Capitolo 23

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Canzone: tango santa Maria (Gotan Project) ⬆️

"Da quando sono un fiore di luna?"

"Da quando hai imparato a farti notare nell'oscurità. Non capisci Luce?"

Victor

Ci sono cose che non capisco ma vorrei capire e cose che capisco e non vorrei capire. È tutto un circolo vizioso che mi porta ad essere insoddisfatto.
Malcom continua a guardare Diana in maniera languida ma lei non lo degna di uno sguardo, è concentrata su di me. Appoggia i gomiti sul tavolo e poggia il mento sulle mani che unisce come fare da base. Allungo una mano e percorro la sua schiena nuda fino a scendere sulla parte bassa della sua schiena. Allungo le dita e le infilo sotto il tessuto sfiorando la parte alta della spaccatura fra le sue natiche. Ha iniziato lei ed io non ho intenzione di fermarmi. Non mi tiro mai indietro, nonostante del sano sesso con lei sarebbe una rottura della mia routine, come l'insieme della serata in sé.
Sono uscito dagli schemi, perché non uscire completamente dagli schemi?
Non ha mangiato, ne ha bevuto molto. Si mantiene nei suoi rigorosi limiti.
Malcom e Kendall si alzano in piedi per andare a fornicare chissà dove.
Diana una allunga la mano e la posa sulla mia gamba.
"Continui a stuzzicarmi ma fin dove vuoi spingerti Diana." Afferro la ciocca di capelli che ha lasciato libera e me la rigiro fra le dita.
"Dove vorresti arrivare?" domanda sbattendo gli occhi in maniera lenta e sensuale.
"Solitamente sono io a porre le domande e ricevo le risposte, senza che siano fatti troppi giri di parole..."ribatto con tono deciso.
"Non mi hai ancora detto precisamente cosa fai per essere accerchiato da tutta queste persone altolocate." Continua a fissarmi alla ricerca di una risposta dai miei occhi.
Nei miei occhi non troverai nulla se non :
oscurità,
sbagli,
passato,
ricordi,
promesse mai mantenute,
sogni infranti.
Mi porto dietro una scia interminabile di errori.
Lei non vuole fermarsi in superficie come tutte ma cerca in qualsiasi modo di arrivare alla mia anima.
Sarà anche questo a renderla diversa, ai miei occhi.
"Non ti conviene provare ad entrare nella mia mente, ne resteresti sconvolta. Sono solo una macchina vuota, che fa le stesse cose ripetutamente. Tu non puoi arrivare dove nessuno arriva..."mormoro divertito. Mi porto la flûte di champagne fra le labbra e lo sorseggio lentamente. Le bollicine scoppiettano sulla lingua e il sapore dolciastro dell'alcol mi inebria la mente e assopisce i mie pensieri.
"Non voglio nulla. Voglio semplicemente sapere con chi sto parlando."
Si sporge verso di me e mi ruba un bacio.
Proprio come farebbe un adolescente.
Le sue labbra per un secondo si sono posate sulle mie e non ho avuto il tempo di restituirle un po' dello sporco, che anche lei si merita di assaporare. "Possiamo ballare se non vuoi parlare. Oppure non vuoi fare nemmeno..."
Prima che prosegua mi alzo in piedi con uno scatto e la tiro verso di me afferrandole il polso. Il suo corpo morbido si scontra con le durezze del mio. Persino le nostre pelli sono un contrasto perfetto, la mia è scura come la notte, la sua è chiara come la luce.
"Spero che almeno così ti zittirai per un po'" borbotto. Non mi dispiace così tanto parlare con lei. Nonostante sia una donna e per me sia solo una serpe ammaliatrice che tenta l'uomo al peccato, con false promesse.
Se dovessi paragonare mia madre a qualcuno la paragonerei proprio ad Eva.
Bella, intelligente e astuta.
Indusse l'uomo a peccare con le sue abilità retoriche.
Le donne fanno questo, incantano con le parole, fanno promesse che non potranno mantenere.
Lasciano che l'uomo sogni, mentre loro manovrano ogni sogno.
Burattini e burattinai.
Ma nel mio caso, non vivo nel sonno della mia ragione, ma nel suo pieno utilizzo, quindi non mi faccio irretire da nessuna donna.
Nemmeno da Luce che tenta di abbindolarmi con qualche frase ad effetto ma che non sortisce nessun effetto su di me.
La trascino al centro della sala e nelle esatto momento in cui la schiaccio contro il mio viene. Inseriscono un tango. "Spero che tu sappia muoverti Luce, altrimenti farai la tua bella figura!"
"Oh forte non ti ho detto un piccolo segreto!"sussurra facendo passare una gamba fra le mie e piegandosi con maestria. Appena si rialza sorride divertita e mi ruba nuovamente un bacio. "Mia madre è di origini spagnole. Ha sempre amato il ballo e soprattuto quello latino..."
La allontano con uno scatto e volteggia su se stessa, mantenendo lo sguardo su di me.
Più di uno sguardo è su di noi.
Ci muoviamo con passi sicuri all'intento della sala. Diana si lascia condurre e mi sta dietro ad ogni singolo passo. Premo il palmo in maniera salda sulla schiena e la faccio volteggiare facendole sollevare i piedi da terra.
Tra i miei e i suoi occhi avviene una battaglia.
Nei miei regna la ragione e nei suoi il sentimento.
Eros e Logos stretti nella morsa fatta dalle loro stesse braccia.
Lei con i suoi occhi luminosi, non può porre riparo ai danni che mi sono stati cagionati nel tempo.
Sono stata vittima innocente. Ora ledo, senza essere leso. Fingo ciò che non posso provare.
La passione è un momento che si consuma nel tempo.
L'amore è un sentimento fittizio che probabilmente non è altro che l'invenzione di qualche uomo solo che ha trovato qualcuno con cui non sentirsi solo.
L'amore è l'elemento che elimina la solitudine.
Ci convinciamo di vedere ciò che non esiste.
Come la fede.
C'è chi si inchina davanti ad una statua per la pura idea che ci sia qualcuno dall'altra parte a sostenerlo e farlo sentire meno vuoto.
Dio non è altro che una finzione a cui l'uomo crede per esorcizzare le sue paure.
Così l'amore esorcizza il senso di vuoto che sentiamo dentro.
Realtà o credenza?
Ognuno crede ciò che vuole.
Io credo in ciò che vedo.
Non in ciò che non posso toccare.
Non voglio credere che ciò ho visto fosse amore .
Non voglio credere che ciò che lei provava per me fosse amore.
Diana accavalla una gamba sul lato del mio bacino e si inclina in avanti, mentre sbatte le sue folte ciglia e mi ammaglia con lo sguardo.
Il suo sguardo è fuoco.
Il suo corpo è passione.
La sua mente seduzione.
Ha tutte le qualità che la rendono agli occhi degli uomini...FATALE.
Ed è per questo che lei è il mio fiore di luna.
Proprio come un moonflower in piccole dosi è un perfetto allucinogeno per alienarsi dalla realtà, in grosse dosi è letale.
Ogni volta che mi guarda sembra dar vita a delle onde impetuose nella mia testa che mettono in disordine i miei schemi.
Con una spinta la allontano e riprendo a condurla.
So come suonare le note del suo corpo.
"Comando io...decido io quando farti apparire..."
Senza l'oscurità lei non si vede.
Siamo due figure oscure che si muovono nella sala ma non sprigionano paura ma seduzione.
L'oscurità a volte scaturisce una perversa attrazione.
Appena la musica termina, mi trascino Diana dietro. Non voglio applausi, odio avere l'attenzione su di me. Preferisco passare inosservato.
Agisco senza essere visto.
Afferro dal tavolo il mio pacco di sigarette e lascio il polso di Diana.
"Dove vai?"domanda accigliandosi.
"A fumare, vuoi portare il tuo corpo latino con me?"
Avrei detto culo ma voglio essere elegante.
"Si".
Annuisce rafforzando il suo si.
Vuoi proprio può fuggire con me dalla realtà Luce?
Prima che la signora Davanon ci raggiunga, aumento il passo. Non voglio sottoporre né me né Diana alle sue domande.
Raggiungo l'entrata e prendiamo i nostri cappotti per uscire. Diana si infila il suo e chiude la cintura stringendola fin troppo. Poggio la sigaretta fra le labbra e appena siamo fuori la accendo. Mi spalleggio alla ringhiera in marmo e sollevo lo sguardo. Diana si è posizionata esattamente davanti a me.
Ho tante cose da dire, hai tante cose da darmi.
Ma meglio che continuiamo ad essere la chiave e la serratura giusta, che continuano a non appartenersi.
Nonostante indossi il suo cappotto pesante, rabbrividisce. Allungo una mano e la avvicino al mio corpo. Il suo corpo entra in collisione con il cogliendola di sorpresa.
Mi sfilo la sigaretta dalle labbra e le sbuffo il fumo sul viso. Poso una mano sul suo bacino, man mano scendo sulle sue natiche. Stringo il tessuto e la avvicino ancora di più del mio corpo.
Inspiro il suo profumo e tento di mantenere un minimo di contegno. 
"Ti divertiva provocarmi Luce?"domando con tono basso e suadente. Le pupille si dilatano, il respiro aumenta. Ogni sua reazione fisica è il preludio dello stato di eccitazione.
Mi poggia le mani sul petto. Se ci fossero meno strati di vestiti, avresti le mani legate, non per soddisfare un qualche mio feticismo ma una mia insicurezza.
Sarei più soddisfatto e lo saresti anche tu.
"Non sai quanto..."ribatte.
Spengo la sigaretta fra le dita.
La bacio in maniera sporca, volgare e impudica.
Le nostre lingue si intrecciano, la mia insoddisfazione aumenta.
Lancio la sigaretta in un punto sperduto e tocco tutto quello che posso.
Piazzo entrambe le mani sulla parte bassa della schiena e la spingo sempre di più contro il mio corpo. È schiacciata contro il mio ma non mi basta.
Desidero sempre di più.
Voglio rubarle l'anima.
Voglio rubarle tutte le tue convinzioni,
voglio lasciarle a mani vuote proprio come è stato fatto con me, così vedrebbe il mondo per la prima volta per davvero.
Non lo vedrebbe attraverso la sua bolla di credenze.
"Wow...non mi sembra il luogo adatto per certe effusioni." Una voce alle spalle di Diana attira la mia attenzione. Appena sollevo lo sguardo mi ritrovo davanti Malcom. Diana si schiarisce la voce e si sposta velocemente accanto a me.
"Dove hai lasciato Kendall?"ribatto prima che possa fare qualche battuta inadeguata.
"A tavola, li dove mi aspettavo di trovarvi. Mia madre ti sta aspettando, è curiosa di conoscere riccioli d'oro..."prosegue facendo un cenno con il capo verso Diana.
"Il mio nome è Diana, non riccioli d'oro. Non sono una bambola a cui puoi attribuire nomi a tuo piacimento!"ribatte accigliandosi innervosita.
Resto in silenzio.
Sono adulti, se la sbrigheranno tra di loro.
"Oh quindi usi quelle belle labbra anche per parlare"borbotta.
"Prevalentemente la uso per parlare. Scommetto che tu ti dedichi ad altre attività con quella lingua!"
Ha provocato la donna sbagliata.
Apriamo le danze!
"Se vuoi te ne mostro qualcuna..."ribatte.
"Se vuoi perdere la lingua, credo che sia la maniera giusta!"prosegue.
"Caliente, mi piace!" Ammicca nella mia direzione.
"Non saprai mai quanto. Frena la lingua"ribatto chiarendoli che deve mantenere le dovute distanze. Non è quel genere di donna a cui lui è abituato e si deve fermare prima di fare un passo falso.
"Farò il bravo." Fa la croce sul cuore in maniera grottesca.
"Non ti scaldare troppo moonflower, non vorrai appassire..."sussurro alle sue spalle. Si volta verso di me e mi guardo con fervore.
L'unica lingua che si poggerà sul suo corpo è la mia.
L'unica che esplorerà la sua bocca, finché mi va, finché le andrà.
Gli unici legami nascono dalle manette che uso.
Nessun legame sentimentale.
Questo è il bello della mia routine.
"Da quando sono un moonflower?"domanda divertita.
"Da quando hai imparato a farti notare nell'oscurità. Non capisci Luce?"proseguo con un ghigno che mi compare sul mio volto. Le poggio una mano sulla base della schiena e la spingo dentro. Malcom ritorna al tavolo e noi ritorniamo a depositare i nostri cappotti.
"Con te, non mi sembra mai di capire realmente..."ribatte.
Appena rientriamo in sala.
Diana si sfila la giacca e il mio sguardo cade sullo scollo profondo e sensuale sulla sua schiena.
"Bisogna saper leggere le parole, oltre che saperle semplicemente ascoltare. Il modo in cui vengono dette, i dettagli, il contesto, il contenuto, il significato simbolico. Dietro una singola parola c'è un mondo dietro che dovrebbe essere analizzato con attenzione, quando non avviene, hanno origine i cosiddetti fraintendimenti..."ribatto.
Lasciamo nuovamente i nostri cappotti.
Più di uno sguardo femminile si posa su di me e subito dopo su Diana.
Lei è esattamente il mio riflesso.
Molto spesso si dice che la donna sia il riflesso del proprio uomo e viceversa. Noi dovremmo essere il riflesso di due estranei che agiscono mossi da una reciproca attrazione irrefrenabile.
La sua pelle candida, non è macchiata nemmeno da un tatuaggio almeno nei punti in cui posso vedere.
"Ragion per cui bisognerebbe utilizzare parole più chiare. In un libro ci sono marea di parole e concetti che vengono enunciati da un'unica mente e capiti da milioni. Nessuno fraintende o quasi mai accade. Questo perché i concetti sono spiegati in maniera chiara. I riferimenti simbolici sono semplici. Tu invece potresti racchiudere in un'unica parola, la teoria del tutto! E nessuno ci arriverebbe mai, se non dopo tempo!"borbotta.
Ci sono così tanti segreti a dividerci.
"Hai poca fiducia nelle tue doti"proseguo divertito.
"Non sono le mie doti quelle di cui dubito ma piuttosto le tue abilità di farti capire. Ma credo che tu non voglia essere capito, per questo ti rendi incomprensibile. Anzi vuoi essere capito ma da pochi eletti che riescono a tradurre le tue parole in una lingua comprensibile."ribatte con schiettezza.
"Non faccio giochi mentali! Devi imparare a leggere nella chiave giusta quello che dico"ribatto con sicurezza.
Non voglio essere capito da tutti ma da pochi.
Perché quei pochi sono reclamate quelle persone che sono interessate a me e quello penso. Altrimenti non darebbero troppo peso alle mie parole e non se ne farebbero un cruccio.
Dimenticherebbero le mie parole e andrebbe avanti.
Credo che Luce sia solo incuriosita, lei vede in me un problema a cui vuole giungere alla soluzione.
Come ogni donna non troverà mai la soluzione.
Non troverà mai il modo esatto per capirmi.
Non voglio che lei mi capisca fino in fondo.
Come tutte le donne deve restare in superficie.

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