Capitolo 51

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Victor

Amore è sbagliato,
amore fa male.
amore distrugge,
amore abbandona,
amore è uno schiaffo,
amore tortura.
Amore è solo una scia che il tempo cancellerà, questo è sempre stato il mio credo.

Mio padre ci amava, ma il suo amore faceva male.
Amava mia madre ma la distruggeva,
amava me ma mi soffocava,
amava mio fratello ma lo sbatteva così forte da fargli perdere i sensi.
Per me cosa poteva restare di amore?
Se non un mostro nero che domava il cuore di mio padre e man mano prendeva piede anche dentro di noi.
Sono così freddo, dove sono i miei sentimenti? Dov'è il bambino che conoscevo? Sono perso dentro di me. Chi sono realmente?
Sono uno spettro che ama in maniera perversa.
"Lui mi ha insegnato ad amare in maniera sbagliata.
Mi ha mostrato volto oscuro del suo amore.
Ma si può chiamare tale?" domando mentre sono disteso sul lettino dal dottor. Kubeck.
Contemplo il soffitto, unico strumento che è oggetto dell'interesse del mio sguardo da diverse ore.
"È il modo in cui lo definiva ma non significa che fosse ciò che lui diceva. L'amore non è mai dolore. Se ci pensi tu, senza pensare con la mente di tuo padre, cosa vedi?"ribatte il mio medico con decisione.
Forse Diana è amore, mi ha ceduto ogni parte di sé e non mi ha chiesto nulla in cambio.
Sono sempre stato abituato ad andare via quando le cose si facevano troppo complicate, quando i legami a iniziavano a diventare sempre più stretti, quando le donne iniziavano a reclamare qualcosa in più di me rispetto al mio corpo.
Il sesso è sempre stato una facile scappatoia, un'ancella della mia routine, un'ancella della mia arte.Tutte mi voglio per un po' e pensano di volermi per sempre ma se vedessero chi sono, fuggirebbero.
Poi è arrivata Diana, con la sua mente suadente,
con le sue parole, con la sua presenza costante.
Ha sconvolto la mia anima bramosa di caos con la sua perfezione apparente.
Vivevo dietro le sbarre di una prigione che mi ero costruito da solo, poi è arrivata lei che è stata come un esplosivo che ha fatto saltare tutte le mie convinzioni in aria.
Ha distrutto la biblioteca della mia memoria.
Oh dannata ragazzina cosa hai combinato? Vedi come mia ridotto? No, è una bugia, sono stato io a ridurmi così. Opera mia, opera di mio padre.
Il designer della mia mente è il mio passato.
Lei è stata una spinta che mi ha portato a fare dei seri aggiusti dentro di me.
Il dottor.Kubeck mi fissa e picchietta un dito sul suo mento.
"In ragione di quanto ti ho detto, che volto ha ora l'amore per te?" domanda spostando il suo sguardo dal mio viso alle mie mani incrociante in grembo.
Per concludere ho incrociato persino le caviglie.
"Non ha un volto ma è una stella che non viene offuscata dalla mia oscurità ma risplende..."
Nonostante tutto, lei trova il positivo nel mio mare di errori, mi resta accanto nonostante sia sbagliato.
Lotta contro di me e per me, continua a farlo ma dalla giusta distanza, questa volta per non essere annienta. Lei resta.
Continua a restare nonostante le abbia impedito in tutti i modi di farlo e di dimostrarmi di essere come tutte.
Non la spingevo lontana da me perché volevo che andasse via, ma volevo che mi dimostrasse la sua vera natura spingendola al limite.
Continua ad essere e prova a superare i miei limiti.
Prova ad essere quella donna che mi resta accanto.
"Stiamo procedendo bene Victor ma vorrei che mi parlassi con più precisione della tua infanzia. Sai benissimo che così restiamo in superficie..."mormora il dottore.
"Consciamente non posso andare oltre, quindi l'unica soluzione sarebbe ipnotizzarmi..."
Non voglio essere consapevole di me, mentre sono ancora sveglio.
"Quindi saresti pronto per una seduta ora, oppure no?" I suoi occhi azzurri si posano nei miei.
Improvvisamente lui viene sostituto da mio padre.
"Sei pronto? Oppure piagnucolerai come una femminuccia Victor?" sorride sornione. I suoi denti bianchissimi emergono dalla sua pelle ambrata.
Dice che un vero uomo sopporta e non ha paura, mi racconta che i bambini a Sparta venivano lasciati fuori in una foresta come prova per vedere se erano abbastanza forti da sopravvivere. Lui vuole solo tenermi fuori al freddo sotto la pioggia per farmi superare la paura dei temporali. La chiama terapia d'urto.
"Sono nato pronto!"ribatto con tono rabbioso.
Avrei voluto tanto lasciare lui fuori in pieno inverno sotto un temporale nella cuccia del cane! Nemmeno una dannata tenda!
Il dottore viene nella mia direzione con il camice aperto, prende una sedia e la trascina accanto a me. Si siede e si sporge in avanti poggiando i gomiti sulle ginocchia. Incrocia le mani davanti a sé e punta lo sguardo sul mio viso. La sua vicinanza mi mette pressione.
"Chiudi gli occhi e rilassati. Respira lentamente come se stessi cadendo in un profondo sonno. Gli occhi diventano più pesanti. Il respiro man mano si fa più lento, il corpo più leggero"sussurra con voce profonda e bassa. Ho talmente sonno, sono talmente stanco. "Ora pensa ad un giardino, un giardino grande dove puoi correre e c'è un fiume, un fiume fatto di ricordi...immergiti Victor e vai sempre più nel profondo..."

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