aveva in corpo ed appena vide le mani del francese avvicinarsi al suo volto cercò di proteggersi come meglio poté.
Quello che Alain voleva mostrarle era come l'uomo a cui aveva donato tutta se stessa in quel momento non era altro che un perdente. Ma era difficile per Jack rimanere concentrati in quella situazione, con le urla del piccolo e la stessa Angelica disarmata e con le spalle al muro che veniva picchiata, era difficile anche perché i soldati aumentavano sempre di più in numero ed ormai circondavano l'intera villa.

Jack sperò che Angelica non rivolgesse mai lo sguardo verso di lui perché non avrebbe combattuto più, si sarebbe sacrificata ancora una volta per salvargli la vita e questo non poteva permetterlo.
Non avrebbero avuto ancora l'ennesima occasione per essere felici, nessuno gliela avrebbe concessa.

- Angelica te lo giuro che se non lo guardi gioco alla roulette russa con tuo figlio -

Prese la pistola da fodero e con una freddezza inaudita sparò tre colpi verso la culla di Javier. Soltanto uno partì dalla canna della pistola ma colpì il muro, quello era un avvertimento, un modo per dire che della vita di quel piccolo lui se ne sbatteva.
Angelica tremò dalla paura e dall'orrore e con una minaccia così forte gli diede quello che desiderava, guardò Jack ormai sopraffatto. Iniziò a pregarlo di smettere quel crimine contro l'uomo che avrebbe fatto qualunque cosa purché la smettesse di fargli del male.

- Angelica mi fa piacere che finalmente stai tornando in te ma cara non posso lasciarlo vivo perché lui combatterà sempre per portarti via da me, e noi non lo permetteremo vero? Ma non preoccuparti per ora lo dobbiamo lasciare vivo perché sta per arrivare una sorpresina graditissima -

Aveva così il terrore che perfino le lacrime smisero di scorrerle lungo le guance, lo fissava così immobile che lei stessa si spaventò di quella reazione.
I soldati colpivano Jack con qualsiasi cosa avessero tra le mani facendogli perdere molto sangue, quando usavano le mazze era per lui come trattenere il fiato sott'acqua e non riuscire più a risalire in superficie.
In un eterno loop.
Era un inferno.
Ormai anche solo respirare gli faceva del male e soltanto quando Alain fu sicuro di averlo lasciato mezzo morto lì terra fu soddisfatto.

Nel frattempo un uomo si appoggiò quasi con timidezza sulla porta, guardò ripetutamente la culla con il piccolo e la donna che pur avendo le gambe totalmente insanguinate pregava inginocchiata il francese di farlo smettere. Il suo sguardo poi cadde sul corpo martoriato di quel povero Cristo e solo in quel momento si sentì dannatamente in colpa.
Che cazzo aveva fatto?

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