Capitolo 8

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21 marzo 2020

Quel giorno era il grande giorno. Il primo giorno di primavera sarebbe potuto diventare la tomba di un sogno o la sua piena realizzazione.

Quel giorno il palazzetto era completamente diverso da come era sempre stato in occasione del campionato nazionale, era gremito di gente, tantissimo pubblico che non aveva nulla a che fare con il pattinaggio artistico e che era li solo per curiosità.
Ma ancor di più erano gli addetti ai lavori, telecamere ovunque, giornalisti e televisioni, tutti pronti a trasmettere in diretta sul canale sportivo l'evento, tutti pronti a conoscere coloro che avrebbero rappresentato la nazionale azzurra a Tokyo.

Ecco cosa voleva dire olimpiade, tutti interessati, farsi ammirare da un pubblico più ampio, far conoscere uno sport meraviglioso a molte più persone.
Tutti quei cambiamenti erano positivi per il movimento ma avrebbero sicuramente giocato un ruolo importante ai fini della gara, nessun atleta era pronto a tutte quelle attenzioni ed il sangue freddo avrebbe fatto la differenza.
Nemmeno loro dall'alto della loro esperienza sarebbero stati immuni a quel peso ma erano forti e pronti ad ogni evenienza, erano resi quieti dalla nuova carica vitale di Asia che pareva assorbire la forza da quel vociare continuo.

Più volte i giornalisti avevano provato ad interrompere le sessioni di riscaldamento dei vari gruppi in gara ma tutti loro avevano ricevuto la medesima indicazione da parte dei team tecnici: "silenzio stampa fino a che non escono le classifiche".

Asia evitò abilmente qualunque domanda, con un sorriso congedò chiunque le rivolgesse la parola, alzò ancor di più la musica nelle cuffiette e si concentrò sull'unica cosa importante, i suoi pattini e la sua squadra.

Non sarebbero scesi in pista in un buon momento anzi, avrebbero aperto ufficialmente la corsa olimpica, sarebbero stati i primi del gruppo dei pretendenti alla divisa azzurra.
Dopo di loro altri 7 gruppi prima della classifica completa, quasi un'ora di ansia e apprensione avrebbero affrontato, ma se avessero giocato al meglio le loro carte avrebbero potuto far scendere gli altri in pista con la consapevolezza di dover dare ogni cosa per realizzare il sogno.

Asia sorrideva, era l'unica del suo quartetto ad avere un sorriso stampato in viso, era calma e serena.
Lassù in alto aveva visto il loro pubblico, le loro famiglie e atleti della società per cui pattinavano, erano tutti giunti a Firenze per sostenerli.
Non vedeva l'ora di entrare e dare il meglio, mettere in gioco tutto quello per cui aveva lavorato, nell'ultimo anno e per tutta la vita.

***

Dodo non vedeva l'ora di vedere sua sorella in gara non sapeva come avrebbe reagito a tutto il caos, come si sarebbe comportata vista la situazione sentimentale che aveva ed anche se era molto positivo circa la sua condizione non poté fare a meno di sentire il sangue raggelarsi nelle vene quando vide Ermal entrare nel palazzetto.
Era tranquillo con tutta la loro tifoseria al bar ed il riccio era entrato dalla porta principale, sciarpa e occhiali da sole in uno strano tentativo di passare inosservato. Sembrava totalmente spaesato e si guardava intorno alla ricerca di qualcosa o forse di qualcuno.
Dodo non avrebbe mai permesso che quell'uomo rovinasse la giornata di Asia, l'unica occasione che avevano per andare alle Olimpiadi e nello stesso istante in cui lo vide dirigersi verso la zona di riscaldamento degli atleti si mosse verso di lui per bloccarlo.

- Hey!!

Il riccio inconsciamente si girò, non sapeva d'essere lui l'oggetto di quel richiamo ma quando vide Dodo dirigersi verso di lui con l'aria di chi non ha buone intenzioni percepí un bruttissimo brivido lungo la schiena.
Il fratello di Asia gli fece cenno, con la testa, di uscire dalla porta e lui non fece altro che obbedire, in parte temeva quell'uomo ma era tranquillizzato dalla presenza di tante persone ed anche da Daniele che lo seguiva preoccupato.
Ermal fece un cenno a Marco che lo seguí senza porre domande.

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