104. Probabilità di paternità

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Isabelle

«Sai che è la prima volta che metto piede nel tuo casinò?» dico a Devlin, mentre osservo l'esterno dell'enorme edificio, sembra seriamente di stare a Roma, c'è una parte antica e una parte moderna che si congiungono amalgamandosi alla perfezione, il Colosseo in miniatura, la Fontana di Trevi, la Bocca della Verità, statue degli antichi dei romani e altri monumenti che mescolano passato e presente in un connubio perfetto. E siamo solo all'esterno, chissà come sarà l'interno.

«Sì, lo so.» Mi fa segno di entrare e io non me lo faccio ripetere due volte.

«Wow» esclamo, questo posto è davvero enorme, più grande del casinò di mio padre e oggettivamente più bello. Dentro come fuori e un miscuglio ben riuscito tra antico e moderno.

«Ti piace?»

Annuisco più volte. «Stupendo.»

Lui fa un minuscolo sorriso. «Se vuoi seguirmi. Tua sorella è già arrivata e Vinnie la sta... come dire... intrattenendo.»

Io smetto di guardarmi intorno per puntare gli occhi su di lui.

«In che senso?»

«Credo gli abbia fatto da cicerone, nulla di preoccupante. Adesso sono nel mio ufficio insieme a J.J.»

«Oh, okay. Strano, però, non mi ha detto che era già qui.»

Mi accompagna verso il suo ufficio. «Vinnie ha il potere di far dimenticare le cose alla gente, evidentemente.»

Una volta arrivati di fronte alla porta del suo studio sento del chiacchiericcio. La voce ilare di Vinnie che starà raccontando chissà quale aneddoto.

Devlin apre la porta interrompendolo. Tre figure si girano verso di noi, Vinnie è seduto a quello che premuso sia in realtà il posto di Devlin, mia sorella seduta su una delle due poltrone di fronte alla scrivania e un'altra donna. Mi colpisce subito il suo rossetto color prugna e il caschetto nero perfettamente liscio. Chi dannazione è? E perché c'è lei al posto di questo fantomatico J.J.?

«Grazie al cielo ci hai salvate da questo individuo!» esordisce la donna rivolgendosi a Devlin.

«Hey, guarda che era una storia eccezionalmente interessante, vero Genevieve?» controbatte Vinnie.

«Mh» mugugna mia sorella tutt'altro che interessata.

Devlin chiude la porta alle sue spalle. «Vuoi alzarti dalla mia poltrona o preferisci che sia J.J. a fartelo fare?»

J.J., dov'è? Mi guardo intorno, ma nella stanza siamo solo noi. Mi chiedo se... Guardo la donna che al momento mi da le spalle.

«Beh, quasi quasi...»

«Povero, piccolo illuso» sussurra l'intrusa seduta al fianco di mia sorella.

«Vogliamo muoverci, cazzo.» Devlin va verso la scrivania e a quel punto Vinnie si alza senza fare storie.

«Come siete noiosi, sempre con quei musi lunghi. Belle, tu sei l'unica che comprende e apprezza le mie battute.» Viene verso di me e mi da tre baci sulle guance.

Io sorrido un po' in imbarazzo. «Prego accomodati qui.» Indica uno dei divanetti in pelle nera ai lati della scrivania. «Io mi siedo nell'altro. Non vorrei che qualcuno...» Fa segno verso Devlin con la testa. «Mi privasse dei miei preziosi arti.»

Ridacchio e prendo posto sul divano.

«Allora» inizia Devlin sedendosi a sua volta. «Belle ti presento J.J., J.J. lei è Isabelle la mia fidanzata.»

Mia per vendettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora