Capitolo 64

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"Una parte di me è volata via con i denti di leone, l'altra parte di me è rimasta fra le stelle.
Ed nel mezzo che si nascondono tutti i miei segreti."

Canzone: Do ti for me (Rosenfeld ⬆️)

Victor

Mi sento continuamente in colpa, sto nascondendo un enorme segreto, ma se le dicessi tutto, diventerebbe tutto realtà è tutto quello che ho costruito finora finirebbe in frantumi.
Diana mi odierebbe a vita, e i bambini non mi perderebbero, soprattutto Elise.
Sono sempre stato un uomo con una ricca fantasia perversa. Nonostante il passare degli anni e il mio maturare, non sono cambiato così tanto.
Sono le tre del mattino e mi è presa la smania di svegliare la mia Luce e spingerla ad accontentare il mio ennesimo lussurioso desiderio che da qualche giorno mi balena per la testa.
Come sempre ho comprato il necessario per accontentarmi e accontentarla.
I bambini stanno dormendo e prima di mettere in atto il mio piano, mi sono assicurato che la porta della camera da letto fosse chiusa a chiave.
Poggio sul letto una cinta ampia in cuoio nero che forma una X alle cui estremità ci sono delle manette. Due per legare le mani e due per legare i piedi, ho intenzione di aprirla e legarla per bene.
Diana continua a dormire inconsapevole che sto per prenderla.
Lei si fida sempre di me,
che sia gentleman o il pervertito non conta,
ci accontenta entrambi.
Luce libera il prigioniero e lo fa camminare con sé lungo le strade del piacere.
Salgo sul letto carponi e lentamente faccio calare la coperta che le copre il corpo, semi nudo. Ha indossato solo l'intimo.
Accarezzo le linee del suo corpo con il dorso della mano e il percorso che compio viene pervaso dalla pelle d'oca.
I suoi occhi grandi si spalancano, non appena afferro con entrambe le mani e con un certo vigore il suo slip.
Un buon compagno avrebbe svegliato la propria donna con baci e tenere promesse, ma sono sempre stato un uomo che mira ai fatti e l'immediatezza.
Sono poco paziente, la pazienza è una dote che mai avrò.
La pioggia batte contro la finestra e qualche lampo illumina la stanza. Diana mi osserva stordita ma senza dire nulla, solleva il bacino e mi aiuta a disfarsi dei suoi slip neri in pizzo. Annuso come un depravato il tessuto e giro gli occhi al cielo estasiato.
"Ti va di correre sotto la tempesta con me?"sussurro mentre lei divarica le gambe e mi permette di insinuarmi nel mezzo. Poso gli avambracci ai lati del suo corpo e spingo la mia virilità contenuta nel sottile tessuto dei boxer contro il suo centro.
Osservo le sue labbra incantato.
Le sue labbra sono il mio mezzo preferito, attraverso le trasmetto tutto il amore,
le trasmetto tutto il mio desiderio,
le lascio il segno.
Sono il mezzo con cui soddisfo i miei vizi.
Le mordo il labbro e mi abbasso in corrispondenza dei suoi seni.
"Si, sarà sempre un si..."risponde sorridendo.
Le sue curve dopo l'ultima gravidanza sono esplose e sono diventate il tempio di ogni mio feticismo. Afferro con una mano il reggiseno e lo strattono verso il basso liberando i suoi seni. Poso la lingua su un capezzolo e giro attorno all'aureola inumidendo la zona. Diana geme e si struscia contro il mio membro. Infila una mano fra i nostri corpi e con un dito ripercorre la punta del mio membro che sbuca dai boxer. Con l'indice accarezza i contorni della cappella, abbassa i boxer e libera la mia erezione con il mio aiuto. Afferra la mia lunghezza con vigore e la stringe con maestria con il suo palmo caldo e morbido. Mentre il suo fiato mi accarezza il collo.
Passo all'altro capezzolo e decido di giocare ad armi impari con lei. Mentre stuzzico un capezzolo, navigo con una mano lungo il suo corpo e la penetro con due dita senza nessuna accortezza. Come previsto ritrovo la sua entrata umida. Le pareti calde mi accolgono e si stringono intorno alle mie dita che lavorano abilmente dentro e fuori.
Come sempre ci troviamo ad essere un intreccio di corpi,
siamo un intreccio di anime,
siamo un intreccio di storie.
Ormai fra me e lei non c'è alcuna distinzione ma siamo l'inizio e la fine.
