Capitolo 48

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Canzone: You &Jennifer (Bülow⬆️)

Diana

È passata una settimana dall'ultima volta che ho visto Victor.
Non ha fatto nulla per fermarmi, non ha fatto nulla per impedirmi di fare la scelta di andare via e non restare.
Ci sono momenti in cui mi sento usata. Altri in cui capisco le sue debolezze e le sue paure.
"Quando tocchi il fondo guardati attorno, ci sono troppe cose belle per essere tristi..."sussurra mia madre contro il mio orecchio mentre mi dondola. Sollevo la testa e guardo il cielo.
Ci sono nuvole grigie, persino il tempo sembra triste. Più passa il tempo e più mi accorgo che dietro i suoi comportamenti da mostro, ci sono delle ragioni.
Non era cattivo per il gusto di esserlo ma semplicemente perché è stato tradito e non si fida.
Mi domando chi gli abbia fatto così male.
Sua madre? Un ex ragazza? Non certezze.
Questo non lo saprò mai.
Per me resta sempre un rebus lascito a metà.
Richard sorseggia la sua tisana silenziosamente mentre osserva come me l'esterno.
Accarezzo con le dita i bordi della tazza e osservo il fumo che fuoriesce che lentamente si disperde nell'aria.
"Vai via, scappi come una ladra..."asserisce improvvisamente Richard.
"Victor è complicato. Mi ha esplicitamente detto di andare via, che non è il nostro momento. Ha baciato mia sorella, mi ha tenuto distante. Ha fatto di tutto per farmi andare via, lui sa. Sicuramente Kaya glielo avrà detto, è l'unica che poteva parlargliene..."asserisco tentando di restare fredda, ma le lacrime non si fanno attendere troppo. Piango continuamente. Questa situazione mi rende così triste.
"Ama mihi cum mererem minus, quoniam erit cum ne egerent..."recita ricordandomi un detto di Catullo. Amami quando meno me lo merito, perché sarà quando ne avrò più bisogno.
"L'ho amato tante volte in cui non se lo meritava..."
Se solo sapesse cosa ho dovuto sopportare.
Se solo conoscesse tutte le volte in cui ho dovuto mettere il mio orgoglio da parte.
Tutte quelle volte che ho taciuto perché non potevo esigere nulla.
"Prima di prendere quelle valigie ed andare via domani e cancellare ogni segno della tua esistenza dalla sua vita, dovresti provare a parlargli e vedere come sta. Lei lo ha ferito e lui non riesce ad andare avanti, ci prova ma non ci mette la volontà per provarci realmente..."conclude Richard. Un momento lui conosce la famosa Lei?
Richard assume uno sguardo serio e risoluto.
"Lei chi? Se vuoi che faccia una prova, devi dirmi chi è la famosa lei!" borbotto. Richard si massaggia la fronte e dopo aver preso un ultimo sorso dalla tisana sospira. Indeciso sul da farsi.
Ci sono così tanti segreti intorno a lui.
Ed io sono una di quelle pedine intorno a Victor che nascondono l'ennesimo segreto.
"Tutto ciò che sto per dirti, è estremamente confidenziale e queste informazioni non le ho ricevute nemmeno da Victor ma sono informazioni di cui sono a conoscenza..."
Mi fissa dritto negli occhi in attesa che gli dica che sarò muta come un pesce.
"Non sono mica una giornalista alla ricerca del prossimo scoop da far pubblicare in prima pagina! Sto tentando di capire i maledetti comportamenti del mio ragazzo! Se lui mi parlasse non sarei qui ad elemosinare informazioni a te!"rimarco.
"Victor è stato abbandonato da sua madre. Ha portato via suo fratello e l'altro bambino di cui era incinta ma ha lascito Victor con suo padre. Burt Horwell non aveva la fama di essere un uomo amorevole. All'epoca giravano voci nel reparto, in cui si diceva che lui alzasse le mani sui suoi figli e su sua moglie. Quindi immagina quando la la madre e i fratelli sono andati via,  tutte le frustrazioni del nostro caro neurochirurgo si sono riversate su Victor..."asserisce con tono distaccato come se stesse raccontando un evento di cronaca che non lo tocca così tanto.
"Lei mi ha abbandonato."
Sua madre.
La donna più importante della sua vita lo ha abbandonato. L'ha lasciato solo contro un mostro.
Tutta la mia rabbia si riversa da Victor su quella donna.
Quella donna che ha lascito un bambino indifeso nelle mani di un mostro che era pronto a disintegrarlo.
Mi immagino un piccolo Victor, dai capelli corvini e gli occhi color caramello che osserva spaventato il tiranno che lo detiene.
"La vita lo ha ferito e ora è lui a ferire"biascico con tono affranto.
Ma come ha detto lui, non posso essere io ad aiutarlo ma solo lui può aiutare se stesso. L'unica cosa che posso fare è un ultimo tentativo, voglio provarci ancora una volta a stargli accanto.
"Questo bambino non cambierà nulla. Le sue ferite resteranno tali e lui non andrà avanti finché non sarà lui a voler cambiare..."proseguo con convinzione.
"Lo so cara, ma devi dirgli che stai andando via e devi dirgli che lo aspetti. Vedrà in te un nido sicuro in cui tornare, anche se distanti, gli darai la possibilità di trovarti. Non sarai scappata via durante la notte proprio come sua madre..."prosegue con tono convincente. I suoi occhi azzurri sono fissi sul mio viso. Più passano i minuti e più mi convinco.
Un ultimo tentativo.
Un'ultima ferita da portare sul cuore.
Un'ultima battaglia da affrontare prima di andare via.
So che mi ferita nel peggiore dei modi.
Deve avere la possibilità anche lui di poter far parte della vita di questo bambino.
"Come credi che veda le donne?"
"Come sirene dal soave canto che illudono e poi uccidono..."ribatte con tono certo.
"Non voglio essere la sua sirena ma il suo Moonflowers..."mormoro a me stessa.
"Devi dimostraglielo..."

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