«E questo… Matias non vi disse perché si trovava nella strada di casa vostra nel cuore della notte? Perché bussò proprio alla vostra porta?» Devlin è strano in volto, ha un'espressione che non riesco a decifrare.
«Disse che non aveva famiglia, che aveva vissuto per tutta la vita in un orfanotrofio poco fuori da Las Vegas. Ci raccontò che qualche giorno prima era andato via per vivere la sua vita. Ma non avendo nulla, né denaro, né vestiti di ricambio aveva vissuto per strada in cerca di qualche lavoretto di cui vivere. Aveva chiesto riparo ad altri, ma nessuno lo aveva accolto. Non disse altro.»
«Ti ha dato l’impressione che stesse scappando da qualcosa o da qualcuno? » Il sospetto permea il tono dell'uomo di fronte a me. È guardingo nel rivolgermi la domanda, quasi intimorito dallo scoprire la risposta.
«No, sembrava semplicemente un ragazzo solo che non aveva nessun altro al mondo se non se stesso. Perché me lo chiedi? Lo conoscevi?» Ora sono io quella sospettosa.
«No» risponde secco. Nessuno dei due fa altre domande. «Continua, per favore» mi dice.
«Io e Gen riuscimmo a tenere segreta la presenza di Matias per due intere settimane. Dalla notte che era arrivato non lo lasciammo più andare, lo pregammo di restare ancora per un po' con noi. In fondo non aveva casa, non sapeva doveva andare e a noi non pesava prenderci cura di lui. Forse io lo vedevo un poco come un gioco, come una sorta di ribellione nei confronti di mio padre. Fare qualcosa senza che lui se ne accorgesse, senza il suo esplicito permesso. Ma non durò per molto.» Mi sistemo meglio sulla sedia e continuo, non prima di aver gettato un'occhiata di sottecchi a Devlin e al suo volto ora ritornato impassibile.
«Io e mia sorella ci alternavamo per portargli da mangiare e dell'acqua per lavarsi. Avevamo attrezzato la casetta sull'albero come se fosse una vera e propria casa in miniatura. Logicamente passavamo la maggior parte del nostro tempo lì su insieme a Matias, avevamo quindi fatto amicizia. Ora sapevo, per esempio, che aveva sedici anni, un anno in più di Genevieve, che era latino americano e che i suoi genitori erano morti quando lui non aveva che pochissimi mesi. Parlavamo tanto io e Mati, parlavamo di tutto. Era un amico per me. Per mia sorella Gen, che tra le due era quella più perplessa, invece, fu più difficile prendere confidenza. All'inizio solo timidi sguardi, qualche parola di cortesia e ancora sguardi. Lunghe occhiate silenziose, curiose. Non so neanch’io come e quando sfociarono in qualcosa di più nè quando il loro rapporto divenne un’amicizia più profonda della mia, diversa. Sarà che passavano molto tempo insieme nella casetta, anche quando io non c’ero. Più passavano i giorni e più ero certa che la loro non fosse solo una semplice amicizia. Mia sorella era felice in quel periodo, felice come non l'avevo mai vista. Pareva vivere in un mondo tutto suo, con la testa perennemente tra le nuvole e la voglia continua di andare nella casetta a trovare Matias. Le dicevo spesso di fare attenzione, di andarlo a trovare nelle ore in cui nostro padre era a lavoro, dato che nell’ultima settimana aveva esposto qualche domanda sul perché passassimo gran parte del nostro tempo in quella stupida casa. Ma lei non mi ascoltava, non riusciva a stargli lontano per più di cinque minuti. Fu proprio in quelle ore pomeridiane in cui mio padre era a casa che ci tradimmo e ci facemmo scoprire.» Mi interrompo un istante, per prendere fiato e bere un sorso d'acqua, giusto per rinfrescare la gola secca. Il cuore batte forte oggi come allora nel rivangare il passato.
«Gen voleva salire in casetta a tutti i costi, io le correvo dietro cercando di farle cambiare idea, ma non ci fu nulla da fare; così nostro padre ci sorprese in flagrante. Non ci eravamo accorte che ci aveva seguite fino alla casa sull'albero, troppo intente nella nostra discussione. Quando vide Matias restò stupito, non lo riconobbe subito, ma non ci volle molto a capire chi fosse. Ricordo bene la sua faccia arrabbiata e stupita al tempo stesso. Ci fissava con sguardo severo mentre ci chiedeva delle spiegazioni, che fu Genevieve, nella sua totale sincerità, a fornirgli. Eravamo certe si sarebbe infuriato, probabilmente lo avrebbe cacciato via come aveva già fatto due settimane prima. Di fatto era quello il suo intento, però in qualche modo riuscimmo a rabbonirlo e a fargli cambiare idea, forse grazie anche alla complicità di nostra madre che sapeva tutto fin dall'inizio, ma che aveva mantenuto il segreto con mio padre.»
«Tua madre ne era al corrente?» Devlin sembra stupito da ciò.
«Mia madre era... diversa prima. Tutti lo eravamo. I vari avvenimenti ci hanno cambiati tutti. Inevitabilmente.»
«Pensavo non fosse nella sua indole andare contro tuo padre. Evidentemente mi sbagliavo. Ma va avanti, non voglio farti perdere io filo del discorso.»
Io annuisco. «Comunque sia ce la mettemmo tutta per farlo rimanere con noi. Gli spiegammo che era orfano, da solo, senza nessuno al mondo che si prendesse cura di lui, che in qualche modo ci sentivamo in dovere di aiutarlo. Così riuscimmo a convincerlo, a fatica, ma ce la facemmo a patto che nel frattempo avrebbe cercato un lavoro e una volta trovato se ne sarebbe andato per la sua strada. Io e Gen eravamo pazze di gioia, poiché Matias sarebbe potuto restare con noi ancora per un po' di tempo. La villa gli era preclusa, poteva restare ma sempre nella casetta sull'albero, mio padre non lo voleva in casa. Per noi, alla fine, era pur sempre un buon compromesso, soprattutto per Gen.
«Matias e Genevieve si erano innamorati quindi…» Devlin corruga la fronte, sembra incredulo, si accarezza una tempia pensieroso e confuso allo stesso tempo.
Annuisco. «Come ho detto.»
«Un duro colpo per tuo padre» mormora a voce bassa.
«Ingenuamente pensavamo entrambe che non lo avrebbe mai scoperto. Ci eravamo ben organizzate, ma eravamo pur sempre due ragazzine.» Bevo un altro.sorso d'acqua per nascondere il tremolio che all'improvviso attanaglia la mia voce.
Devlin mi lancia una lunga occhiata profonda, poi sospira. «Se sei stanca possiamo fare un attimo di pausa. Puoi riprendere quando ti sarai riposata. »
Apprezzo moltissimo la sua gentilezza. Mi piace questo suo lato premuroso. Gli regalo un sorriso dolce per rassicurarlo.
«Non preoccuparti, ce la faccio. Voglio liberarmi una volta per tutte e voglio farlo adesso, senza interruzioni.»
Lui annuisce, io prendo un lungo sospiro e intreccio le mie dita tra le sue. Ci guardiamo occhi negli occhi e io sono pronta a continuare.
«Passarono quattro mesi dall’arrivo di Matias, tutto procedeva sempre con la stessa dinamica delle due settimane precedenti. Mio padre si era quasi abituato alla sua presenza. Molto spesso gli faceva fare lavoretti in casa o in giardino. Quel ragazzo sapeva praticamente fare tutto. Anche mia madre si era affezionata a lui, tanto che quando mio padre non c’era lo invitava a passare intere giornate con noi in casa. Io ero sempre più legata a lui, per me era diventato come il fratello che non avevo mai avuto. E per mia sorella, beh…» sorrido al ricordo. «Non aveva mai avuto un ragazzo, per lei lui era il centro del suo mondo. Ne era innamorata e faceva una gran fatica a nasconderlo ai nostri genitori. Quando loro non erano in casa, e ciò capitava molto spesso, Genevieve teneva la finestra di camera sua aperta, cosicché Mati potesse scavalcarla e entrare nella sua camera. Ciò succedeva sempre più di frequente, spesso a notte fonda e a volte anche quando mamma e papà erano in casa.»
Accarezzo distrattamente con le unghie la mano di Devlin. «Probabilmente pensavano che nessuno li sentisse, io però era come se li avessi in stanza. La mia camera era accanto alla sua. Ma io avrei mantenuto il segreto. Ero contenta per loro e ingenuamente credevo che niente e nessuno avrebbe distrutto il loro amore. Ma non avevo ancora fatto i conti con l'uomo che molto, troppo spesso frequentava casa mia. L'amico più intimo di mio padre. L'uomo più cattivo che io abbia mai conosciuto.»
💎
Buonasera bimbi miei spero non sia troppo tardi. Ho appena finito di scrivere il capitolo e ho pensato: perché non pubblicarlo adesso!
Avete qualche idea a proposito di ciò che è avvenuto dieci anni fa? In base a ciò che sta raccontando Belle immagino di sì.
Fatemi sapere💙
Un bacio e al prossimo capitolo💎
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Mia per vendetta
ChickLit⚠️La storia è in revisione, quindi se trovate incongruenze è perché la sto modificando Si odiano, ma sono inevitabilmente attratti l'uno dall'altra. ..... "Amore mio starò via solo cinque minuti" così gli disse sua madre, mentre erano di fronte all...