Cap. 11

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N: "fateme cantà
Pe' l'amici che ho lasciato ar parcheggio
Io che quasi me ce sento in colpa
de ave' avuto sto sporco successo
che amico sul palco e t'ammazza nel resto"
continua a cantare in romano
N: " Fateme cantà
che a ste cene co questi in cravatta, parlo a gesti, nun so la loro lingua, eh
Fateme cantà
Pe' quel tizio che nun c'ha più er nome
Sta per strada, elemosina un core
Pe' quel padre che se strigne l'occhi
Davanti a so figlio pe' proteggeje i sogni, oh
Fateme cantà
Pe' sti gatti che aspettano svegli
Un motore pe' starsene caldi
Pe' i ricordi che me spezzano er sonno
E a letto me fanno girà come un matto
Un matto, un matto!!"
ha gli occhi chiusi e decido velocemente di fargli una foto.
finisce di suonare e scrive velocemente sul foglio, ogni tanto beve un po' di birra e torna a scrivere.
mi alzo e vado giù e quando, dopo un'oretta torno in camera, lo trovo sdraiato sul letto che dorme.
sorrido e guardo i fogli e gli spartiti che ha lasciato sulla pianola.
leggo e mi scende una lacrima.
è una canzone in dialetto romano e descrive tutto quello che Niccolò odio e ama allo stesso tempo, il successo che ti strappa via le persone che ami ma ti porta ad aiutare altre persone, racconta del suo quartiere, del parchetto dove mi ha portata stasera, delle cene di affari, quando lui vuole solo fare musica.
improvvisamente mi sento abbracciata da dietro e due labbra calde si possano sul mio collo
N: "non piangere piccola"
mi giro a guardarlo
Io: "mi emoziono sempre quando si tratta di una tua canzone"
N: "grazie"
Io: "ma come ti vengono?"
si stacca e incrocia le mani dietro la testa
N: "è da un po' che mi girava in testa, avevo bisogno dell'occasione giusta per buttarla fuori"
mi guarda e scoppia a ridere
Io: "che c'è?"
N: "sei bellissima"
mi abbraccia e mi stringe a sé
Io: "grazie"
N: "resti stasera?"
mi tende la mano e la afferro, mi attira a se e mette una mano sulla mia schiena come se ballissimo
N: "resti di sera? che fuori piove e non ho voglia di altro stasera"
chiudo gli occhi e appoggio la testa sulla sua spalla lasciandomi cullare dalla sua voce profonda.
lentamente mi porta sul letto e ci addormentiamo, io con la testa appoggiata sul suo petto e lui con le braccia attorno al mio corpo.

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