Capitolo 49

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Canzone: Monnlight Sonata (3rd Movement Beethoven)

"Vorrei non sentirmi più continuamente in frantumi..."

Victor

"Sono contento che tu sia tornato Victor..."asserisce il dottore Kubert.
Sono davvero convinto di voler andare avanti e non fingere di voler andare avanti. 
Ci sto provando.
Sono stanco di essere eternamente arrabbiato,
stanco dei mie sbalzi di umore che sono condizionati dal mancato adempimento delle regole della mia routine, sono stanco di andare avanti sopravvivendo e fingendo di vivere.
"Le faccio la premessa che non sono qui per fare dell'ipnosi. Almeno per oggi. Voglio semplicemente parlare..."
Parlare e provare a zittire i miei pensieri,
parlare e provare a risolvere i miei problemi,
parlare e cancellare le mie ossessioni,
parlare e modificare la mia routine, senza non posso vivere.
Parlare e provare...
Vorrei non sentirmi più continuamente in frantumi,
vorrei non poter sentire più il peso di non poter volare,
vorrei non sentire più il dolore dell'abbandono,
vorrei non sentire più le promesse di mia madre che si ripetono come una litania nella mia testa ogni volta che non seguo le regole della mia routine.
Vorrei imparare a correre libero accanto a Luce vicino al mare dei dolori, senza che mi anneghino con le loro onde impetuose.
Vorrei imparare a convivere con l'inferno che ho dentro senza distruggere la Luce che tenta di viaggiarmi accanto.
Lei con il suo germoglio che è anche parte di me.
Vorrei correre con lei ma posso solo camminare a passi lenti intorno al cerchio della mia routine.
Alla fine resto fermo nel cerchio definito dai miei limiti ad immaginare Diana con indosso un vestito bianco mentre corre sulla riva del mare dei miei dolori, scappando via da me.
"Non dimenticarmi troppo in fretta"sussurra.
Come può solo pensare che io possa dimenticarla? È un'ossessione che mi consuma, non riesco a capire come abbia potuto lasciarmi anche lei!
"Di cosa vorrebbe parlare?"
"La mia finta fidanzata, eccezione è incinta..."mormoro improvvisamente come se questo possa essere il più grosso di tutti i problemi che concretamente ho.
Diana si è seduta sul mio petto e spesso naviga assediando la mia mente con i suoi ricordi.
La sua anima è fatta di frammenti dorati che brillano dentro di me, ha dato vita ad un cielo stellato dentro la mia mente che spesso anche Knight e Brandom si fermano ad osservarlo con meraviglia.
Il costante pensiero che mi abbia abbandonato anche lei mi corrode, mi fa arrabbiare e mi porta a perdere la ragione e distruggere tutto quello che ho attorno.
"Congratulazioni. La nascita di un bambino è sempre un lieto evento. Sa ritengo i bambini come delle frecce di speranza che vengono scoccate verso il futuro..."mormora.
Frecce di speranza che vengono scoccate verso il futuro.
C'è un che di poetico in questa visione.
Sono un uomo, eppure mi comporto da bambino.
"Però io non sono entusiasta come lei. Questo bambino non è stato desiderato ma è capitato a causa di una serie di scelte sbagliate prese da me in primis e dalla mia finta compagna. Ora lei è andata via come volevo e si è portata via anche il germoglio. Non riesco a decifrare con attenzione il mio stato emotivo e so anche le cause. Questo mi rende arrabbiato. E ora mi ritrovo in questo stato confusionale in cui non so come comportarmi. Non so cosa fare. C'è una parte di me che vorrebbe andare a New Orleans, l'altra parte che mi dice di restare qui e che Diana sarebbe una scelta troppo azzardata. Dopo anni passati con uno strano senso di repulsione verso tutto ciò che si ricollega ad un legame emotivo, cosa faccio mi metto a giocare alla bella famiglia felice con Diana?"concludo tutto d'un fiato. Il dottor.Kubeck si sistema gli occhiali. Poi se li sfila e se li ripulisce alla camicia.
"Questo è già un passo che lei sta compiendo per provare a risolvere i suoi problemi e anche il rapporto conflittuale che ha con le relazioni. Non esistono famiglie felici ma esistono famiglie che restano unite nonostante tutto. Deve liberarsi dalla falsa immagine di perfezione e di deformità che ha della famiglia. Non esistono famiglie perfette. Non esistono famiglie sbagliate o deformi. Esistono le persone e le imperfezioni. Deve solo far coincidere le sue di imperfezioni con quelle della sua compagna in maniera da trovare il giusto equilibrio. Un equilibrio che a volte sembrerà precario, che sembrerà imperfetto, che sembrerà instabile alcune volte e stabile altre. Non ci sono rose senza spine. Non ci sono relazioni senza problemi. Non ci sono famiglie perfettamente stabile. Tutti ci proviamo a fare qualcosa. Tutti proviamo alla fine a crearci il nostro spazio in una famiglia perfettamente imperfetta e dovrebbe farlo anche lei. Senza aver paura. Senza provare odio." Si riposiziona gli occhiali perfettamente e torna a fissarmi.
Trovare il mio perfetto angolo di imperfezione.
So esattamente dove si trova.
Ma devo lavorare su alcune cose prima di andarmelo a prendere.
"Lei precisamente cosa vuole o pensa di volere?"domanda il dottor.Kubeck.
"Voglio tutto ciò che desidero. Ma non voglio che il tutto coincida con una persona e in questo momento è così. Non mi piace questo stato..."rispondo con sconforto.
Lei si è comportata esattamente come mia madre, diceva di amarmi e poi è andata via.
Non voglio rivivere le stesse sensazioni dell'abbandono e del rifiuto che rivivo già continuamente per un'altra persona.
Sono stanco della sofferenza.

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