Diana
Proprio come un diavolo prova a tentarmi, con il suo fascino innegabile. Mantengo le giuste distanze, più volte ho ribattuto piccata ma sembra che la mia resistenza non lo attragga.
Ho già ceduto tutta me stessa ad un angelo dalle ali spezzate che è stato gettato all'inferno e ripudiato come il peggiore dei peccatori. Non posso confessare.
Nonostante sia a cena con lui continuo a controllare il cellulare con la speranza di ricevere un messaggio da Victor.
Lui sembra essersi ecclissato nella sua oscurità, è svanito e non mi dà la possibilità di trovarlo.
C'è una parte di me che vorrebbe prendere il primo aereo e recarsi a Seattle. C'è qualcosa che non va...
Me lo sento.
La mia anima si nutre solo della sua ormai, non mi nutro di altro, non sono affamata di altri corpi se non del suo, come posso essere qui con un altro quando la mia mente è altrove? È fissa su un incubo incantevole, un cuore vuoto, uno sguardo pieno, qui con lui mi sento davvero morire.
Lui continua a parlare ma a me sembra di non riuscirlo a sentire.
Parole, parole vuote che per me non hanno alcun valore, non faccio altro nella mia testa che paragonare lui al mio cavaliere oscuro.
Allunga una mano e prova a prendere la mia ma la ritraggo come se mi stesse per bruciare una fiamma.
Ma che diavolo ci faccio qui?
Non sono quel genere di donna che fa sottomettere la sua volontà alla paura. Perché sono caduta così in basso? È il momento di rialzarsi!
"Devo andare, sono qui perché mi sono sentita costretta dalla paura che lei mi potesse licenziare. Ma sa cosa penso, al diavolo! Faccia ciò che vuole! Ma non mi lascerò calpestare! Quindi se vuole una guerra, le farò guerra!" borbotto all'improvviso alzandomi. Lui si solleva con me e mostra un sorriso.
"Sto provando ad essere gentile!"ribatte Malcom afferrandomi il braccio. Mi libero dalla sua presa con uno strattono.
"Non ci sta riuscendo molto bene, visto che la sua vera natura emerge con così tanta facilità!"ribatto con un tono deciso. Afferro la mia giacca e incedo verso la porta d'uscita del locale.
Esco fuori e chiamo un taxi ma improvvisamente Malcom mi afferra per il braccio e mi tira verso di sé con prepotenza.
"Dove credi di poter scappare riccioli d'oro? Non c'è nessuno disposto a salvarti..."biascica con tono basso.
"Non ho bisogno di essere salvata! Mi sono sempre salvata da sola!"urlo fuori di me e gli calpesto un piede.
Appena mi lascia il braccio gli do una gomitata al setto nasale facendolo cadere a terra. Ma si rialza pronto ad aggredirmi è proprio in quel momento un uomo si piazza davanti a me, a mo di scudo.
"Tutto bene?"domanda voltandosi, è proprio in quel momento riconosco un volto familiare fra i tanti volto di scosciati senza cuore.
"Voglio solo andarmene a casa..."ribatto abbassando lo sguardo, una lacrima mi riga il viso.
Ethan spintona Malcom lontano da me.
"Perché non te la provi a prendere con me?"domanda avanzando nella sua direzione mentre il vile indietreggia.
"Vai! Ci penso io, ci vediamo a casa Didy!" Ammicca nella mia direzione e mi chiude lo sportello. Il ragazzo spintona via George e gli va contro con aria superba. Chissà come se la caverà ora con un colosso come Ethan. Perché succedono tutte a me?
Perché sembra che sulla mia vita debba calare una nebbia fitta ogni volta che mi sembra di aver trovato la strada.
Entro nel proprio taxi che trovo e gli indico la strada di casa mia.
Poggio la testa contro il finestrino freddo, le strade di new Orleans sono ricche di musicisti di strada che suonano la loro arte in piena libertà, ragazzi che passano allegramente da un locale all'altro.
La macchina procede nelle strade trafficate a passo d'uomo.
Prendo il cellulare e controllo se ci sono novità ma nulla, quindi decido di scrivere a Cloe e dirle che sto tornando a casa, premo una mano sulla pancia e accarezzo la zona. Mi dispiace bimba, ti è capitata una madre sventurata ma prometto che farò di tutto per rendere la tua vita decisamente più allegra della mia.
Sarò come una fortezza indistruttibile che ti proteggerà dal mondo, ti amerò più di quanto amo qualsiasi cosa.
Lo schermo del mio cellulare si illumina e ritrovo un messaggio di Cloe. Mi dice che mi aspetta con un plaid sulla sulla panca ad altalena disposta in veranda.
Sposto lo sguardo verso il cielo e tento di trovare il mio pezzo di paradiso che mi porti via dall'inferno della mia vita. Gli eventi sembrano spingermi sempre più in basso.
Gli avevo chiesto di lasciarmi ma di non dimenticarmi e lui mi ha chiesto di dimenticarlo.
"Niente e nessuno potrà mai distruggerti Diana. Non permettere mai a nessuno di farlo! Tu sei una donna e dovrai sempre lottare il doppio! Lotta senza mai lasciarti abbattere anche quando ti sembra troppo difficile farlo! Resta in piedi a testa alta! Va bene bambina mia?" domanda asciugandomi le lacrime dal viso. Annuisco e sorrido. Mia madre mi prende la mano e mi fa salire sul suo letto matrimoniale in piedi. "Salta com me e ogni problema ti sembrerà volare via. I pensieri sono liberi e possono volare in qualsisia direzione e in qualsiasi luogo, sei tu a scegliere la loro destinazione..."prosegue e inizia a saltare sul letto. Faccio lo stesso anch'io e ogni problema sembra fluttuare via dalla mia testa. Il sorriso caldo di mia madre è l'unica cosa di cui mi importa. Afferra un cuscino e me lo sbatte in faccia. "Forza Diana, lotta! Mostrami che volto ha una vincente!" Prosegue con un sorriso enorme che le contorna il viso. Afferro un cuscino e iniziamo una vera e propria lotta. Gli insulti ricevuti man mano si volatilizzano e non assillano la mia mente.
Così come in questo momento tutti i dolori svanisco.
Nei momenti più bui, trovo sempre il mio rifugio nei ricordi più belli.
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Darkest Knight
RomansaAlcuni eventi narrati si basano su fatti realmente accaduti. I veri angeli si nascondono fra le persone comuni, molto spesso hanno volti insignificanti ma cuori talmente grandi da rendere il mondo migliore. Agiscono in silenzio e non pretendono ac...