Capitolo 31

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Diana

Gli spingo le spalle e tento di divincolarmi, ma la sua presa forte non mi lascia andare.
Vorrei conoscere la sua anima, non solo i suoi baci.
Da quando ci siamo incontrati, mi ha sconvolto l'esistenza...
"Vorrei diventare il tuo posto sicuro..." sussurro.
Victor si allontana come se lo avessi appena spinto.
"Sei proprio una sognatrice Diana. Ti lasci illudere dai sogni ma dovresti guardare la realtà e affrontarla per quella che è. Non ho bisogno di nessuno, nemmeno di te..."
Vorrei che fosse mio ma sperarlo significherebbe illudermi, appartiene solo a se stesso.
Appartiene ad un mondo di cinismo, dove il sentimento è un astro lontano da ammirare senza mai toccare.
Ha così tanti difetti ma sto finendo lentamente per amare ogni suo singolo difetto, che ai miei occhi lo rendono perfetto.
"Sono stanca di restare in superficie come tutte..."ribatto con sguardo affranto.
"Vuoi giocare?"ribatte improvvisamente con un ghigno.
Allungo una mano e gli accarezzo la sua guancia adornato dalla barba, sotto il suo sguardo attento.
"No, voglio conoscerti, non giocare con te..."ribatto con sguardo sicuro. Scuote la testa e mi lascia andare.
Non permette a nessuno di sfiorare la sua anima.
"Tu sei come tutte, fingi di essere ciò che non sei!"conclude fuori di sé. Si avvicina alla porta e la apre. Mi incammino con passo deciso verso l'esterno.
Vorrei piangere e urlargli contro allo stesso tempo ma non voglio fargli capire quanto potere eserciti su di me. Mi afferra il polso prima che possa uscire e mi blocca. "Venerdì passo a prenderti, se non ti farai trovare, troverò il modo per trovarti!"ribatte. Appena conclude, si apre la porta dello studio del dottor. Marty. Victor sposta lo sguardo verso la porta. Guarda il dottor. Marty con aria assorta.
"Sono felice di trovarvi insieme..."asserisce Richard venendo nella nostra direzione. Victor nello stesso momento mi lascia il polso e mi libera dalla sua presa. Restiamo fermi come se fossimo statue.
Allungo lo sguardo nel corridoio e non vedo Cloe, è passata un'ora e lei sembra svanita. Un problema in meno.
"Diana vorrei parlarti in privato" afferma Richard Seguo il dottor. Richard e noto Victor alle mie spalle.
"Ha detto da soli..."sussurro per non farmi sentire da Richard che cammina spedito verso il suo studio.
"Tu, io...non ci sono molte differenze Luce, siamo tutti legati a qualcun altro..."ribatte.
Se non lo conoscessi penserei che sia una frase romantica ma quando si tratta di Victor, non c'è nulla di romantico se non frasi dette per raggirare e ottenere ciò che vuole.
Come direbbe Weber: "Se è troppo bello per essere vero, probabilmente è un imbroglio!"
"Smettila di dire bugie per fare quello che vuoi fare!"borbotta irritata.
"Io non mento mai..."ribatte con un mezzo sorriso diabolico che man mano svanisce.
Non riesco a capirlo.
Con lui il filo tra verità e menzogna è talmente sottile da farle quasi confondere.
"Credo che tu lo faccia continuamente invece..."
Entro nello studio e prima che lui faccia lo stesso, tento di sbattergli la porta in faccia ma infila un piede e poi si infila dentro del tutto spingendo leggermente la porta.
Lo fisso infastidita, appena mi volto vedo Richard che ci fissa divertito, sembriamo due bambini che bisticciano. Con uno scatto chiude la porta dietro di sé.
"Non dovresti intrometterti in queste questioni!"borbotto girando gli occhi al cielo.
"Tu ti intrometti in ogni mia questione, quindi posso arrogarmi benissimo il diritto di fare lo stesso anch'io!"ribatte.
Ci sediamo entrambi sulle sedie, Richard si sistema gli occhiali e passa lo sguardo da me a Victor.
"Siete perfetti insieme..."ammette sorridendo e scuote la testa. Se solo sapesse che la nostra non è che una continua falsa che recitiamo da bravi commedianti o drammaturghi, questo non saprei dirlo.
"Se lui fosse più sé, lo saremmo!"borbotto fuori di me.
"Diana, ne parliamo in un altro momento. Sentiamo cosa ha da dirti Richard" borbotta sporgendosi dalla sua seduta. Poggia i gomiti sulle ginocchia e si sporge nella mia direzione.
Mi scruta come se fossi una cavia per poi inchiodarmi con le sue iridi. Mi sta dicendo in maniera muta di chiudere il becco. Ma sono proprio stanca di ricevere senza reagire! Non sono fatta così e non mi sto zitta! Ora basta! Basta anche per lui!
"Tu, il tuo fascino e il tuo ego sproporzionato, potete anche uscire!"ribatto arcigna. Di tutta risposta sorride e non dice nulla.
"Io e la mia triade, c'è ne staremo qui ad ascoltare, Diana!" Si raddrizza sulla sedia, incrocia le gambe e punta lo sguardo verso Richard. Faccio lo stesso e mi zittisco. Non ho voglia di parlargli ancora. Non si merita nemmeno le mie parole.
"Kaya mi ha parlato della tua perdita e mi ha detto che ne stai soffrendo molto ed è parecchio preoccupata per te. Vorrebbe che iniziassi una terapia con me. Ma naturalmente senza il tuo consenso non possiamo procedere"mi chiarisce Richard.
Resto in silenzio, stordita da quanto mi ha detto. Mi ha tratto in inganno, era solo un modo per umiliarmi e farmi capire quanto io sia debole.
"Non credo che sia necessaria una terapia. Ho bisogno di tempo..."ribatto stringendomi in me stessa.
Perché devo essere continuamente forzata? Forzata da Victor ha concedergli solo il mio corpo e non la mia anima e da mia sorella a prendere decisioni che non ho mai nemmeno lontanamente contemplato.
"Tu come ti senti?"domanda fissandomi intensamente.
"Lei sta bene, me ne sarei accorto se così non fosse"ribatte Victor prima che possa dire qualcosa.
"Sto bene, per quanto una persona possa stare bene in questa situazione.Credi che ne abbia bisogno?"domando rivolgendomi a Richard.
"Non ne hai bisogno..."ribatte Victor scuotendo la testa e dissentendo.
"Credo che tu debba fare ciò che ti senti. Magari potremmo fare una prova. Ho un posto libero mercoledì prossimo alle 16:00"risponde. Annuisco e mi alzo in piedi, Victor fa lo va stesso. "Venerdì  vi aspetto a cena, alle 20:00, mia moglie è entusiasta di conoscervi. E soprattuto di conoscere te Diana..."aggiunge. Mi porge la mano e gliela stringo "come ho già detto a Victor non accetto no e mi sentirei offeso se rifiutaste..."rimarca.
"Farò il possibile per esserci..."affermo sorridendo debolmente e mi congedo con un cenno del capo. Victor preme una mano sulla base della mia schiena e dopo aver salutato Richard, mi spinge letteralmente fuori dal suo ufficio.
"Ma che modi!"Mi lamento, lui con tutta la sua strafottenza fa finta di nulla.
Mi fissa con sguardo maliardo e mi incanta con l'oscurità che nasconde dietro le sue iridi.
Se solo potessi capirti e non solo ascoltarti, se solo potessi concedermi di più di quello che mi offri.
Io e te potremmo avere una speranza. E non essere semplicemente io e te.
"Non mi sembra che tu abbia riservato questo genere di trattamenti nei confronti delle altre!"borbotto irritata.
"Infatti li riserbo solo per te che non ascolti mai. Ti ho detto che non hai bisogno di lui..."
"A quanto pare mia sorella ritiene il contrario!"ribatto. "Devo andare, Cloe mi sta aspettando..."
