Capitolo 9

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Canzone: Her life (two feet ⬆️)

"Sei una dannazione...una nuova dipendenza a cui non posso cedere..."

"Mi puoi avere ma non mi vuoi avere..."

Victor

Mi piace correre insieme all'oscurità e sostituire la luce.
Camminare mano nella mano con il peccato, nutrirmi di caos, giocare con le menti e indurle a sbagliare.
Per questo mi definiscono Darkest Knight.
Il più oscuro e non solamente oscuro.
Il motore della macchina romba nelle strade, distruggendo il silenzio che abita la periferia di Seattle. Sto facendo ciò che non dovrei fare ma alla fine le ossessioni sono questo.
L'ossessione, può essere un pensiero o un impulso che va contro la nostra volontà e la nostra volontà non riesce a controllare ne trattenere.
Non posso fare a meno di correre mano nella mano con la notte e far tremare la luce con l'intensità dell'oscurità che domina la mia anima.
Sorrido di me stesso o forse per i miei stessi pensieri, caos, caos e solo caos.
Ci sarà mai ordine dentro e fuori di me?
Non mi dispiace così tanto il caos, forse mi dispiace l'ordine.
Mi lecco le labbra e fermo la macchina proprio davanti la sua abitazione. Suo padre è fuori e lei sicurante sarà sul letto con un libro davanti.
Prima che possa bloccare i miei impulsi scendo dalla macchina.
Sono passate due settimane da quando lavora per me e tutto procede perfettamente quindi mi ritrovo obbligato ad assumerla. Domani ho un colloquio con amica di Angel che vorrebbe avere il posto come barista.
Busso alla porta un paio di volte e attendo che mi apra. Scosta la tenda dalla porta finestra e mi fissa qualche secondo interdetta. Intravedo la sua figura e sorrido. Indossa degli spessi occhiali da vista neri, i capelli sono legati in una crocchia disordinata.
Apre la porta e non dice nulla, dischiude le labbra carnose e sospira.
"Mi fai entrare?"domando con un sorriso divertito. Sicuramente si starà chiedendo cosa ci faccio qui, sinceriate non lo so nemmeno io.
Avevo voglia di vederla,
una voglia malsana e ossessiva di vederla,
non va bene.
Non voglio che diventi un chiodo fisso,
più la penso e più avrò voglia di infilarmi fra le sue gambe,
e una volta che l'avrò avuta la vorrò ancora fino a consumarla.
Ha un libro in mano intravedo il titolo è: "al di là del bene e del male" di Nietzsche.
"Sapersi difendere è la massima prova di indipendenza" affermo citando una frase del libro.
"Che ci fai qui?"domanda sollevandosi gli occhiali da vista che incorniciavano il suo viso ovale. È priva di trucco eppure la trovo bellissima. Le guance sono leggermente arrossate probabilmente perché è a disagio per il suo abbigliamento. Indossa una felpa larga con la stampa di un unicorno con un arcobaleno e dei leggings azzurri, ha dei calzettoni bianchi e spessi. Senza scarpe mi sfiora a stento il petto. La trovo adorabile e sexy allo stesso tempo, il leggings disegna perfettamente le curve delle sue gambe e appena si volterà sono consapevole che vedrò il suo culo pronunciato perfettamente fasciato.
"Sola?"ribatto assicurandomi che non ci sia nessuno in casa. L'ho stuzzicata tutto il tempo quando potevo.
È arguta e sexy e la desidero.
In più è qualcosa che mi impedisci di ottenere perché è diversa da quelle a cui sono abituato e non capirebbe le mie abitudini strambe.
La voglio ma non posso averla.
So i limiti da non oltrepassare ma questo non sono sicuro di poterli rispettare.
"Non hai risposto alla mia domanda..."Indietreggia. Lei indietreggia e io avanzo, succede sempre così, preda e predatori, c'è chi scappa e chi rincorre.
A me piace rincorrere e prendere.
"Rilassati non mordo"sogghigno. "Però mi piacerebbe morderti"la provoco con tono basso e sensuale. Retrocede fino a toccare la schiena con il muro. "Mi offri qualcosa da bere Diana?"domando divertito e mi incammino verso la cucina. Cammino lentamente perché voglio che mi superi e voglio fissarle il culo. Come previsto mi supera e vedo finalmente il suo fondoschiena da urlo che oscilla come un pendolo. Il suo è un culo degno di foto e di essere venerato e io saprei come venerarlo nella maniera adeguata. Proprio in corrispondenza delle natiche, ci sono due mani disegnate sulle natiche come se le toccassero.
"È il tuo pigiama sexy questo?" Mi siedo sullo sgabello, e poggio i gomiti sull'isola della cucina. Si sporge sulle punte dei piedi e afferra un paio di bicchieri da una mensola alta. Si schiarisce la voce e guarda un punto alle mie spalle per non guardarmi negli occhi.
"È il mio pigiama"ribatte. "Cosa vorresti bere?"domanda ancheggiando ansiosamente. Lancio un'occhiata e individuo una camomilla, dato l'orario e il fatto che debba guidare per tornare a casa.
"Quella va più che bene."Indico la scatola di camomilla. Annuisce e si volta nuovamente. Si muove in maniera elegante dentro la cucina, prende il pentolino e riscalda l'acqua. Apre due bustine e le poggia dentro le tazze.
"Non mi hai ancora detto perché sei qui..."mormora. Inclina il capo e mi scruta con i suoi occhi nocciola e intesi, i capelli bronzei sono scompigliati. Alcuni ciuffi escono indisciplinati dalla crocchia che penzola sulla cima del suo capo.
"Parlare..."mormoro.
Parlare?
Davvero?
Da quando parlo con le donne?
L'ultima conversazione con una donna risale a quando avevo otto anni.
Da allora mi sono chiuso nella mia conchiglia e non ho più parlato con nessun essere del genere femminile.
Ho odiato le donne con tutto me stesso, poi sono diventate il mezzo per soddisfare i miei piaceri e basta.
Ora mi ritrovo a fare conversazione con lei!
Sto andando fuori di testa sul serio!
"Di cosa vorresti parlare?"
Appena si volta le crollano gli occhiali da vista. Sembra una studentessa sexy, mi piacerebbe essere il suo insegnate e punirla. Amo i giochi di ruoli e naturalmente interpreto sempre la parte dominate. Vorrei parlare di quanto sei sexy con questi pantaloni e dirti che mi piacerebbe sbatterti sull'isola.
Ti sembra interessante come argomento?
A me si, perché non lo attuiamo?
"Sei assunta" dico d'un tratto.
Oh complimenti Horwell, sei proprio un maestro nel renderti la vita un inferno!
"Davvero?"domanda incredula.
Perché è incredula? Non ha fatto errori durante il suo servizio. "Pensavo che intendessi sostituirmi. Angel mi ha detto che avrai un colloquio domani."Ora si spiega tutto, non è insicura del suo lavoro svolto ma era certa che la volessi sostituire.
"Vorrei assumere una ragazza che lavori con te, in maniera tale da poter alternare i turni" chiarisco.
"Ciò significa che verrà ridotto il mio salario?"domanda inarcando un sopracciglio.
"No, ma aumenterà la clientela"concludo. Annuisce e si volta nuovamente. Non ce la faccio più a stare fermo, mi alzo in piedi e la raggiungo. Poggio le mani sul bancone e incastro la sua figura da minuta dalle forme sensuali sotto il mio corpo. Il suo sedere mi arriva sotto il cavallo dei pantaloni.
"Che...che fai..."balbetta. Annuso la pelle scoperta del suo collo ha un profumo delicato che mi piace. Abbasso il capo e friziono la pelle del suo collo con la barba leggermente accentuata. Sospira e tenta di divincolarsi. Con una mano le afferro il fianco, porto la mano sul davanti e risalgo sul suo ventre dove pongo una pressione tale che schiaccia il suo corpo contro il mio. Risalgo lentamente con la mano al di sopra del tessuto della sua felpa. Passo attraverso il solco dei suoi seni per arrivare sul suo collo. Applico una leggera pressione e con le dita e indirizzo il viso verso il riflesso nel vetro difronte a noi. "Faccio quello che desideri tu e che desidero anch'io"sussurro contro il suo orecchio. I nostri occhi si inchiodano nel riflesso, ha le guance arrossate. Il respiro è concitato, non dici nulla ma si lascia incantare dal mio tocco. "Se non mi desideri, rifiutami ora..."sussurro. Non ricevo alcuna risposta con uno scatto violento la volto. "Altrimenti baciami." Inclino il capo e sfioro le sue labbra con le mie. Non ho mai baciato una donna e questa situazione mi mette leggermente in ansia ma voglio provare le sue labbra.
Desidero baciarla come non è mai successa con nessuna.
I nostri respiri si confondono, le sue labbra carnose sono dischiuse ad un millimetro dalle mie, sono un invito ad essere baciate, leccate e torturate.
"Perché..."
Prima che concluda la frase mi avvento sulle sue labbra. Sono morbide, infilo la lingua nella sua bocca e seguo i suoi movimenti. È strano ma eccitante.
Le afferro i fianchi e la faccio sedere sul bancone. Infilo le mani sotto la sua felpa e arpiono le dita nella pelle morbida e bollente dei suoi fianchi. Avvincono il mio corpo e mi plasmo contro il suo.
Il mio cazzo è lì dove dovrebbe essere, fra le sue gambe, con l'unica differenza che non ci dovrebbero essere tutti questi vestiti e io dovrei essere dentro di lei.
Mi muovo lentamente contro in maniera lenta e stuzzicante. Mugola dolcemente sulla mia bocca, seguo i suoi movimenti e man mano diventa tutto più naturale. La sue mani risalgono dai miei bicipiti per poi arpionarsi fra i mie capelli. Accarezzo con la lingua il suo labbro superiore per poi rinfilarla nella sua bocca che sa di cioccolata.
Sono arrivato e ho disintegrato il suo equilibrio con il mio squilibrio.
Le spingo la base della schiena per farla sempre più vicina a me. La mia erezione diventa sempre più grossa e suppongo che lei la senta nonostante i suoi leggings. Continua a mugolare in maniera delicata e vengo spinto sempre di più dalla voglia mal sana di scoparmela qui nella sua cucina. Il rumore dell'acqua che bolle ci risveglia entrambi. Mi allontano dalle sue labbra e riprendo fiato, le do un ultimo bacio e le tiro il labbro inferiore fra i denti.
Mi è piaciuto baciarla, tanto quanto mi piace rispettare la mia routine.
Improvvisamente mi rendo conto di non aver rispettato le regole e vengo assalito da un profondo senso di ansia che celo dietro la mia sicurezza.
Cosa posso fare per riparare? Come posso ristabilire l'ordine? Dovrei stabilire una regola in cui bacio lei?
Così diventerebbe parte del mio insieme.
Porto una mano sul suo viso e le accarezzo il contorno delle labbra. Mi avvicino nuovamente e le sfioro con le mie. "Sei una dannazione...una nuova dipendenza a cui non posso cedere..."sussurro. Mi allontano del tutto lasciandola intontita e afferro il bollitore e verso l'acqua nelle tazze. Scende dal marmo e mi affianca.
"Mi puoi avere ma non mi vuoi avere" sottolinea affiancandomi. "Mi puoi avere non come hai le altre ma in maniera diversa, non secondo le tue regole ma secondo le mie. Come tutti hai paura di ciò che non si conosce. Tu vuoi continuare a vivere con quello che hai e non vuoi rompere i tuoi schemi" mormora. Inarco un sopracciglio e attendo che prosegua.
"Sentiamo quale sarebbe la tua analisi?" Sorrido e scuoto la testa.
"Sei abitudinario, ti ho osservato in queste due settimane. Parcheggi la tua auto nel solito posto, bevi ad orari precisi. Il lunedì vai a letto con Thunder, il mercoledì e il venerdì con Devil e Angel. Controlli due volte che la porta del tuo ufficio sia chiusa a chiave. Non parli mai con i clienti e fai i conti ogni sera prima della chiusura, nel prive. Ora dimmi se tu non sei una persona abitudinaria e che ha una rigida routine, io sono una strega"ammette ridacchiando e facendo oscillare il capo.
Nessuno ha mai fatto attenzione a questi dettagli.
"Oh semplicemente sei talmente ossessionata da me che non fai altro che controllarmi, quella con un problema fra i due sembri tu, non io" ribatto tentando di ferirla.
"A differenza tua io rischio, tu fingi di rischiare." Afferra la sua tazza e inizia a sorseggiare la sua tisana.
"Non sai assolutamente nulla di me, conosci chi sono in quel locale, non fuori" ribatto divertito e afferro la mia di tazza e la seguo in soggiorno. Si getta sul divano e mi osserva divertita.
"Ti sei mai lasciato andare?"domanda improvvisamente.
"Che vuoi dire?"mi siedo accanto a lei abbastanza vicino da intimorirla e magari mettere a freno la sua lingua.
"Hai fatto qualcosa e ti sei sentito libero?"prosegue.
Baciarti mi ha fatto sentire libero,
libero dagli schemi della mia vita,
ma se volessi te nella mia vita,
dovresti entrare nei miei schemi come tutte. Non posso vivere senza routine, impazzirei letteralmente.
"No" mento, utilizzo un tono sicuro e deciso. "Tu invece Diana?"domando con tono carezzevole, allungo una mano e le scosto una ciocca di capelli dal viso.
Ti farei cose inimmaginabili e depravate.
Ti farei provare un piacere intenso e sublime,
se solo tu volessi se solo io potessi.

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