È la casa giusta per noi?
Canzone: To build a Home (Orchestra ⬆️)
Victor
Ho sempre un insaziabile bisogno di toccarla.
Dopo la notte passata in bianco completamente nudo in biblioteca, ho atteso trepidante che il tempo passasse e le cinque ora decorressero.
Sono sgattaiolato alle cinque del mattino in biblioteca e mi sono seduto sulla poltrona, qualche volta mi sono sollevato per controllare se respirasse o se si potesse posizionare in maniera sbagliata nel sonno. Il suo profumo aleggia nell'aria della stanza. Allungo una mano e tasto, per la trentesima volta da quando sono entrato nella stanza, la mia erezione. Ma d'altronde vederla così. Con i capezzoli gonfi che sporgono sotto la mia maglia e uno slip striminzito che le si è infilato nel suo culo d'oro!
Mi lecco le labbra ormai secche e cerco di concentrarmi su altro.
Come sono finito sfrattato dal mio letto, senza la possibilità di scopare?!
Mi tiro i capelli indietro e sbruffo.
"Smettila di fare così tanto rumore..."gracchia con voce impastata. Si stiracchia le braccia e punta i suoi occhioni su di me. Ha delle evidenti occhiaie che mi fanno capire che anche lei non ha dormito molto.
Ci stiamo abituando a starci addosso letteralmente.
Mi piace sentire il suo calore, la sua pelle contro la mia e il suo profumo che mi impregna i vestiti.
Resta con me anche quando non c'è.
Ma continuo ad amare i miei spazi e la mia indipendenza ma mi piace sapere che lei sia nel letto con me.
Mi piace sentire la sua presenza.
Saetta con lo sguardo dai miei muscoli esposti alla mia erezione. Lei dal suo canto sorride compiaciuta ma non dice nulla. Mi sporgo in avanti con il busto e allungo una mano e le accarezzo la caviglia.
Sto provando ad avvicinarmi a piccolo passi.
Mi sento come un bambino che non sa se la punizione è finita oppure no.
Si lascia accarezzare, mi sollevo e mi siedo alla fine del divano.
Osserva la mia mano che lentamente sale verso i suoi slip. Afferro un lembo e ci giocherello, nello stesso momento trattiene il respiro. "Dovresti stare fermo..."borbotta girando gli occhi al cielo. Le sollevo la mia maglia fin sotto il seno e come faccio spesso la mattina tento di creare un contatto con il mio germoglio. Lei mi lascia fare. Picchietto con dito sulla pancia e poso un bacio al centro facendo rabbrividire Diana.
"Sei sveglia?"sussurro. In tutta risposta arriva una botta sulla pancia, non so se sia un calcio o un pugno. Ma conosce la mia voce, come conosce quella della sua mamma. "Non prendertela troppo comoda lì dentro, voglio vederti. E per di più sei parecchio ingombrante..."mormoro. Sollevo lo sguardo e noto Diana assumere un espressione indecifrabile.
Sono certo che non mi eleggeranno mai padre dell'anno ma questa gravidanza sembra non finire mai.
C'è una parte di me che è curiosa di conoscere la stellina lì dentro e l'altra tremendamente spaventata.
Ho paura di essere sbagliato per lei.
Come spesso ho paura di essere sbagliato per Diana.
Mi tengo i miei segreti per me.
Non lo dirò mai, per Luce appaio come l'uomo sicuro che non ha bisogno di nessuno e nemmeno di lei, nonostante le dica rare volte il contrario.
Il germoglio inizia a muoversi. Scalcia o da pugni. Probabilmente si starà girando. Diana assume un espressione dolorante.
"Starà giocando a calci con la vescica..."borbotta.
Il lato destro della pancia è molto più gonfio. A breve scenderà sempre più giù per preparai ad uscire. Chissà a chi somiglierà, anche se i neonati si assomigliano un po' tutti dopo la nascita.
Accarezzo con il dorso della mano il lato e lentamente risalgo verso il mio obbiettivo. La mia piccola dea vendicatrice. Mi avvicino sempre di più al suo viso e Diana assume un espressione altezzosa e sprezzante.
"Non ci provare..."borbotta. "Sono ancora arrabbiata con te!"borbotta puntandomi un dito contro. Ma le sposto la mano e avanzo verso di lei. Mi sono rotto della sua punizione.
"Mi chiudo nel mio studio per massimo cinque ore! Il termine di lontananza forzata è scaduto ragazzina!"abbaio irritato. Prima che possa baciarla mi tappa la bocca con una mano. Resto allibito e mi blocco.
Perché mi rifiuta? Non mi vuole più?
Ha deciso di lasciarmi? Non mi desidera?
Vuole abbandonarmi!
Posa le sue labbra sulla sua mano, ma che cavolo sta facendo!
"Ogni volta che non mi dici qualcosa, sento come se ci sia una barriera tra di noi , ci divide e non ci permette di incontrarci..."sussurra. "Ho paura che io non possa bastarti, le tue vecchie abitudini non comprendevano solo me ma una routine fatta dalle tue burlesque..."prosegue. "Non sai che paura ho provato quando ieri non sei tornato a casa. Avevo paura che mi stessi lasciando..."
Le sposto la mano e le scosto i capelli dal viso.
"Non te l'ho detto perché pensavo che tu potessi abbandonarmi..."ribatto.
Sul suo viso riappare un'espressione carica di tristezza.
Ho solo lei, non ho nessun altro.
Se dovessi diventare nocivo la lascerei libera di andare, non la stringo a me con le catene, ma allo stesso tempo sono consapevole che senza di lei andrei incontro alla mia fine.
Sono finito per far iniziare il mio intero universo nella sua mente e farlo terminare nel germoglio che ci unisce e cresce.
Se solo ne fossi capace proverei a spiegare quanto lei per me valga.
"Resto con te..."sussurra poggiando la sua fronte contro la mia.
Voglio baciarla, toccarla e possederla.
Ma mi limito a starmene con la fronte poggiata contro la sua, mi nutro dei suoi respiri lenti e caldi che si abbattono contro il mio viso e sfiorano la base del mio collo. Le labbra sono gonfie e ricolme di piccole ferite. Si sarà morsa le labbra continuamente ieri per il nervosismo.
Per colpa della mia assenza.
Porto con me un bagaglio di colpe di cui in parte tento di liberarmi e in parte tento di conservare con me per tormentarmi.
Si fa sempre più vicina, la sua pancia mi sfiora e una mano mi sfiora l'erezione stretta nei boxer. Si allontana leggermente e abbassa lo sguardo nel punto dolorante del mio corpo. Le afferro la mano e provo a direzionarla verso il mio cazzo.
"Toccami..."sussurro con un sorriso furbo, appena poggio il suo palmo caldo nel punto in cui ho agognato tutta la notte il suo tocco. Lei dal suo canto mi stringe l'erezione e la massaggia toccando lentamente tutta la lunghezza al di sopra dei boxer. Boccheggio e assumo un espressione soddisfatta. Finché non blocca i movimenti e lo stringe con più vigore.
"Te lo devi meritare Victor, poi sono stanca non ho dormito senza di te!"asserisce assottigliando lo sguardo. Punto lo sguardo sull'orologio e noto che sono solo le sei e mezza. Lascia andare la mia erezione e io nel mentre mi volto e incrocio le braccia e le caviglie innervosito.
"Dopo voglio un lavoretto con i fiocchi ragazzina!"borbotto guardandola di traverso.
"Vedremo, ritieniti fortunato ad essere entrato in biblioteca!"
Ci guardiamo con sfida senza dire nulla.
"Se non fossi incinta adesso saresti in posizione prona e il mio cazzo sarebbe piantato nel tuo bel culetto!"sbotto.
"Ne sei proprio sicuro?!"
"Ne sono certo stellina..."
Assume uno sguardo corrucciato, tipico di una donna offesa.

STAI LEGGENDO
Darkest Knight
Roman d'amourAlcuni eventi narrati si basano su fatti realmente accaduti. I veri angeli si nascondono fra le persone comuni, molto spesso hanno volti insignificanti ma cuori talmente grandi da rendere il mondo migliore. Agiscono in silenzio e non pretendono ac...