Non siamo più ciò che eravamo ma siamo ciò che siamo.
Qualcosa di incomprensibile ma percepibile.
"Mi piacciono le tue perverse idee..."sussurra contro il mio orecchio. Estraggo le dita dalla sua entrata e trasporto le secrezioni verso il suo posteriore. La penetro nuovamente, e porto un dito dentro il suo ano. Invado ogni suo accesso. Nell'esatto momento in cui lo faccio la mia ingorda ragazzina inizia a gemere. Lascio andare il suo seno e mi nutro dei gemiti che escono in suoni delicati dalla sua bocca.
Inspiro il suo desiderio e mi prendo tutto quello che ha voglia di cedermi.
Geme per me, per il piacere e geme sotto di me e nessun altro!
Le nostre labbra si sfiorano a vicenda agognando un bacio che non arriva. Diana tira su e giù la pelle del mio membro e man mano divento sempre più duro.
Muovo il bacino e la invito tacitamente a velocizzare i movimenti con la mano. La mia erezione scivola nella stretta calda e morbida della pelle del suo palmo. Mi inebrio della sensazione e poso la fronte contro la sua. I volti di entrambi assumono espressioni agognati, stiamo correndo verso l'estasi.
Cerchiamo solo l'appagamento dei nostri corpi.
Corriamo verso il piacere.
Diana trova la giusta frizione, contro la mia mano. Sospira e si muove strusciando il suo bacino contro il mio polso. I suoi umori mi bagnano e lasciano che acceda sempre più in profondità nel suo corpo.
Aumenta la velocità dei suoi gesti, dischiude gli occhi in due mezzo lune e inclina il capo. Le lecco il collo e risalgo sul mento. La bacio e dischiude la bocca cosicché possa insinuare la lingua.
Le nostre lingue si incontrano, le nostre bocche si reclamano mentre i nostri respiri diventano sempre più accelerati.
I nostri movimenti diventano concitati. Entrambi respiriamo velocemente e ci lasciamo consumare dalla passione. Le pareti umide e calde del suo sesso mi risucchiano le dita. Posiziono un dito ad uncino e Diana interrompe il nostro bacio e emette lievi suoni di piacere.
"Fatti sentire...fammi sentire quanto ti piace..."sussurro ad un filo dalle sue labbra. Per aumentare il climax le afferro un capezzolo fra i denti e stuzzico il termine con la lingua. I nostri occhi si incontrano e si trasmettono lo stesso perverso desiderio di reclamo.
Si lascia andare all'orgasmo reclinando il capo e ripentendo il mio nome. Nello stesso momento, estasiato dalla sua visione mi lascio andare nella sua mano con fiotti densi che le marchiano l'addome. Lentamente sfilo le dita dalle sue entrata e dal suo ano. Per poi portarmi le dita ricolme delle sue secrezioni in bocca.
Entrambi ci fermiamo e sospiriamo pesantemente mentre continuiamo a fissarci. Sorrido soddisfatto e mi avvicino per baciarla.
Negli ultimi anni ho imparato non solo a possederla e reclamarla ma anche ad amarla.
Le cedo le sicurezze di cui ha bisogno, in amore entrambi le parti hanno delle necessità ed io cerco di darle quello di cui ha bisogno.
Se non fosse sicura, se non si fidasse di me non mi permetterebbe di farle certe cose e svegliarla nel cuore della notte con i  miei strambi desideri.
Le nostre labbra si scontrano svariate volte in baci lenti e passionali. Porta la mano che era sulla mia erezione verso le labbra e lecca via la mia essenza fissandomi negli occhi.
Sa che mi piace sporca, sa che mi piace audace.
"Non abbiamo finito Luce..."sussurro ad un filo dalle sue labbra.
"Cosa hai mente?"domanda leccandosi le labbra tumide e arrossate. Le mordo una spalla facendole digrignare i denti. Lascio la pelle arrossata della sua spalle e ripeto la stessa cosa sulla parte alta del suo seno ma poi ci poso la lingua per alleviare il bruciore. Diana ha un espressione stordita e appagata.
"Ti farò toccare il cielo ragazzina..."sussurro suadente. Allungo la mano e le mostro l'ennesimo giochino che ho voglia di utilizzare con lei.
In questi anni di convivenza, Diana ha accontento ogni mio più strano desiderio.
Mi domando come possa pensare che possa desiderare un'altra, non posso starle lontano.
Le piace giocare con la parte più oscura e sporca di me.
"Ultimamente ti è tornato il desiderio di legarmi..."sussurra accigliandosi.
Le bacio il mento e allineo il mio viso al suo.
"È ciò di cui ho bisogno..."asserisco, ma non le dico la verità nella sua pienezza, sento un profondo senso di...colpa che mi blocca.
Diana annuisce e mi bacia prendendo un po' di sicurezza. Capisce la mia esigenza e mi lascia fare.
Le mie paure sono tornate ad assillarmi e così con lei mi sento libero.
Sento il controllo, e sento di poterla tenere stretta a me ed evitare di perdere anche lei.
Ho bisogno di sentirla e vederla legata a me non solo sentimentalmente ma letteralmente.
Mi sposto e le permetto di sollevare la schiena. Con entrambe le mani afferro il lembo in pizzo del reggiseno e lo strappo rudemente.
Lei sorride compiaciuta e resta completamente nuda davanti ai miei occhi affamati che divorano le curve del suo corpo. Afferro le manette collegate dalla X in cuoio nero e le posizioni sul materasso dietro la sua schiena.
"Stenditi sopra..."istruisco. Diana si stende sulla X. Ed io dal mio canto le lego le mani con le cinte che fungono da manette disposte alle estremità. Faccio lo stesso con i piedi.
I capelli della mia stellina sono sparsi a raggiera sul materasso. Ha tutte le sembianze di una stella, distesa sul piumone nero che funge da cielo notturno.
Diana mi osserva desiderosa e attende che proceda. Mantengo la posizione sorreggendomi sulle ginocchia e mi prendo qualche minuto per osservare il suo corpo dalle forme dalla bellezza eterea. I seni sono gonfi e alti, i capezzoli arrossati e inturgiditi, l'addome è leggermente rigonfio e presenta qualche smagliatura. Poi scendo verso il basso, al centro fra le sue gambe. Il monte di venere è perfettamente depilato e liscio. Le lego le gambe e la costringo a mantenere le gambe aperte, cosicché si aprono perfettamente le mie labbra preferite, lucide delle sue secrezioni. Mi accarezzo lentamente sotto il suo sguardo, so che le piace guardarmi. Mi insinuo fra le sue gambe e resto inginocchiato fra le sue gambe dischiuse, le afferro il bacino e la induco a sollevarlo. La penetro con una certa violenza e trovo l'inclinazione che desideravo che le permette di accogliere ogni centimetro della mia lunghezza. Il frutto del mio desiderio si dilata al mio assalto senza difficoltà. Diana è sovreccitata e bagnata. La mia erezione scivola dentro il suo corpo. Le sue pareti calde e umide mi stringono e mi accolgono ad ogni profonda penetrazione. I suoi seni oscillano.
Mi prendo pezzi di lei, mi prendo pezzi del suo corpo.
Mi prendo le piume delle sue ali.
Raccolgo quel che posso per poter correre libero nella mia mente dentro i ricordi che mi lascia.
È una via di fuga dal dolore.
A volte riesco a correrle dietro e non semplicemente a camminare alle sue spalle.
Riesco a correre con lei fra i prati di dente di leone.
Riesco a correre con lei fra le stelle.
Riesco a correre con lei fra le fiamme del mio inferno senza bruciarmi.
Mi permette di sopravvivere al meglio.
Si morde le labbra quando la penetro con una maggiore forza. Allungo una mano e le avvalgo il collo sottile dalla pelle opalescente.
Mi sono appropriano di ogni centimetro così tante volte, ho ripercorso il suo corpo con la lingua solo qualche ora fa, eppure nella mia mente c'è sempre l'istinto che mi porta al suo continuo assalto.
È come un fiore che colgo continuamente.
"Mi rendi schiavo del desiderio..."ammetto mentre continuo a spingere.
Non avrei mai voluto tornare a sentirmi così,
non sarei mai voluto tornare in questo status quo,
eppure diversamente dalla prima volta in cui sono sentito schiavo dei sentimenti per una donna, mi sento bene, mi sento libero.
Il mare di sensazioni che Diana scatena dentro di me mi rende vivo e non un fantasma. La mia ragazzina tenta di muovere le mani ma non ci riesce. Vorrebbe aggrapparsi al mio corpo e graffiarmi la pelle come spesso le piace fare.
Ma è legata e sotto assalto, per ora è lei la schiava.
Il mio basso pube sfrega contro il clitoride e scommetto che questa produca un dolce formicolio fra le sue gambe ma non è abbastanza forte per portarla all'estasi. Scendo con la mano dal suo collo e stringo uno dei suoi seni. Oscilla con il bacino e mi viene incontro ad ogni spinta. Ci muoviamo in maniera sincronica.
"Stai impazzendo quanto me..."sussurra sorridendo. Il suo bacino si scontra contro il mio, producendo un  rumore secco e rude.
"Fotterti è fra le mie attività preferite..."
Altre coppie si scambierebbero dichiarazioni di amore eterno ma noi siamo per il reale.
"Lo vedo..."
Prima che possa proseguire, le schiaccio il ventre contro il letto e mi appiattisco sul suo corpo, schiacciandola. Poso i gomiti ai lati del suo capo, il mio bacino sfrega con più aderenza al suo e il suo clitoride è schiacciato contro il mio pube e sfrega con più decisione. Le gote della mia Luce sono rosee, così come la parte alta del suo petto. Le poso un bacio e le rubo il fiato. Ed esattamente mentre le mie labbra sono schiacciate contro le sue, si lascia andare in un orgasmo multiplo che fa contrarre le sue pareti pelviche svariate volte intorno alla mia erezione. Afferro con una mano la spalliera del letto e continuo a muovermi con veemenza dentro il suo corpo. Le sue pareti allentano la presa ed io riesco ad arrivare in punti talmente sensibili del suo corpo che inizia a tremare. Durante il suo secondo orgasmo, io raggiungo il mio e con un verso gutturale di puro piacere riverso tutto me stesso nel suo corpo.
Mi godo l'orgasmo per poi poggiare la fronte contro il mio braccio. Prendo fiato, per poi dedicarmi alla mia stellina che sembra essersi disintegrata contro l'atmosfera
. Mi sfilo soddisfatto dal suo corpo.
La libero dalle sue catene ed io torno ad indossare le mie.
Diana si massaggi i polsi e mi osserva con venerazione. Le slego i piedi e solleva la schiena il necessario per permettermi di sfilare la cinghia in cuoio da dietro il suo corpo. La lancio a terra e cade in un tonfo. Mi stendo a pancia in su sul letto e attendo che si avventi su di me come fa sempre. Ma quando vedo che non si muove la fisso corrucciato.
"Perché non ti muovi?"borbotto allungando una mano e accarezzando il suo addome.
"Sto prendendo fiato. Starti dietro mi risulta sempre più difficile..." sussurra. Le tiro il braccio e la invito a venirmi addosso.
"Sono sempre stata convinta che il mio starti addosso ti piacesse, nonostante tutte le tue continue lagne..."sussurra con aria vittoriosa. Giro gli occhi al cielo e lascio che si stenda su di me. I suoi seni sono schiacciati poco più sotto dei miei pettorali. Incrocia le mani e poggia il mento sul mio petto e mi osserva in attesa che ribatta.
"Si tratta semplicemente della mia routine, lo sai che amo i miei spazi..."
È una mezza verità. Per abitudine ho bisogno di questi gesti che mi rendono sicuro, che amo i miei spazi è altrettanto vero ma mi piace in realtà sentirla connessa a me.
Mi piace sentire il suo fiato caldo accarezzare il mio corpo.
Mi piace sentire ogni fibra di lei connessa alla mie.
"E..."aggiunge Diana. Sapendo che in realtà non le ho detto tutto.
"E sei proprio una ragazzina insolente..."proseguo con fare provocatorio. Si imbroncia e le stampo un bacio sulle labbra.
"Bugiardo..."borbotta.
Nello stesso momento in cui si intristisce perché ho toccato chissà quale tasto emotivo o qualche insicurezza decido di accarezzarle la schiena e posarle un bacio sulla punta del naso.
"Resta così, connessa a me, perché mi fai sentire a casa Luce..."
La mia Luce sorride ed io mostro il mio solito sorriso smorzato.
Avrei sempre continuato a divorarla di baci,
avrei sempre continuato a strappare a morsi le sue paure,
avrei sempre continuato a leccare ogni centimetro della sua pelle,
avrei sempre continuato a desiderarla.
Avrei continuato a fare tutto questo anche senza esserci ma restando come un dolce ricordo sospeso nella memoria, proiettato nei suoi sogni.
Sarei sempre stato il suo cavaliere più oscuro e lei la mia Luce.
Siamo poli inversi che insieme danno vita ad un caotico ma altrettanto magnifico risultato.

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