Mi incammino nella sua direzione ma lui mi segue come un'ombra.
Non avrà mica intenzione di presentarsi?
Lui vuole scoprire ogni mio segreto.
Giocare con ogni fantasma del mio passato ma senza rivelare nulla di sé.
Sono stanca di dare senza ricevere, è arrivato il momento che anche lui inizi a spogliarsi della sua corazza, se ne indossa una.
Anche se più passa il tempo e più mi convinco che lui sia così per natura e che io sia una matta, in cerca di una spiegazione a tutto.
Ma mia madre mi ha sempre insegnato ad andare oltre un sorriso,
oltre un urlo,
oltre una lacrima,
oltre un bacio,
oltre un abbraccio.
Oltre ogni cosa perché non sempre è come sembra.
"Ognuno dà quello che crede di poterti dare. È ciò che vuole dimostrare di essere. Non sempre un sorriso dimostra che una persona sia felice, non sempre l'odio dimostra che non ci sia amore" sussurra scostandomi una ciocca di capelli dal viso.
Voglio convincermi che dietro il suo volto diabolico, si nasconda un uomo con un cuore che magari ha sofferto, che non usa le donne per appagare i suoi perversi desideri ma perché si sofferma su qualcosa di superficiale come il sesso.
Non va mai oltre con nessuna.
Restiamo tutte ferme al punto di partenza, lì dove ci vuole.
In fila in attesa che lui decida di concedere una porzione delle sue attenzioni, quando la sua mente contorta stabilisce che sia dovuto farlo.
Per me questa situazione è nociva, per lui è vita.
Vive così da prima che arrivassi io e continua a vivere così dopo.
Non ho smosso nulla dentro di lui, lui invece ha messo in atto una rivoluzione dentro di me.
Ogni sguardo è un colpo al cuore e ogni tocco un brivido di piacere.
Ma non posso vivere appesa al filo dell'incertezza.
Stargli lontano è impossibile, stargli vicino è una condanna.
Sono troppo lontana per capire l'origine del suo dolore.
"Dovresti starmi alla larga..."mormoro irritata. Non posso più subire.
Sono stanca di prendere schiaffi dalla vita e dalle persone.
Sono stanca di subire le sue tremende rivelazioni. Sono stanca di dover veder sentire dei suoi terribili teatrini. "Cosa devo fare per capirti?"borbotto.
"Se tu ti fossi adattata agli schemi, ora potresti cogliere di più!"ribatte con sguardo arcigno.
"Non voglio prendermi ciò che concedi a chiunque."
Tento di mantenere un tono basso per non fare una scenata nel suo luogo di lavoro.
Non ho intenzione di spogliarlo della sua maschera.
Alla fine prima o poi sarò costretto a togliersela e dovrà scegliere fra una delle sue due vite.
Non potrà essere eternamene entrambi, non potrà essere un cavaliere oscuro e perverso di notte, e uno psichiatra virtuoso di giorni.
Alla fine crollerà è una delle due parti farà perire l'altra.
Sono convinta che il vincitore proclamato sarà il cavaliere oscuro che dimora sul suo cuore, che si siede sul suo petto e oscura tutti i sentimenti.
Gli impedisce di amare, ma gli permette di odiare e gli impedisce di perdonare.
"Non cercare, ciò che non c'è Diana".
Man mano le sue iridi diventano sempre più scure e al centro della fronte gli appare la vena che si gonfia quando è arrabbiato. Dopo aver ascoltato la sua sentenza finale, mi allontano di qualche passo retrocedendo.
Non cercare ciò che non c'è...
In lui non c'è nulla che possa trovare, se non perversione e l'umiliazioni dei miei sentimenti.
"Allora credo che smetterò di cercare, trovati un'altra per la tua farsa!"
Faccio cenno a Cloe di andare.
Mi incammino simulando una marcia verso le scale e vado via seguita dalla mia povera amica che tenta di starmi dietro.
Lui non fa niente per riparare ai suoi danni, perché sa di avermi detto la verità.

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