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Aprì la bocca ma non ne uscì neppure un suono, cercò di allungare la mano verso di lei ma aveva il corpo bloccato.
Lei prese velocemente la sua roba e la bottiglia di vino rosso semi piena che stava sul tavolo e andò via senza degnarlo di uno sguardo.
Lui si tolse la giacca e aprì velocemente la camicia di qualche bottone.
L'aria gli mancava, il cuore pompava così forte il sangue che sentiva quel dannatissimo rumore in testa ogni secondo esatto.
Alla gola aveva un magone che non lo faceva respirare.
Sudava freddo e le mani avevano continui spasmi.
Le orecchie gli fischiavano e credette di perdere l'uso delle gambe.
Farneticava cose senza senso.
Edward impallidì, mai in ventisette anni aveva visto il suo ragazzo in quelle condizioni perciò si precipitò al suo capezzale per aiutarlo in qualche modo.
Gli si bloccò il respiro e gli poggiò una mano sul petto cercando di infondere sicurezza.
Jack spostò lo sguardo su di lui ma ebbe l'impressione che non lo stesse guardando realmente pur fissando nella direzione della sua faccia.
Gli accarezzò i capelli come quando da bambino doveva restargli accanto fino a notte inoltrata a parlargli perché Jack aveva paura del silenzio e non si addormentava se non c'era almeno un rumore a tenergli compagnia.
Nella paura di quel momento rivide se stesso in ogni momento con Jack.
Da quando lo cullava a quando gli sembrava un piccolo ubriaco perché stava imparando a camminare.
Sorrise inconsciamente perché ricordava tutte le sere passate a giocare con lui ed ad insegnargli tutto quello che la vita gli aveva fatto capire fino a quel momento.
Ripensò a tutte le volte in cui gli aveva retto il gioco che si trattasse di un biscotto rubato all'età di cinque anni o di cento monete d'oro a quindici.
Respirò l'odore di Jack e ripensò a quando gli insegnò a farsi la barba senza dissanguarsi o a quando in una sera d'estate lui gli chiese la prima sigaretta.
Guardò la camicia sporca di vino rosso e si commosse pensando che Jack aveva ancora tre anni e che forse sarebbe stato sempre il suo mocciosetto.
La mano destra scese fino a quella macchia ormai asciutta e ripensò a tutti i momenti condivisi davanti ad un bicchiere di rum!
Guardò fisso Jack ed i polmoni credettero di non farcela più, non sopportava tanto dolore per quello stupido del figlio.
Anche se lo meritava.
Anche se Angelica aveva maledettamente ragione...
Edward aveva capito dove la mente di Jack stava andando a parare ed in maniera ferma gli prese il mento tra due dita della mano destra, tenendo sempre la sinistra ferma sul cuore costringendolo ad ascoltare.

- Hai fatto un casino è vero ma da ogni casino puoi sempre trarne qualcosa, non si è ancora sposata e se davvero la vuoi puoi sempre andare a riprendertela.
Se si sposa sarai un ottimo amante, funzioni meglio nelle cose segrete.
Ti urlerà contro? Piangerà? Ti ammazzerà di botte?
Non fa niente, perché tu starai là a chiederle scusa.
A dirle che la ami, che senza di lei non puoi vivere perché il tuo organismo funziona soltanto quando lei è nei paraggi.
Se ti rifiuta? Ci avrai provato, sarai diventato migliore -

Jack riprese a respirare correttamente ed ora Edward era sicuro, lui lo stava guardando per davvero.
Piano piano la situazione stava tornando sotto controllo ma del vecchio Jack allegro e spassoso non c'era nemmeno più l'ombra.
Ora provava soltanto un grande freddo.
Stavolta era sicuro, Angelica sarebbe stata doppiamente più determinata a sposare il coso e suo padre non avrebbe mai più voluto saperne niente di lui.
Il cuore di Jack fece metaforicamente un rumore bruttissimo sotto la mano del Boss che credette di cadere quando vide ancora in quelle iridi puro terrore.

- Mi dispiace papà, non importa quanti cazzo di anni ho...
Continuo a deluderti e deluderti... -

Papà.
Erano minimo nove anni che non meritava nemmeno di essere chiamato più per nome ed ora c'era di nuovo papà.
Forse fu per quella nuova speranza o perché sotto sotto era un inguaribile ottimista ma sorrise a Jack accarezzandogli i capelli.
D'un tratto si rivide in lui.
Gli diede una pacca sulla spalla e gli offrì una sigaretta sedendosi ora sulla sedia precedentemente occupata da Angelica.

In alto mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora