59. Ti amo

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Devlin

Mi allontano da Isabelle ed esco dalla camera come se avessi il diavolo alle calcagna. La sua vicinanza, il suo calore, il suo corpo al contatto con il mio davanti a quel dannato specchio fa riaffiorare in me ricordi del tutto fuori luogo. Se fossi rimasto un attimo in più saremmo finiti a fare sesso. Ma non sarebbe stata la soluzione ai nostri problemi, anzi avrebbe complicato le cose. Mi passo una mano tra i capelli, nervoso. Dio, perchè mi fa questo effetto devastante? Eppure ho avuto molte donne nella mia vita, alcune addirittura più belle di lei. Meno incasinate. Con loro era tutto più semplice.
Con loro il cuore restava al sicuro.
Prendo l'ascensore e salgo fino al mio studio chiudendomi dentro a chiave, perchè la tentazione di ritornare in camera di Isabelle è troppo forte, nonostante mi sforzi di ripetere che non sarebbe una buona idea. Prendo da bere e col bicchiere in mano mi lascio cadere sulla poltrona dietro la scrivania, con un sospiro pesante.

Devo mettere ordine nella mia testa. Nella mia vita. Nel mio rapporto con la donna al piano di sotto. Prendo un sorso di rum. Non riesco a togliermi  dalla testa l'immagine di lei dentro quella sala, il viso pallido, sconvolto. Gli occhi rossi e pieni di lacrime, pronte a inondarle il viso, fissavano il volto arcigno di Spencer.

Mi prendo la testa tra le mani, sbuffando. Che cosa le ha fatto quell'animale? Perche lei lo teme così tanto? Sono domande che mi pongo costantemente.
Domande a cui devo trovare una risposta al più presto. Non posso aspettare oltre.
Perchè il suo dolore mi corrode l'anima più del mio.

Ho fatto molto ricerche su Spencer in questi anni. Ho imparato a conoscere i posti che frequenta, la gente che frequenta. Gerard LaCroix è in cima alla lista. E fin qui ci sono. Si conoscono da quando erano due ragazzini, da quando LaCroix non era nessuno. Solo l'ultimo figlio maschio di una famiglia di umili origini. Un ragazzo con nessun mezzo. Uno che da solo non ce l'avrebbe mai fatta ad arrivare dov'è oggi. Non mi risulta difficile pensare che sia grazie a Spencer se ha fatto fortuna negli anni. Potrebbe essere il motivo per cui lo tiene in considerazione più della sua stessa famiglia. Frequentava e continua a frequentare spesso casa LaCroix, oltre al Casino, quindi si trova spesso a contatto con Isabelle. Spencer è un uomo crudele, un uomo che si approfitta delle donne. Cosa gli avrebbe impedito di farlo anche con Isabelle? Di prendere con la violenza ciò che lei non gli avrebbe mai dato, altrimenti?

Ed è proprio la risposta a questa domanda che mi fa scattare sull'attenti, mi prosciuga la salivazione, le mie corte unghie stridono sulla scrivania.

E se...

Stringo forte gli occhi e scuoto il capo, come per scacciare certi pensieri che mi fanno bruciare il petto.
Immagini violente e disgustose si materializzano con prepotenza nella mia testa. E non posso impedirmi di pensarci, poiché non trovo altra spiegazione al suo dolore. Al terrore vivido, puro che ho letto nei suoi occhi stasera. Era lo stesso terrore che vedevo negli occhi di mia madre tutte le volte che Spencer andava a trovarla.

«No!»

La rabbia e il dolore si mescolano facendomi vorticare la testa, oscurandomi la vista. In un mix letale che mi rende furioso, soprattutto con me stesso, per non averlo capito prima. Sono stato così cieco, preso solo dalla mia vendetta. Getto un urlo, scaraventando a terra tutto quello che c'è sopra la scrivania.

Non lascerò che Spencer continui a rovinare le nostre vite. Va fermato una volta per tutte. E ora ho una ragione in più per farlo.

°•°•°•°

Isabelle

non credo di riuscire ad abituarmi a questa nausea improvvisa che mi attanaglia di primo mattino. Mi sciacquo la faccia sotto al getto tiepido dell'acqua e mi lavo i denti. Stanotte sono riuscita a dormire per poche ore, due al massimo e il mio corpo ne risente. Sono due giorni che non dormo come si deve, so che al bambino non fa bene tutto questo stress, ma come posso riuscire a stare tranquilla nella situazione in cui mi trovo? In più adesso dovrò confrontarmi con Devlin, vuole che gli racconti cos'è successo ieri sera. Ma è ovvio che non si riduce tutto a una mera sera. Sa che c'è altro. Sa l'effetto che Spencer provoca in me e non si accontenterà di una blanda spiegazione. No, sono certa mi chiederà di raccontargli la mia storia. E io non so se sono ancora pronta a farlo. Ad aprirmi completamente a lui. Ciò a cui ho assistito quella notte... non è una cosa facile da raccontare.
Un episodio macabro della mia vita che mi ha tolto il sonno per giorni, mesi, anni. Che mi ha reso la persona che sono oggi. Una bugiarda. Una traditrice. Mi ha reso schiava di un segreto che non potrò rivelare facilmente, di cui non potrò mai liberarmi. Un segreto che rovinerebbe la vita di tutti, inevitabilmente. Ma per quanto tempo potrò reistere ancora? Per quanto tempo ancora potrò vivere con questo peso nel cuore? 

Mia per vendettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora