Diana
Esco correndo dal mio ufficio. La mia vita è un'eterna corsa. Devo arrivare alla copisteria qui vicino per fotocopiare alcuni contratti da proporre agli scrittori e subito dopo devo andare a pranzo con Cloe. Il tutto durante la nostra breve pausa pranzo di un'ora.
C'è troppo traffico quindi l'unica soluzione che ho è una...correre. Indosso delle scarpette, quindi non mi risulterà difficile farlo. Corro come una pazza sfegatata lungo la strada. Naturalmente tutta la mia carrozzeria inizia a muoversi. Non ho l'abbigliamento giusto per farlo. Penso che da un momento all'altro i miei seni balzeranno con talmente forza che mi schiaffeggeranno in faccia. Immagino che goduria che sarà per tutti gli uomini presenti godersi questa scena! Mi infilo in un vicolo che so che accorcia la strada. Lo spacciatore del vicolo mi saluta con un sorriso, ormai siamo diventati quasi amici. Tre volte a settimana faccio questa storia, e lui è sempre qui per vendere droga. Non l'hanno mai arrestato,magari una volta mi fermerò a parlare con lui e gli chiederò la sua storia porterebbe uscire fuori un bel libro. Lancio un'occhiata al mio orologio da polso e noto la lancetta avanzare.
"Dannazione!"borbotto fra me e me. Alla fine del vicolo afferro un palo con una mano e giro a destra. Individuo la copisteria e anche la fila che segue! È fatta! Scendo dal marciapiede e prendo una storta che mi fa imprecare mentalmente. Vedo sul pavimento le strisce pedonali e attraverso distrattamente, per un pelo una macchina mi investe. L'autista frena improvvisamente e resta fermo in silenzio, non scende dalla macchina, non suona, non fa nulla. Ha una macchina dai vetri oscurati, è una macchina costosa e nera. Sarà sicurante un ricco stronzo!
"Stia più attento! Troglodita! Potevo essere una bambina!"urlo fuori di me. Con tutta la mia eleganza vado via zoppicando e guardandolo male. La macchina va via con tutta tranquillità come se non fosse successo nulla. Che strano!
Corro verso la copisteria prima che entri altra gente e mi posiziono dietro una signora con in mano un manuale da almeno settecento pagine, spero che non debba fotocopiarli tutte! Tento di attirare la sua attenzione facendo dei strani versi, apparendo una sottospecie di corvo morente. La donna si volta nella mia direzione e mi osserva con un sopracciglio inarcato, come per dire: cosa fa questa matta. Abbassa lo sguardo verso le mie fotocopie e poi lo solleva verso il mio viso, e alla fine mi ritrovo a sorriderle come un ebete. Ricambia il mio sorriso e si volta nuovamente come se nulla fosse. Inizio a sbruffare e ondeggiare sui talloni nervosamente per poi guardare il mio orologio da polso ogni due secondi. Quando noto di essere più in ritardo del ritardo, decido di picchiettare come un picchio contro un albero sulla spalla dall'anziana signora che si volta nella mia direzione con sguardo innervosito.
"Potrei per caso passarle davanti, devo fotocopiare solo questo." Mostro con un sorriso convincente i miei quattro foglio stropicciati e mal messi. Annuisce e non appena la porta si riapre mi catapulto dentro, lancio i fogli in faccia al commesso che tenta di afferrarli prima che si disperdono ovunque.
"Quante copie?"domanda Pablo ormai abituato alle mie entrate teatrali e al volo del giavellotto.
"Sei, ce la fai in tempi record?"domando, lui annuisce e nel mentre infilo le mani nelle tasche del mio cappotto alla ricerca del mio borsellino, che naturalmente non trovo. Con poca grazia mi do una pacca con entrambi le mani sul sedere, alla ricerca del borsellino nelle tasche posteriori del mio jeans aderente. Finalmente lo trovo in corrispondenza della tasca sul retro, proprio sulla natica sinistra. Con qualche difficoltà lo estraggo dalla tasca saltellando leggermente. Lo apro con enfasi e non appena, Paul mi passa le copie, io gli lancio il solito dollaro e cinquanta.
"Grazie Paul..."asserisco mentre riprendo la mia maratona verso l'infinito ed anche oltre. Guardo ancora una volta l'orologio e realizzo che ho dieci minuti per attraversare l'isolato e raggiungere Cloe al ristorante cinese. Questa volta attraverso la strada con attenzione, evitando che l'ennesimo riccone troglodita attenti alla mia vita. Corro compiendo lunghi salti con le mie gambe minute. Il mio metro e cinquanta non è affatto favorevole alle mie esigenze. Ogni passo di una persona normale per me corrisponde ad almeno due passi! Attraverso nuovamente il vicolo dello spacciatore e lo saluto, lui ricambia e si raddrizza il capello sopra la fronte per poter guardare meglio il mio sedere latino mentre si scuote da destra verso sinistra. Mantengo i fogli con fermezza fra le mani, attraverso nuovamente la strada e corro verso l'altra sponda del marciapiede. Davanti al ristorante cinese individuo una folta chioma bionda che si dimena da destra verso sinistra mentre parla animatamente al telefono con qualcuno. Probabilmente mi starà lasciando l'ennesimo messaggio in segretaria, in cui mi minaccia di piantarmi un calcio fra le chiappe se non mi sbrigo. Non appena giungo a destinazione Cloe mi fulmina con lo sguardo come se fossi il peggiore dei suoi nemici. Mostro un sorriso cordiale e tento di addolcirla mostrandole uno sguardo supplichevole di non fare una scenata. Si posiziona come un generale e posa entrambe le mani sui fianchi per poi guardarmi con severità dall'alto verso il basso.
"Sei in ritardo!"mi urla contro picchiettando un dito sull'orgoglio.
"Lo so, ma il nostro capo mi ha spedita a fare le fotocopie dei contratti!"borbotto a bassa voce mostrando i fogli che mantengo ben saldi in mano. Ci manca solo che perda per strada qualche foglio. Mi afferra per un braccio e mi trascina con sé dentro il ristorante.
"Come diavolo devo fare con te!"borbotta trascendono fino al tavolo. Ci fermiamo davanti al nostro tavolo e mi spinge letteralmente sulla sedia. "Ho già ordinato visto che non arrivavi!"prosegue facendo oscillare la mano davanti al tavolo e indicando le pietanze, sto per chiederle se mi ha preso gli involtini primavera che sono i miei preferiti. "Si ti ho preso gli involtini! Mangia e sbrigati! Altrimenti faremo tardi a lavoro!"borbotta.
"Va bene mamma, ma non ti arrabbiare"ribatto con fare scherzoso, mi guarda di traverso ed io dal mio canto le faccio una linguaccia scherzosa che la fa sorridere. Fra di noi funziona così, ma è la nostra diversità che ci unisce.
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Darkest Knight
RomanceAlcuni eventi narrati si basano su fatti realmente accaduti. I veri angeli si nascondono fra le persone comuni, molto spesso hanno volti insignificanti ma cuori talmente grandi da rendere il mondo migliore. Agiscono in silenzio e non pretendono ac...