Isabelle
«Allora mi dici chi è l'uomo che devi incontrare stasera?» domando a Devlin prima di mordere la fetta di pane tostato che tengo tra le dita. Siamo in sala da pranzo e per la prima volta stiamo facendo colazione insieme.
«Ne abbiamo già parlato, Isabelle» mi risponde intanto che sorseggia il succo che ha nel bicchiere.
Arriccio le labbra e annuisco. Se pensa di potermi liquidare così si sbaglia di grosso.
«Senti Devlin visto che "lavoriamo" insieme mi piacerebbe molto se tra noi ci fosse sincerità e trasparenza. Tu sai tutto di me.»
Lui mi osserva per qualche secondo senza dire nulla. I suoi occhi e le sue labbra assumono un'aria vagamente divertita e io mi ritrovo a pensare che sarei disposta a dare tutto quello che ho per vederlo sempre così; allegro e sorridente. Ripenso al giorno precedente. Abbiamo passato tutto il giorno a scherzare come due idioti e anche a fare altro ovviamente, altro che appuntamenti inderogabili, ridacchio tra me e me.
«Vuoi sincerità e trasparenza, dunque?»
Io annuisco.
«L'uomo che devo incontrare si chiama... Hector Spencer.»
Il sorriso e l'allegria di un attimo fa si spengono come la cera sciolta di una candela. Solo a sentirgli pronunciare quel nome un brivido gelato serpeggia dietro la mia schiena. Ricordi che per anni ho cercato di tenere rinchiusi con spesse catene minacciano di riaffiorare come piccoli e affilati aculei.
Faccio un profondo respiro e cerco di calmare il battito accelerato del mio cuore.«E...» mi schiarisco la gola «perchè dovresti incontrarlo? Vuoi fare affari con lui?» chiedo sconcertata.
«No» risponde secco «Ma abbiamo un conto in sospeso.»
«Di che genere?» La curiosità mi spinge a chiedere.
«Personale.» La sua secca risposta e il suo sguardo serio mi fanno capire che il tempo delle domande per me si è concluso.
«Spencer ha la prossima fama di essere un uomo crudele e spietato. Fa affari loschi con gente poco raccomandabile.» Lo metto in guardia, perché personalmente quell'uomo mi ha sempre fatto tremare le gambe per la paura. Mio padre dice che è il suo più importante cliente, ma più io e mia sorella gli giriamo alla larga meglio è. Io l'ho capito tardi e per colpa mia un altro ne ha pagato le conseguenze. «Basta una parola e la tua vita è finita. Lo dice sempre mio padre.»
E lo so bene anch'io.«So bene chi è, Belle. Apprezzo il tuo tentativo di mettermi in guardia, ma non sei la mia fottuta madre, ok? Stanne fuori.» Il suo tono ammonitore non ammette altre repliche che non siano un “Sì, farò come vuoi tu”.
«Sì, ma Spencer è...»
«Basta» mi interrompe bruscamente alzando una mano in segno di ammonimento. «Ho visto il terrore nei tuoi occhi quando ho pronunciato il suo nome. È un uomo da temere e fidati quando ti dico che lo so bene, ma non sono più un bambino che può spaventare a morte.» L'ultima frase la mormora più a sé stesso che a me. «Sono anni che cerco di avvicinarlo senza successo. Adesso ho la possibilità di farlo e non mi tirerò di certo in dietro. Sono un De Rossi e non ho paura di nessuno.»
La sua risposta sicura anziché tranquillizzarmi mi mette ancora di più in apprensione. Sospiro e poggio la schiena sulla sedia.
«Posso chiederti cosa rappresenta per te quell'uomo? Mi è concesso?»
Lui annuisce.
«Che cosa ti ha fatto per meritarsi il tuo odio? Perché è quello che vedo nei tuoi di occhi e sento nella tua voce quando parli di lui.»
STAI LEGGENDO
Mia per vendetta
ChickLit⚠️La storia è in revisione, quindi se trovate incongruenze è perché la sto modificando Si odiano, ma sono inevitabilmente attratti l'uno dall'altra. ..... "Amore mio starò via solo cinque minuti" così gli disse sua madre, mentre erano di fronte all...