Diana
Peccati e peccatori, è tutta una questione di ruoli.
Se io sono l'oggetto del suo desiderio, significa che ho qualche carta da giocare a mio vantaggio.
Dopo il nostro scontro nel suo ufficio, non abbiamo più parlato. Lui è sparito nella sua stanza privata, io sono rimasta al bar a servire.
Dark ha ancora un volto appagato e un'espressione soddisfatta. Sembra dirmi, guarda sono arrivata dove volevo! Forse non sa che lei come tutte le altre, è solo una pedina. Una pedina che verrà mossa secondo i suoi desideri e secondo le sue decisioni. Non siamo altro che oggetti.
Verso l'ennesimo drink e dopo averlo posto al di sopra del vassoio, mi incammino nella sala con passo sicuro. Le luci sono soffuse, i tavoli sono circolari e alti. L'ordine, a mio sfavore, è indirizzato proprio al ragazzo che mi fissato per tutta la serata, ha un volto familiare. Ogni passo nella sua direzione, mi rende sempre più insicura, sembra Ethan ma se mi sbagliassi?
Ha dei folti capelli castani tirati indietro dal gel. Dalla maschera argentea emergono i suoi occhi azzurri. La barba è stata rasata e se ne vede un leggero accenno. Indossa una camicia bianca, giacca e pantalone nero. Un sogghigno gli adorna il volto, non appena mi individua nella sua direzione.
"Speravo che venissi tu a servirvi..."asserisce appena arrivo in corrispondenza del suo tavolo.
"Non c'erano molte alternative..."ribatto per poi scoppiare a ridere. Gli do una pacca scherzosa sulla spalla e rido sommessamente.
"Non ero certa che fossi tu, con la maschera e le luci soffuse, ero preoccupata che fossi l'ennesimo manico che frequenta il locale..."
Il suo sguardo attento mi scruta in ogni dettaglio. Fissa il mio volto per poi far camminare lo sguardo lentamente lungo il mio viso. Si morde il labbro e poi passa la lingua sopra per inumidirselo.
"Sembri impossibile da raggiungere, quindi ho pensato che l'unico modo per poter attivare la tua attenzione, fosse presentarmi qui..."asserisce avvicinandosi al mio orecchio per poter sovrastare la musica libidinosa che risuona nel locale. Abbasso lo sguardo sul labbro che morde. Abbassa lentamente lo sguardo sulle mie labbra e lentamente si sporge per poi afferra una ciocca dei miei capelli fra due dita. Se la arrovella intorno e sorride.
"Sei bellissima stasera..."afferma continuando a mantenere il contatto visivo.
Sarebbe sbagliato baciarlo? Ci siamo gravitati attorno per tutto questo tempo. Victor mi ha fatto ben intendere che non valgo nulla per lui. Dopo aver avuto un rapporto con me, è scappato da Dark per mettere in equilibrio, la sua folle routine perversa. Alla fine fra me e Victor non c'è nulla e fra me e Ethan potrebbe nascere qualcosa di serio.
"Perché non resti qui con me, l'altra ragazza se la cava abbastanza bene senza di te..."aggiunge indicando con un cenno della testa Dark che si destreggia dietro il bancone.
"Non posso...devo lavorare..."mormoro stringendomi nelle mie spalle.
"Allora resta solo per un ballo..."ribatte per poi afferrarmi la mano e trascinarmi con sé verso la pista dove ci sono varie persone affollate che si tastano senza alcun pudore. Ethan mi fa roteare su me stessa. Mi ritrovo con sedere compresso poco più in basso della patta dei pantaloni. Le sue mani sono ferme sui miei fianchi e mi detta il ritmo. Si sporge contro il mio orecchio e mi mordicchia la base, rabbrividisco ma non provo le sensazioni che vorrei, non provo quelle sensazioni che mi scombussolano l'anima che mi causa un solo uomo che finisco per cercare con lo sguardo. Guardo in alto verso il suo privé ed è lì che lo ritrovo mentre Imperia sul suo inferno. Posa il suo sguardo su di me. Ha le mani poggiate sulla sbarra e mi fissa, in una maniera che non riesco a decifrare poi improvvisante va via.
Mi fa sentire in colpa, mi sembra di tradire quello che provo per lui, ma non è ciò che sto facendo. Sto solo provando ad andare avanti. Non posso far parte della sua routine. Non riuscirei a comportarmi come le sue burlesque che attendono il giorno che gli spetta.
Ethan mi fa voltare nuovamente e mi afferra il viso con entrambe le mani, lentamente si avvicina alle mie labbra inclinando il capo. Le sue labbra frizionai contro le mie, sembrano le ali di una farfalla che si sfiorano. Chiudo gli occhi pronta a baciarlo, ma prima che le sue labbra si possano posare sulle mie vengo strattonata via in malo modo.
Non ho il tempo di realizzare che vengo caricata in spalla e mi becco un assonate pacca su una natica. Come se fossi della carne da macello. Vengo trasportata attraverso la folla con la testa che penzola dietro la schiena del mio detentore.
"Knight lasciami..."urlo sbattendo i pugni contro la sua schiena. Man mano si allontana dalla folla, finiamo dentro il suo studio e senza che posso far nulla vengo chiusa a chiave nella sua prigione. Vuole che gli stia alla larga e provi ad allungarlo ma poi mi impedisce di farlo. Non capisco più cosa voglia da me.
"Cosa diavolo fai?"urlo indispettita continuando a sferrare calci e pugni contro l'aria. Si avvicina alla sua scrivania e da un cassetto estrae un paio di manette. Che fa? L'ansia aumenta e il cuore inizia a scalpitare per la paura contro la gabbia toracica. Mi getta sulla sua poltrona e con abilità mi lega entrambe le mani ai braccioli in legno della sua poltrona.
"Ma sei impazzito?"urlo fuori di me.
"È questo che accade alle ragazzine indisciplinate come te...vengono punite..."asserisce con noncuranza per poi accendersi una sigaretta.
È geloso? Cosa vuole? Cosa prova per me? Non riesco a capirlo, mi sta facendo impazzire. Cammina ansiosamente davanti e dietro alla mia poltrona e poi scuote la testa e scoppia a ridere come un matto.
"Cosa vuoi che faccia?"domando alla fine. "Mi fai capire che non c'è nulla fra di noi e poi quando provo ad allontanarmi, reagisci così..."affermo esasperata.
"Continui a non capire...che decido io quando finiscono i giochi Luce..."asserisce fissandomi in maniera macabra. "Mi stai facendo impazzire..."asserisce picchiettandosi un dito al lato della fronte. "Non riesco a capire tutto questo..."aggiunge con fare esasperato. Lentamente il suo stato di confusione diventa anche il mio, e tento di provare ad entrare nell'oscurità nella sua testa.
"Cosa provi?"domando. Si ferma al centro della stanza proprio davanti a me e smette di muoversi in maniera concitata.
"Non lo so...non lo capisco..."afferma per poi spegnere la sigaretta fra due dita. "Ma so che non mi piace..."aggiunge per poi incedere verso la porta.
"Dove vai?"urlo alle sue spalle. Ma lui non mi ascolta apre la porta e la chiude a chiave dietro di sé. Spero che non faccia nulla ad Ethan. Victor diventa spesso fuori controllo, soprattutto quando di mezzo ci sono le sue emozioni.
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Darkest Knight
RomanceAlcuni eventi narrati si basano su fatti realmente accaduti. I veri angeli si nascondono fra le persone comuni, molto spesso hanno volti insignificanti ma cuori talmente grandi da rendere il mondo migliore. Agiscono in silenzio e non pretendono ac...