Capitolo 28. I ricordi di un tempo.

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Mi precipitai ad uscire immediatamente dalla stanza delle ragazze per capire cosa stava succedendo.

Quelle urla erano di Justin.
Era molto arrabbiato, e di colpo entrò nella loro stanza dove stavo cercando di calmarle e di farle ragionare.

<< Avete davvero rotto! Se volete fare casino lo fate a casa vostra!! In questa colonia ci sono delle regole da rispettare e se sento un altro rumore chiamo il direttore e vi faccio mandare via ognuno nelle proprie case. Sono stato abbastanza chiaro?!? >>, urlò Justin.

Non lo avevo mai visto così furioso prima d'ora.

<< Scusa se ho urlato così forte Luna, ti ho spaventata? >>

<< No, tutto a posto. Se non c'eri tu a lanciare quell'urlo, forse a quest'ora finivo io dal direttore come una disperata. Grazie Mille Jus! >>, lo ringraziai con un sorriso.

Justin ricambiò con un cinque sulla mia mano destra scendendo dalle scale.

<< Siamo una squadra forte Luna! >>

<< Sì.. >>

La situazione si era finalmente calmata.

**
Il pomeriggio lo passai tranquillamente a badare i bambini in spiaggia mentre stavano sguazzando in acqua beati.

I balli di gruppo arrivarono subito e dopo un movimento a destra e uno a sinistra tornammo nelle nostre stanze per una doccia sbrigativa prima di andare a cena .

Una volta entrata in doccia mi lavai i capelli con il mio shampoo preferito alla camomilla, districai bene con un pettine a denti larghi i nodi ed infine insaponai accuratamente tutto il mio corpo con il mio bagnoschiuma ai mirtilli. Uscita dalla doccia presi il mio accappatoio viola e andai nella mia stanza dove non trovai nessuno.
Mi asciugai immediatamente il corpo e dopo aver indossato l'intimo, presi una camicetta a maniche corte di colore blu dal mio armadietto, un paio di pantaloni neri e delle scarpe da passeggio.
Mi asciugai i capelli con il phon mentre con la spazzola pettinai il mio ciuffo ribelle.

Mentre stavo finendo di prepararmi ci furono delle urla da parte di alcuni ragazzi lungo il corridoio.

<< Sono stato prankato ragazzi non ci posso ancora credere, OhmioDio! >>, iniziò a gridare ad alta voce un ragazzino.

Poi di colpo..il silenzio.

Durante la cena, avevo servito la cotoletta con le patatine fritte.

Stavo riempiendo la brocca con dell'acqua fresca da bere tutte insieme, fino a quando notai che nel mio gruppo una ragazza non si sentiva molto bene.

Aveva la pelle pallida e sudava freddo, così raggiunsi Eleonora nel tavolo dello staff dove stava iniziando a mangiare.

<< Scusa Ele, lo so che non è un buon momento, ma nel mio gruppo c'è una ragazza che non si sente molto bene. È abbastanza pallida e penso che abbia qualche linea di febbre >>, le dissi tutto d'un fiato preoccupata.

<< Hai fatto bene a dirmelo Luna, riesci a portarla da me in ambulatorio? Due minuti e arrivo subito >>, mi tranquillizzò con la sua voce dolce.

La ragazzina aveva la febbre molto alta, da non poter venire con noi alla passeggiata serale.

La tappa che avevamo deciso con tutti i colleghi era il parco giochi.

In fila per due andavamo verso l'entrata e la prima cosa che aveva attirato la mia attenzione erano alcune luci appese a degli alberi.
Il parco era pieno di giostrine e di chioschi dove i bambini potevano divertirsi e abbuffarsi. Alla mia destra trovai le auto da scontro e alla mia sinistra il tappeto elastico dove i bambini saltellavano in alto come pazzi.

L' estate sulla Pelle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora