Capitolo 14

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Canzone: Likeness (Lawless⬆️)

Diana

Finalmente posso tornare a casa. Knight è rimasto tutto il tempo a fissarmi in silenzio. Mi infilo il cappotto e il mio cappello con le orecchie e valico il bancone sotto il suo sguardo attento.
"Nel silenzio aleggia il peccato, che tenta l'uomo solo, che non può far altro che peccare per rompere il silenzio e rendere la sua vita meno monotona..."sussurra appena mi posiziono davanti a lui. Allunga una mano e giocherella con il pon pon sulla mia testa. Resto ferma in attesa che faccia qualcosa, in attesa che pecchi.
"Tu ti lasci tentare? Rompi il silenzio?"domando.
"Sarei un debole se cedessi. Non cedo ma mi prendo ciò che desidero."
"Mi desideri?"domando dischiudendo le labbra per inalare più aria in corpo.
"Come si desiderano tutte le cose sbagliate." Poggia una mano sulla mia guancia, e porta il pollice sulle mie labbra e ne disegna il contorno. Sposta la mano sulla mia guancia e sorride.
"Non sono sbagliata..."ribatto accigliandomi.
"Però vorresti esserlo." Sogghigna divertito. È consapevole che sia attratta da lui, ma sono consapevole che anch'io gli faccio un certo effetto.
"Per non essere un uomo che cede, ai ceduto più di una volta"ribatto decisa.
"Mi sono preso quello che volevo, tu non sei un peccato, sei molto peggio. Sei una dipendenza e le dipendenze vanno evitate..."sussurra, abbassandosi alla mia altezza.
Accarezza il mio labbro inferiore con il suo superiore abbassandosi alla mia stessa altezza. Il suo ciuffo corvino accarezza la mia fronte. Vengo pervasa dal desiderio febbrile di averlo, di assaporare quelle labbra carnose ancora una volta, anche se dovesse essere l'ultima.
"Non tutte le dipendenze sono nocive."
"Dimmene una che non lo è Diana e mi convincerai a baciarti." Sorride e indietreggia di poco con il capo.
"Io non lo sono..."asserisco in maniera convincete.
"Qui ti sbagli, le persone sono le dipendenze più nocive. Perché proprio nel momento in cui hai più bisogno di loro, finiscono per abbandonarti..."ribatte scuotendo la testa amareggiato.
"Non ho mai abbandonato nessuno, tutti quelli che hanno bisogno di me, non li ho mai lasciati"chiarisco.
"Smettila di mentire...tutti lo fanno. "
Prima che possa ribattere mi bacia.
Mi bacia e mi ruba l'aria,
mi bacia e mi sorprende,
mi bacia e fa divampare il fuoco nel mio corpo.
Con entrambe le mani avvolge il mio volto, facendomi sentire piccola e insignificante.
La gravità sembra portarci ad essere nello stesso luogo insieme.
Forse ha ragione anch'io scappo e abbandono per paura di farmi del male.
Scappo da lui e sto scappando da ciò che mi fa provare.
Mi lecca il palato per poi sfiorare la mia lingua con la sua. Mi schiaccia fra il suo corpo e il bancone. La mia schiena cozza contro il legno duro. Poggio le mani sulle sue spalle, man mano risalgo sul suo collo per poi avvolgere il suo viso. Si lascia toccare, accarezzare e venerare dalle mie mani. Una mano si arpiona ai suoi capelli e li tiro indietro. Sono lisci e morbidi, anche i suoi capelli sono perfetti.
Non riesco a trovargli un difetto fisico. Il suo carattere invece avrebbe un elenco interminabile di difetti. Una mano raggiunge il mio collo e lo stringe leggermente senza fare troppa pressione. Intorno a noi c'è un ampio spazio vuoto e silenzioso, risuona solo il rumore dei nostri respiri che si confondono. Appena mi morde il labbro inferiore, un mugolio di dolore abbandona le mie labbra. Passo la lingua sulla zona rigonfia, percepisco il sapore metallico del sangue. Indietreggia di qualche passo e prende le giuste distanze dal punto in cui mi trovo. Resto stordita, ferma a fissarlo un po' interdetta. Mi destabilizza continuamente. Non mi va che sia nuovamente lui a dire qualcosa che potrebbe ferirmi, quindi preferisco andarmene prima che mi riservi qualche critica o che mi trovi qualche altra mansione da farmi svolgere per tenermi qui incatenata a questo posto e a lui con i suoi continui sbalzi di umore. Ha un aspetto glaciale, sembra impossibile cogliere una qualsiasi reazione da parte sua.
"Torno a casa..."biascico scuotendo la testa. Non dice nulla ma resta fermo a fissarmi come se analizzasse la mia reazione. Raggiungo la porta con passo spedito.
"Hai la macchina?"domanda prima che io esca.
"Si, un mio vicino vendeva la sua auto a poco prezzo e l'ho comprata. È in ottime condizioni, almeno posso spostarmi"asserisco con un sorriso tirato. Ho fatto un ottimo affare per una volta. Si infila un cappotto nero, nero come la sua anima. Appena mi affianca, mi fissa con le sue iridi dal fascino incantevole, sono di un colore particolare,simile alla sabbia. Sono adornate da piccoli punti neri, che si notano guardandolo da vicino. Sembra che abbia il manto di un leopardo disegnato negli occhi.
Le sue gemme auree private della luce diventano oscure, così come la sua mete. Knight vive una vita doppia.
Mi mostra solo il peccato ma non mostra il resto.
Come vive durante il giorno?
Cosa nasconde sotto la sabbia del deserto nei suoi occhi?
Chi è realmente Knight?
"Ti fai chiamare solo Knight qui dentro? Non mi sembra adatto alla tua personalità. Potresti essere di tutto tranne che un cavaliere..."mormoro.
"Infatti non mi chiamano solo Knight ma Darkest Knight..."ribatte con tono sensuale e basso.
È il peccato che prende le vesti umane e tenta la donna, più dell'uomo.
Knight è lussuria allo stato puro.
Un desiderio irrefrenabile che non si può contenere con le sole forze della ragione. Scuoto la testa come per scacciare i pensieri e apro la porta, per sfuggire da lui e le sue battute sempre pronte e argute.
"Buongiorno Knight..."mormoro con fare civettuolo per poi sgattaiolare via letteralmente. Non gli do il tempo di ribattere che corro letteralmente verso la mia macchina. Appena la raggiungo, non riesco a infilare le chiavi perché mi tremano le mani per il freddo, dentro la serratura.
"Scappi da me, eppure hai sempre bisogno di me. Come in un eterno ciclo ripetitivo. Ogni cosa prende il posto di qualcos'altro".
Mi sfila le chiavi di mano e osservo la sua mano possente e ricolma di vene sul dorso, le stesse vene che scompaiono dove inizia la manica del suo cappotto. Inserisce la chiave nella serratura e fa scattare le sicure. Sfila la chiave e con galanterie mi apre lo sportello e mi porge le chiavi. Sussurro un grazie che lo fa sorridere. "Buongiorno Luce..."sussurra per poi chiudere il mio sportello con uno scatto e dirigersi verso la sua macchina. Le sue iridi auree sono fisse sul mio viso fino ad un momento prima di entrare in macchina.
La sensazione costante che mi fa provare è quella dell'instabilità ma mi rende così viva.
È uno spettacolo caotico senza eguali.

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