"Non mi piacciono gli ordini e non eseguo gli ordini! Se vuoi ottenere qualsiasi cosa da me, lo devi fare secondo le mie regole e i miei criteri. Sei già parecchio in debito Diana..."
"Quali sono i modi giusti?"
Victor
Il locale è chiuso e sono andati quasi tutti via, tutti tranne Luce. Attendo che apra la porta ed entri, non può andare via lasciando qui le sue robe. La maniglia della porta si gira finalmente. Luce fa il suo ingresso nel suo mini abito bianco. Mi alzo in piedi e riprendo a sorseggiare il terzo bicchiere di whisky. Dark è andata via già da un'ora, ma non prima di avermi fatto una miriade di avance, lei non ha nulla che io non abbia già.
Diana ha qualcosa che le altre donne che posseggo non hanno. Non mi guarda nemmeno in volto come se fossi la cosa più ripugnante al mondo. Eppure è consapevole delle mie abitudini, sa quello che faccio. Forse ho sfiorato la sua sensibilità?
Prende i suoi vestiti dalla poltrona e si infila dietro il Separé. In ogni caso avrà bisogno del mio aiuto per togliersi il vestito. Dopo qualche minuto di silenzio, sento sbattere i piedi a terra.
"Dannato vestito!" urla in preda ad un attacco isterico, il suo atteggiamento spesso infantile mi fa sorridere. Poggio il bicchiere sulla scrivania e mi incammino con passo lento nella sua direzione.Valico il piccolo ostacolo che ci separa. Osservo la sua figura minuta. I capelli sono poggiati su una spalla. Mi dà le spalle mentre allunga le mani e tenta invano di togliersi il vestito. Si volta con sguardo corrucciato e mi fissa qualche secondo.
"Invece di stare lì impalato, abbassa questa cerniera! Non respiro più!"si lamenta. Si gira nuovamente e attende che lo faccia. Odio i comandi! Odio gli obblighi.
Allungo una mano e la porto sul suo collo, l'altra la poggio sul suo bacino e la schiaccio contro il mio corpo. Risalgo con la mano lungo il suo corpo, accarezzo il sottile tessuto de vestito che riveste il suo ventre, sfioro i suoi seni con le punte delle dita direzioni la mano verso il retro del suo capo, le slaccio il fiocco che lega la maschera dietro il suo capo e lascio che cada a terra. Mi abbasso all'altezza del suo orecchio, le mordo la zona sotto il lobo per poi poggiare la lingua. Inspiro il suo profumo e giro gli occhi come in estasi.
"Non mi piacciono gli ordini e non eseguo gli ordini! Se vuoi ottenere qualsiasi cosa da me, lo devi fare secondo le mie regole e i miei criteri. Sei già parecchio in debito Diana." Accarezzo con il naso la linea scoperta del suo collo. Le dita della mano accarezzano lo spessore sottile del suo collo.
"Quali sono i modi?" Sbruffa e tenta di dimenarsi dalla mia presa.
"Chiedere con gentilezza, non ordinare."Sorrido sornione vicino il suo orecchio. Sposto la mano dal suo collo al suo mento e le piego il capo lateralmente in maniera tale da aver accesso alla sua bocca. Il suo respiro si fa più pesante, sempre più pesante. Le sfioro con il naso le sue labbra carnose. Le mie labbra si sfiorano con le sue, in un gioco di seduzione stuzzicante.
"Perché mi hai guardata..."sussurra. Ho capito dove vuole arrivare ma voglio che sia più diretta.
"Quando?"la stuzzico.
"Lo sai benissimo quando. Devi avere dei seri problemi di concentrazione, se ti sbattevi lei e guardavi me! Dovresti essere più concentrato Victor." Indietreggia con il capo ma non le permetto di sfuggire dalla mia presa. Il suo culo si trova più in basso rispetto al punto dove lo vorrei. Questo è uno di quei casi in cui la sua altezza non gioca a mio vantaggio.
"Mi piace realizzare ogni desiderio che sfiori la mia mente"asserisco divertito. Le rubo un bacio, mi distanzio leggermente dal suo corpo e con uno strattono deciso le abbasso la cerniera liberando il suo corpo. Il tessuto cade a terra in un tonfo e io mi beo della visione del suo culo. Avvicino la mano al suo fondoschiena ma mi fermo a poca distanza, come se avessi appena letto un cartello: non toccare oggetto fragile.
Luce sei forse un desiderio che non posso realizzare?
"Eppure sono un desiderio che non puoi realizzare" asserisce come se mi avesse letto nella mente.
È spaventoso come alcune persone ci possano leggere nella mente.
Con una spinta la schiaccio contro il muro adiacente, accarezzo con il dorso delle dita la sua pelle.
So fin dove posso spingermi.
Il mio respiro diventa sempre più concitato come il suo, il cuore scalpita contro la gabbia toracica, il mostro perverso che dimora nella mia mente scalpita per uscire, Knight deve restare dietro le sbarre per un po' .
Vorrei possederla come desidero. Le afferro i suoi capelli bronzei nel pugno stretto della mia mano e le faccio reclinare il capo. Un mugolio di terrore fuoriesce dalle sue labbra.
"Non..."sussurro avvicinando il mio viso alla sua guancia e le sfiato contro "provocarmi..."proseguo annusandole la pelle "mai più" concludo lapidario. Mi abbasso sul suo collo e in maniera rude le mordo il collo. Mi dà una gomitata nello sterno che mi fa solo il solletico. Mi piace, è combattiva ma sono decisamente più forte. Mi inchioda con i suoi occhi nocciola e quasi mi fa retrocedere per l'intensità del suo sguardo.
"Tu non trattarmi mai più così!"urla fuori di sé. Sorrido sornione e percorro con una mano il suo fianco.
"Sono sicura che non dispiaccia così tanto." Ammicco in maniera spavalda. La lascio andare e lascio che si rivesta.
Il suo sguardo è indecifrabile, è così fragile.
Con passo deciso e testa confusa, ritorno sulla mia poltrona e attendo che esca dal Separé. Mi accendo una sigaretta e sbuffo fuori il fumo facendo dissolvere la nuvoletta nell'aria della stanza. Mi sento confuso e al contempo eccitato, una donna non dovrebbe scaturire in me la prima reazione ma solo la seconda.
Forse perché non sono abituato a donne come lei, ciò che non si conosce fa paura e manda l'uomo in confusione, il cervello genera dei meccanismi che tentano di dissimulare la sensazione di panico.
La stanza è completamente al buio, l'unica luce che entra è quella della strada che penetra dalla finestra e illumina il punto in cui sono seduto.
Mi sento sotto interrogatorio, ed è l'oscurità stessa ad interrogarmi.
"Mi dispiace e come!"ribatte urlando. Esce dal Separé e mi fissa indispettita. Indossa dei pantaloni bianchi ed aderenti. Un cappotto dello stesso colore e un cappello infantile con due orecchie. Ora cosa vuole?
"Dobbiamo stabilire dei limiti..."asserisce alla fine battendo un piede sul pavimento e scuotendo la testa. Non ci crede nemmeno lei a quello che dice.
"Qui non ci sono limiti e non voglio limiti..."evidenzio in tutta schiettezza.
"Non puoi fare così, non sono come loro e non voglio essere trattata nella stessa maniera"chiarisce.
"Per essere diversa da loro, non rifiuti il mio tocco e non rifiuti nemmeno i miei baci"asserisco.
Già i miei baci, non ho mai baciato una donna.
Le ragazze della mia routine non le ho mai baciate sulla bocca o sulle guance.
Non bacio mai, i miei baci sono indirizzati ad altre parti del corpo.
Le sue labbra sono invitati ed è uno spreco non baciarle.
Mi piace baciarla, lei è pulita e so che nella sua bocca prima non c'era il cazzo di un altro uomo e so che le sue labbra non hanno baciato altre labbra.
Come faccio a saperlo?
La controllo continuamente ed è diventata un ossessione.
Controllo i suoi messaggi, chiamate e la sua attività sui social.
"Sei tu quello che mi si avventa addosso continuamente." Gesticola nervosamente e abbassa lo sguardo.
Si sente sporca, lo noto da come si stringe in se stessa, si sente a disagio ed è tutta colpa mia ma non provo rimorso, solo soddisfazione.
Mi piace far sentire le donne nella stessa maniera in cui mi sono sentito io, a disagio perché non capivo perché mi avessero tradito così.
Mai adatto alla situazione,
mai all'altezza.
Il mio mondo si è divertito abbastanza ad usarmi come pedina, adesso tocca a me giocare e usare gli altri come pedine.
"Tu non mi rifiuti" le faccio notare. So che le piaccio, lo vedo da come mi guarda.
"Torno a casa..."biascica e mi dà le spalle. Mi alzo in piedi e mantengo la sigaretta stretta fra le labbra. Inspiro profondamente il fumo e la raggiungo. Mi sfilo la sigaretta dalle labbra e le sbuffo il fumo in faccia.
"Come torni a casa? Che ricordi la tua auto è stata demolita"asserisco. Durante queste settimane mi è sfuggita sempre, quasi come se mi evitasse. Mi evita per due possibili motivi; le piaccio e sa di non potermi resistere oppure ha paura di me.
"Come sono tornata in queste ultime sere..."afferma. Apre la porta e cammina quasi correndo. Vuole sfuggirmi ma non ho intenzione di farla scappare dalla mia presa e le devo ancora parlare.
"Come?"domando ancora.
"A piedi"afferma facendo spallucce. Prima che vada via, le afferro un polso e la blocco.
Con lei servirebbero delle manette nella vita, non solo durante il sesso.
Mi sfugge in continuazione e questo non fa altro che farmi innervosire.
Ho il controllo su tutto ma non ho il controllo su di lei.
Mi fissa corrucciata e attende che dica qualcosa.
"Ti riaccompagno io a casa, ci saranno meno dieci gradi lì fuori" concludo lapidario. "Devo parlarti" aggiungo nel tentativo di riuscirla a convincere. Non supplico mai nessuno e non lo farò anche nel suo caso, se rifiuterà, se ne tornerà con le sue gambe! Anche se la zona è buia, è pieno inverno ed è una delle zone meno indicate per far andare una donna in giro di notte. No, qualsiasi uomo ragionevole non la lascerebbe andare.
Ragionevole appunto! Spengo la sigaretta nel primo porta cenere che trovo a disposizione.
Agisci come agirebbe Victor e non Knight. Prendo la mia giacca con la mano libera e le faccio intendere che non accetterò un no!
"Okay."
Credo stia cedendo così in fretta per la stanchezza e non per altre motivazioni.
Forse non vuole lottare, c'è sempre un momento di cedimento in cui l'uomo non ha più voglia di lottare e io ne ho avuti numerosi.
Chiudo il locale e stacco la corrente.
Una volta fuori, Diana si ferma davanti ad una pozzanghera. Fissa il suo riflesso quasi ipnotizzata, mi affianco a lei e osservo le nostre figure che si proiettano nell'acqua ristagnata sulla strada.
"Cosa vedi?"domando improvvisamente.
"Due persone che sono sopravvissute ad una lunga giornata."Mostra un sorriso tirato e dal riflesso noto che ha volto lo sguardo verso di me. "Tu cosa vedi?"domanda a sua volta.
"Un uomo e una donna. Che sanno tutto di sé e nulla dell'altro. Non c'è altro"concludo.
Non è vero, perché so molte cose di lei. La sto analizzando, sto cercando di capire la sua mente e di individuare la pecca.
Deve essere sbagliata come tutte.
"Non è vero"ribatte. Sollevo il volto dalla pozzanghera e la fisso per qualche secondo.
"Cosa sai di me?" Inarco un sopracciglio incuriosito.
"Che ti nascondi dietro i tuoi schemi per proteggerti ma i tuoi stessi schemi iniziano a soffocarti"risponde con una certa sicurezza.
Lei che ne sa? Non può capire!
Eppure sono consapevole che quello che mi dice è la pura verità. "Sono anche io molto attenta ai dettagli".
In così poco tempo è riuscita a capire un dettaglio di me che non ha mai colto una persona che mi conosce da una vita. Oppure fanno finta di non capire e lei non finge a differenza di altri. Lavoro in una clinica e sono sicuro che gli psichiatri a me più vicini avranno colto qualcosa dai miei comportamenti. Non ci vuole un genio ma solo attenzione ai dettagli. Caratterista che un uomo di scienza deve possedere obbligatoriamente, ma lei è una semplice ragazza che non ha nulla a che vedere con la scienza e il raziocinio ma piuttosto con i sentimenti e la fantasia.
Lei vive a contatto con i sogni,
io invece vivo di realtà.
Lei vive di immaginazione,
io vivo di scienza.
Viviamo realtà opposte.
Nonostante tutto, lei ha compreso i miei dettagli.
Dettagli di me che costudisco gelosamente perché non voglio appartenere a nessuno, se non a me stesso.
"Sali in macchina"asserisco interrompendo il silenzio. Premo il tasto e faccio scattare la serratura, evito il suo sguardo come se i suoi occhi fossero fiamme che mi potessero incenerire.
Non bisogna affidarsi alle parole delle donne,non bisogna affidarsi in generale alle parole delle persone.
Tendiamo a dire parole senza senso che molto spesso per l'altro hanno un valore immenso e per noi non sono nulla. Parole di circostanza, l'uomo non dà più valore a ciò che dice oppure non l'ha mai dato.
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Darkest Knight
RomanceAlcuni eventi narrati si basano su fatti realmente accaduti. I veri angeli si nascondono fra le persone comuni, molto spesso hanno volti insignificanti ma cuori talmente grandi da rendere il mondo migliore. Agiscono in silenzio e non pretendono ac...