"Sei un desiderio pressante che va controllato..."
"I desideri non vanno soddisfatti?"
Diana
Lentamente il tessuto del vestito percorre le mie gambe. È talmente lungo che tocca il pavimento. Ha delle coppe interne che mi sorreggono il seno. Il tessuto è in raso nero, accarezza le mie forme evidenziandole in maniera adeguata. Ha un unico scollo sulla parte posteriore, che mi lascia la schiena scoperta. Le spalline sono doppie e poggiano con decisone sulle mie spalle. Il tessuto resta più aderente fino al mio fondoschiena, per poi scendere più largo sulla parte inferiore.
Infilo le décolleté nere e osservo la mia immagine allo specchio. I capelli li ho legati in uno chignon basso, in maniera tale da avere un'aria più sofisticata. Ho indossato un paio di orecchini in perle per dare un po' di luce al tutto. C'è troppo nero.
Avrei preferito indossare un abito di un colore diverso, ma mi sono ripromessa di adattarmi a lui solo per questa serata, solo per poco non per sempre.
Il silenzio aleggia nella mia camera da letto, non ci sono rumori. Si sente solo il ticchettio dei miei tacchi ogni qualvolta che mi sposto. Sul letto ritrovo un libro di Charlotte Bronte, Jane Eyre mi è rimasta impressa una sua citazione al riguardo dei sentimenti dell'autrice verso un uomo che non la ricambiava, diceva che : "Cercava l'amore, dove l'amore era sconosciuto".
Proprio nel momento in cui le parole si perpetuano nella mia mente, qualcuno bussa alla porta. Mi domando chi sia, Victor dovrebbe arrivare qui fra trenta minuti.
Appena giro la maniglia, me lo ritrovo davanti e resto qualche secondo imbambolata sul ciglio della porta. Indossa un completo totalmente nero, ma di un nero lucido. I capelli neri ribelli sono lisciati indietro da una patina di gel. Gli occhi aurei risplendono nell'oscurità. La barba non l'ha tagliata del tutto, le ha dato solo un aspetto più curato, anche così risulta bellissimo. La pelle ambrata risplende. L'unico tono di colore è dato dall'anello con lo stemma del leone, è l'unico accessorio che non toglie mai.
Sembra che il tessuto della camicia stia per esplodere.
È bellissimo e sono talmente stordita dalla sua bellezza, che non riesco a proferire parola.
"Vuoi farmi entrare, oppure intendi adularmi ancora un po'?"domanda con un ghigno.
Persino quando sogghigna risulta sexy.
Le labbra carnose si incurvano sul lato sinistro, mostrando la sua dentatura perfetta.
Praticamente stasera risulterò il sacco di immondizia che si porta dietro, perché si è dimenticato di gettarlo.
"Entra..."mormoro schiarendomi la voce.
Appena sale l'ultimo grandino e mi passa accanto vengo investita sul suo profumo mascolino e in maniera immediata percepisco l'odore aspro del tabacco. Si ferma proprio accanto a me, nonostante indossi dei tacchi, gli sfioro a stento la spalla.
Io sono una formica ma lui è un gigante sul serio.
Un adone che sprigiona virilità e perversione da ogni poro.
"Non pensavo che questa sera, non incarnassi la virtù..."sussurra ad un filo dal mio orecchio. Sporge lo sguardo e osserva il retro del mio vestito. "Con questo scollo, potremo divertirci parecchio"prosegue.
Allunga le mani e mi accarezza il fondo della schiena lentamente. Il battito cardiaco aumenta, la gola mi si secca, tutte le sensazioni che si provano durante la fase di attrazione.
Sono vittima del suo fascino.
Le sue dita ruvide percorrono la mia pelle salendo e scendendo, la pelle d'oca si forma lentamente prima sulla mia schiena e poi sulle mie braccia. Sollevo lo sguardo e noto che i suoi occhi sono catturati dalle mie labbra dischiuse e messe in risalto da un rossetto rosso dal colore deciso.
"So che preferisci il peccato, sei più attratto dalla perversa oscurità..."ribatto riuscendo finalmente a riconnettere il cervello.
Sono immensamente attratta da lui ma anche lui, sono convinta che sia attratto da me. Non so come mai, non assomiglio al genere di ragazze che sceglie per la sua routine.
Sono diversa ma a quanto pare i suoi gusti stanno mutando.
"Luce non puoi confonderti, dove vorresti nasconderti? Si vede lo stesso..."sussurra ad un filo dalle mie labbra.
Che cosa si vede?
Se glielo domando mi prenderà per stupida?
Ma ci sono volte in cui non ci riesco proprio ad arrivare ai suoi discorsi distorti.
Forse intende che sono troppo pudica per poter rappresentare il peccato?
In confronto a lui, sembro una monaca di sicuro.
Ha desideri perversi e assapora i piaceri dei corpi in maniera del tutto disinibita e a me sconosciuta.
Il sesso per me, era un elemento delle relazione non molto rilevate che usavo come strumento per ottenere ciò che volevo.
Non ci ho mai giocato con il mio corpo,
non ho mai sperimentato nulla di nuovo,
non ho mai conosciuto tutte le regole.
Mentre Knight sembra conoscere le regole e anche altro.
Sembra conoscere tutti i mezzi per vincere,
sembra conoscere tutte le pedine da toccare,
sembra sapere ogni cosa, che per me può essere solo fantasia.
Ciò che io posso solo immaginare, lui ha già reso realtà.
Quindi si ha ragione, in confronto a lui sono una santarellina, che per una notte ha deciso di vestirsi da diavolo.
Mentre io navigavo nei miei pensieri, Victor mi ha lasciata sul ciglio della porta, con la porta dischiusa e si è messo ad analizzare il mio albero di Natale.
Non è bello quanto quello che avevo visto nel vivaio del vecchio depravato ma non è male neanche questo, poi con le decorazioni fa la sua bella figura.
È persino più alto del mio albero di Natale. La mia osservazione mi fa sfuggire un risolino inquietante che attira la sua attenzione.
Mi guarda qualche secondo accigliato, per poi proseguire la sua ispezione.
"Ti sei svegliata dal tuo stato di trance? Oppure ti sei persa nell'oscurità Luce?"
Il suo tono è derisorio non mi piace!
"Per quale motivo sei qui prima del previsto? Avevi paura che scappassi?" Incrocio le braccia al petto e attendo che risponda.
"Volevo controllare che avessi un aspetto adeguato per l'occasione"ribatte senza battere ciglio.
"Cosa pensavi che mi presentassi con un costume delle tue burlesque?"ribatto indispettita.
Per chi diavolo mi ha presa? Per una donna dai gusti volgari!
Penso di averglielo già dimostrato con il mio abbigliamento che non lo sono.
"In realtà ero piuttosto preoccupato che ti presentassi con un saio..."
Appena pronuncia l'ultima parola, un sorriso gli adorna il suo viso perfetto. Compaiono un paio di fossette che lo rendo non adorabile ma sexy!
Invece quando si arrabbia si gonfiano due possenti vene sul collo e una al centro della fronte.
Perché diavolo faccio attenzione a tutti questi dettaglia?
"Beh ora che hai potuto constatare che non indosso un saio suppongo che sia soddisfatto..."ribatto incrociando le braccia.
"Sono piuttosto soddisfatto..."
Ammicca e mi supera dirigendosi verso la cucina.
Apre una finestra della cucina ed estrae dal suo cappotto nero ed elegante, un pacco di sigarette. Poggia la sigaretta fra le sue labbra carnose che si incurvano. Estrae l'accendino e senza chiedere il permesso ne fare tante cerimonie, se la accende.
"Avresti dovuto chiedermelo..."
"Non chiedo mai ciò che voglio fare, poi so che sei sola..."ribatte soffiando il fumo nella mia direzione con fare provocatori0. Mi avvicino con passo lento e suadente e mi piazzo proprio davanti a lui.
"Come fai a saperlo?"
Senza dire nulla mi mostra il suo cellulare e sorride.
"Perché tutti questi segreti..."borbotto innervosita.
"Perché tutte queste domande? Non dovrebbe interessarti. Sono qui, tu sei qui, non c'è altro da sapere Luce..."sussurra accarezzando il mio nome con le sue labbra carnose.
Allunga una mano e sposta la ciocca di capelli che ho lasciato libera dallo chignon. Si protende verso di me ,abbassandosi alla mia altezza. "Sei un desidero pressante che va controllato..."prosegue annusando il mio profumo.
"I desideri non vanno soddisfatti?"ribatto inchiodando lo sguardo nel suo. Le sue iridi luccicano bramose di possedermi. Ma allo stesso tempo ogni suo impulso è domato dalla sua ragione.
Nessun impulso se pur il più forte, ha il controllo su di lui.
Esercita perfettamente il controllo su se stesso.
"Non quelli come te, diventano delle tremende dipendenze che sarebbero troppo ingombranti nella mia routine." Mi afferra il mento fra il pollice e l'indice della mano libera. Analizza il mio volto con attenzione spostandolo da destra verso sinistra.
"Stasera continuerai a chiamarmi Luce?"domando inarcando il sopracciglio.
"No, preferisco tenermi certi dettagli per me." Riprende a fumare come se nulla fosse.
Mi sembra di essere una nave nel pieno di una tempesta.
In balia delle onde che mi sbattono con forza a fondo per poi risollevarmi.
Tento di galleggiare nel mare dei sentimenti, e delle emozioni contrastanti che mi fa provare.
Un momento prima mi fa sentire speciale, quello dopo una nullità.
Non so più come sentirmi.
Come comportarmi.
Non so cosa fare.
"Se un uomo importante ti facesse una proposta tu accetteresti?"domanda improvvisante sbuffando il fumo contro il viso.
"Dipende dal genere di proposta..."ribatto.
Incrocio le braccia e mi chiudo in me stessa.
Il suo profilo è perfetto.
Ha un naso dritto, labbra carnose e due occhi che sembrano aver rubato tutta la bellezza alle dune del deserto. Intensi come fuoco.
"Sesso Diana..."ribatte con un ghigno malefico.
"Intendi sesso per soldi?"proseguo accigliandomi.
Non capisco il filo del suo discorso.
Da dove viene fuori questa domanda?
"Esattamente Luce..."risponde come se ciò che ha appena detto, non avesse nulla di immorale.
Victor è abituato a questo genere di cose.
Sono certa di aver assunto in espressione disgustata, perché lui sogghigna allegramente, divertito dal mio comportamento pudico e infantile.
"Certo che no..."dissento.
"Questo è l'esatto motivo per cui, devo starti alla larga"ribatte scuotendo la testa.
Che vuol dire?
Voleva farmi lui una proposta del genere?
Sono troppo pudica per i suoi gusti?
Perché mi faccio tutte queste paranoie.
Sostiene la sigaretta a mezz'aria, prima che se la rinfili fra le labbra mi avvicino come una furia e gli sfilo la sigaretta dalle dita e me la infilo fra le labbra. Non c'è la faccio più a sostenere una conversazione con tranquillità mentre lui continua a fare lo stronzo, io continuo a non capirlo e poi c'è il fumo di mezzo. Continua sbuffarmelo sul viso.
Ogni dipendenza nei momenti in cui siamo più deboli ci porta a cedere.
Cadiamo in errore.
Finiamo nel turbine dei sensi di colpa.
Per poi riprendere il rigore dell'astinenza e rettitudine.
Circolo vizioso e infinito.
Tutta questione di volontà.
La mia ha appena ceduto.
Mi fissa qualche secondo interdetto, non si aspettava il mio gesto.
Il fumo acquieta ogni mio tormento.
Anche se per poco. Faccio fuoriuscire il fumo dalle narici per poi riportarmi il filtro fra le labbra. Termino la sigaretta e schiaccio la cicca.
Raccolgo la mia pazienza e sollevo lo sguardo verso il mio prepotente interlocutore.
"Hai perso la pazienza Luce?"domando gongolandosi nel suo ego smisurato.
"È impossibile non cedere in qualche modo o in qualcosa con te..."borbotto.
Mi dirigo verso la cucina muovendomi in maniera lenta e sensuale.
Ho tutte le intenzioni di far cedere anche la sua di volontà.
"Per quanto mi piacerebbe restare qui con te solo...dobbiamo andare, magari rimandiamo ad un altro momento." Ammicca divertito.
"Se non mi chiudono prima in una clinica psichiatrica..."borbotto raggiungendolo e afferrando con rabbia il mio cappotto.
"Oh sicuramente lì dentro potemmo fare lunghe chiacchierate, senza che tu abbia la possibilità di domandare"ribatte con un ghigno divertito.
"Non sei uno psichiatra, l'unico con cui parlerei sarebbe il medico e eviterei ogni tua visita!"ribatto arcigna. Mi infilo il cappotto nero e lo lego in vita. Prendo la borsetta a mano nera lucida, dove ho messo, le chiavi, il cellulare e il rossetto.
"In ogni caso avrei la strada facile Luce"ribatte divertito scuotendo la testa. Mi apre la porta di ingresso e appena lo sorpasso, mi dà uno schiaffo sul sedere talmente forte da farmi avanzare. Mi volto adirata e gli do un buffetto sulla spalla. Sento la natica bruciare.
"Se osi rifarlo, giuro che ti prendo a calci nelle palle!"urlo furiosa.
Richiude la porta con tutta tranquillità, si posiziona alle mie spalle mentre recupero le chiavi per chiudere.
"Le tue minacce, non mi spaventano, ne tantomeno mi fermeranno..."ribatte soffiando ogni parola contro la pelle scoperta del mio collo. Dopo aver chiuso la serratura.
Lo seguo verso la sua macchina costosa.
Ogni battaglia con lui potrebbe solo essere persa seppur vinta.
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Darkest Knight
RomanceAlcuni eventi narrati si basano su fatti realmente accaduti. I veri angeli si nascondono fra le persone comuni, molto spesso hanno volti insignificanti ma cuori talmente grandi da rendere il mondo migliore. Agiscono in silenzio e non pretendono ac...