Resta con me
Canzone: Are you with me (Nilu⬆️)
Victor
Lentamente riapro gli occhi. La testa mi fa male e la gola brucia, vengo pervaso da un forte mal di testa e dalla nausea. Sposto la testa lateralmente in cerca di aiuto, mi devo alzare.
"Aspetta resta fermo, chiamo qualcuno..."
Lei è sempre con me con gli occhi lucidi e pieni di emozioni, che prima del suo incontro non riuscivo a provare.
Si dimena in cerca del telecomando per chiamare l'infermiera. "Dov'è il dannato coso!"urla in preda al panico. Indico con l'indice la testata del letto ospedaliero.
Diana mi sfiora e mi sembra di poter respirare.
Un infermeria e un medico entrano subito nella stanza, mi liberano dal tubo che sosteneva la mia respirazione. Appena me lo sfila del tutto vengo preso da un conato di vomito e l'infermiera mi porge una vaschetta. Mi libero lo stomaco ma sembra di liberarmi anche dell'anima.
Provo difficoltà a reggere il secchio fermo, le mani mi tremano vistosamente, non so se sia la rabbia o la debolezza, o entrambe. Mi tiro indietro e poggio la testa contro il letto esausto. Il medico mi passa una lucina dell'occhio destro a quello sinistro. Mi pone le solite domande di routine a cui rispondo con accurata precisione.
Non dimentico più nulla, non posso dimenticare.
Sono anch'io colpevole come mio padre, per tutto questi anni l'ho nascosto.
Inconsapevolmente ho collaborato al suo crimine, sono stato suo complice.
È tutta colpa mia, merito il dolore, ed era tornato per eliminare anche me.
Mi chiudo nella mia oscura tristezza e rispondo con apatia al medico che conclude la conversazione con un: "ben tornato fra noi..."
Mi domando come mai io continui a vivere e tutti quelli che mi stanno accanto continuino a lasciarmi.
Forse conduco la morte da loro per mano, forse vivo con una maledizione addosso che non mi permette di avere nessuno accanto.
Sono talmente sbagliato che nessuno può amarmi.
"Avevo talmente paura di perderti. Pensavo che fossi rimasto chiuso nella tua oscurità, in mezzo ai tanti dubbi nella tua testa..."asserisce e avanza con indosso una larga camicia bianca che si posa sulla sua pancia.
E se fossi vivo per lei?
E se fossi vivo per loro?
È stata il mio ultimo pensiero prima di perdere i sensi, ed ora è qui. Si siede sulla sedia e prova a prendermi la mano ma la ritraggo spaventato.
Deve capire che sono stato torturato per ore. Sul suo viso compare uno espressione dispiaciuta.
Ed ora come riparo? Sono talmente arrabbiato che mi è difficile dire o fare qualcosa per riparare a quello che ho fatto.
"Che ci fai qui?" La frase esce fuori con maggiore sgarbo del dovuto.
Sono talmente nocivo per lei, talmente dannoso.
"Sono qui per te, per restare con te..."sussurra.
Sono fuggito troppe volte dal destino, sono fuggito troppe volte da lei, ed è arrivato il momento che anch'io resti per lei, proprio come mia madre e mio fratello. Ma deve sapere che adesso non posso ancora farlo.
Non sarò mai libero dal mio passato ma devo provare a conviverci. Le ombre andranno e torneranno per il resto della mia vita.
Tento di placare il senso di rabbia che in ogni momento tenta di farmi espandere in uno dei miei soliti scatti.
"Resta con me, ma adesso devi andare mia, altrimenti diventerai il mio bersaglio preferito..."ribatto con mani tremanti, sulla tempia si gonfia una vena, il respiro diventa più pesante. Entrambe le mani mi tremano e la mancanza di pieno controllo sul mio corpo mi sta facendo impazzire.
"Va bene..."ribatte e questa volta evita del tutto di toccarmi. Si alza in piedi e con sguardo incerto esce fuori dalla mia stanza. Chiude la porta e al contempo nella mia testa si libera la parte peggiore di me.
Lancio tutto all'aria, tento di togliermi le flebo ed urlo in preda alla rabbia che mi acceca. Muovo le gambe lateralmente e mi sollevo di fretta dal letto. Mi gira la testa e un forte capogiro mi fa cadere sul pavimento. Poso le mani a terra e noto il sangue che cola dalle mie braccia e lentamente scivola verso il pavimento, si accumula formando una pozza rossa, la stessa pozza rossa che si espandeva sul pavimento in marmo bianco mentre mia madre moriva ed io non potevo fare nulla, se non guardarla e dimenticarla. Ringhio frustrato e sbatto un pugno contro il pavimento. Degli infermieri entrano nella stanza e tentano di toccarmi ma li spingo via.
"Non toccatemi!" urlo fuori di me. Richard entra nella stanza e mi fissa con sguardo pieno di compassione. "Tu smettila di guardarmi così!"gli urlo contro.
"I vincenti cadono in piedi Victor e tu proprio come un perdente sei finito a terra! Sei colpevole anche tu come me..."sussurra mio padre davanti a me con sguardo beffardo.
Non è reale, lui è solo nella mia testa.
Non posso avere reazioni troppo fuori controllo, finirei per perdere il lavoro, ma ho bisogno di aiuto.
Non devo toccare i medici, non devo parlare con le ombra che prendono vita nella realtà ma perché non mi lascino tutti solo e non fanno dar sfogo alla mia follia?!
"Voglio restare da solo..."proseguo con tono basso. Richard si accovaccia davanti a me e fa cenno ai due infermieri di uscire ma non si muovono. "Potete uscire, non c'è bisogno della vostra presenza. Avete fatto abbastanza..."mormora Richard.
Sono distrutto sul pavimento, accerchiato dalle bugie con cui per anni sono vissuto.
"Non voglio essere trattato come un tuo paziente! Non sono uno schizofrenico!"abbaio irritato. Lui dal suo canto sorride e mi porge la sua mano per rialzarmi. Ho sempre fatto da solo e continuerò a fare da me, finché le mie stesse gambe non mi porteranno nella mia dannata tomba! E lo farò da solo!
"Non ti sto trattando come un mio paziente ma come un amico che ha affrontato una brutta situazione e ha bisogno di una mano. Victor chiunque dopo quello che ti è successo, uscirebbe fuori di testa. Voglio semplicemente aiutarti a tornare in piedi..." sussurra con tono rassicurante.
"Ce l'ho sempre fatta da solo e lo farò anche questa volta, possibilmente senza dimenticare!" Mi porto una mano sulla fronte e accarezzo con le dita una benda. Il taglio! Poggio le mani sul pavimento e faccio leva, poi poso il peso sulle ginocchia. Sollevo prima una gamba faccio e torno in piedi.
"Nessuno di noi dimenticherà..."asserisce.
"Che vuoi dire?"domando accigliandomi.
"Siediti e ti spiegherò tutto..."risponde con tono pacato.

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Darkest Knight
RomanceAlcuni eventi narrati si basano su fatti realmente accaduti. I veri angeli si nascondono fra le persone comuni, molto spesso hanno volti insignificanti ma cuori talmente grandi da rendere il mondo migliore. Agiscono in silenzio e non pretendono ac...