73. Questo è solo l'inizio

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Devlin

«Spencer non è l'unico che ha distrutto la vita di mia madre e la mia. C'entra anche tuo padre.»

«No. Anche questo no.» Scuote la testa a destra e a sinistra con veemenza. «Cosa c'entra mio padre con tua madre?» È chiaramente sconvolta. Sono certo non si sarebbe mai aspettata una notizia del genere. Non la biasimo per questo.

«Immagino avrai letto che tuo padre e Spencer fanno parte dello stesso giro.»

«Sì, ho letto.» annuisce. «Tu quando pensavi di dirmelo, invece? Come hai fatto a tenermelo nascosto finora?» mi fissa incredula.

«L'ho fatto per il tuo bene. Che tu ci creda o meno.» È la verità. Se sono stato in silenzio è stato per non farla soffrire. 

«Sì, facile uscirsene così.» Si siede sulla poltrona a gambe incrociate e sospira. «È da una vita che sento questa stronzata» mormora.

Incrocio le braccia al petto, contrariato. «Io non sono tuo padre. Non ho bisogno nè di accattivarmi la tua stima né di tenerti buona. Quindi non paragonarmi minimamente a lui.»

Lei resta per un istante in silenzio, mordendosi l'interno di una guancia. Si scontra con il mio sguardo duro, poi riporta il suo a terra. «Avrei solo voluto che mi dessi fiducia.» La sua voce è leggera e più calma.

«Te la sto dando. Adesso. Anche se, dopo come ti sei comportata, non la meriteresti. Sto comunque cercando di raccontarti ciò che so.» Non posso fare a meno di rimproverarla come fosse una bambina, poiché lei si comporta spesso come tale. Ma allo stesso tempo non posso fare a meno di metterla al corrente di una storia che in fondo appartiene anche a lei. Isabelle ha bisogno di sapere come stanno realmente le cose.

Tolto il dente tolto il dolore. 

I suoi occhioni arrossati mi fissano contrariati, però ciò dura solo pochi istanti, subito dopo la sua espressione si fa più docile, perdendo la sua consueta aria di sfida. «Allora dimmi tutto ciò che sai, senza tralasciare nessun dettaglio.» 

«Bene.» Annuisco e mi appoggio alla scrivania. «Come vuoi. Diamo inizio alle danze.»  «Tuo padre è implicato insieme a Spencer in traffici di prostituzione soprattutto minorile, come avrai ben letto.»

Lei annuisce.

«Mia madre faceva la prostituta quando io ero piccolo.» Sgrana gli occhi per la sorpresa. «Mi ricordo che Spencer andava spesso a trovarla. Allora non capivo perché, sono cose che ho capito con l'età e col tempo. Lui non solo vendeva la merce, in questo caso mia madre, ma la provava in prima persona.» Mi rabbuio per un istante, istante in cui il mio sangue prende a ribollire e a scorrere nelle mie vene velocemente. Dura poco. Deglutisco e riesco a  riprendere il controllo delle mie emozioni. «Mia madre spesso si ribellava, perché non voleva più svolgere quella professione e Spencer allora la picchiava e le diceva che era di sua proprietà e che non poteva andare via. Altrimenti l'avrebbe uccisa, ma prima di finire lei avrebbe fatto fuori me. All'epoca avevo sei anni, ma quella situazione si presentava davanti ai miei occhi praticamente da che ne ho memoria. In realtà io non avrei dovuto né sentire né vedere questi discorsi o queste scene, perché mia madre quando arrivava Spencer mi portava nella mia cameretta e chiudeva la porta a chiave... per evitare che per difenderla da quel bastardo mi scagliassi contro di lui e venissi a mia volta picchiato da Spencer. Io però vedevo tutto dal buco della serratura e quando Spencer... picchiava  mia madre battevo forte i pugni  sulla porta, perché volevo uscire a difenderla. Spencer, quando mi sentiva, diceva sempre: "tieni a bada il toro o finirà infilzato dalle sue stesse corna."» Ricordo ancora tutto come se fosse successo solo ieri. Come se non fossero passati più di vent'anni. Provo la stessa rabbia e la stessa impotenza come se fossi ancora dentro quella fottuta cameretta. Perciò non voglio parlarne. Mai. Isabelle mi ascolta con aperto interesse, finalmente le sto raccontando qualcosa di me, qualcosa che mi disturba raccontare perché non vado fiero del mio passato se pur non me ne vergogno. Perché mi riporta indietro. Troppo indietro. Ed è assurdo come mi sia risultato più facile di quanto in realtà immaginassi raccontarlo a lei.  Non l'ho mai fatto con nessuno eppure con lei i miei pensieri sono saltati fuori a briglia sciolta.

Mia per vendettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora