Capitolo 63

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4 aprile 2021

«Ma stai già cucinando?» Ermal la mattina di Pasqua entrò in cucina con il solito sguardo assonnato, si grattava perplesso i capelli mentre storceva il naso per via degli odori emanati dalle pentole sul fuoco.

«Forse te lo sei dimenticato ma oggi abbiamo a pranzo quindici persone! E ti posso assicurare che il giorno di Pasqua non puoi chiamare Just eat!»
«Ma non sono nemmeno le nove!» Asia accarezzò con dolcezza la testa di Ermal che continuava ad essere contrariato dalla cucina di prima mattina.

«Ok ci riprovo! – si posizionò di fronte a lui e con le mani gli prese il viso - Mancano dieci minuti alle nove intorno alle dieci e mezza suonerà il campanello la mia famiglia e sai cosa vuol dire quell'ora nel posto in cui sono nata?»
«Io te lo giuro mi vado a nascondere! Non ho alcuna intenzione di iniziare a brindare ad orario caffè - il riccio si lanciò di peso sul divano con così tanta grazia da spostarlo di diversi centimetri verso il muro – veramente non si può iniziare a fare aperitivo a quell'ora! Ti prego salvami!»

«Quello che non hai capito amore mio è che tu dovrai svuotare anche i miei bicchieri, altrimenti salta la tua idea!» Ermal nascose il viso sotto una delle coperte ed iniziò a far finta di piangere rumorosamente.

Aveva avuto una bellissima idea per comunicare alle loro famiglie che aspettavano un bambino, ma in quel momento non aveva tenuto minimamente conto di un paio di cose.
I Veneti sono iscritti fin dalla nascita agli alcolisti anonimi e che la sua compagna non poteva bere per ovvi motivi.
E soprattutto che, se lei, avesse rifiutato degli alcolici sarebbe parso tutto molto sospetto.

«Ok ho un'idea! Lo diciamo a tutti subito! La prima volta che Miria chiede di aprire le uova di Pasqua la accontentiamo! Così ce la caviamo subito!»
«Volevi farlo dopo pranzo tu»
«Si ma io non posso bere tutto quel vino e poi sai che nostra nipote chiederà di aprire le uova circa quindici secondi dopo essere entrata in casa! Quindi quasi certamente prima che qualcuno apra una bottiglia! È un'idea geniale! Miria non rompe tutto il giorno, io rimando il momento aperitivo e non devo bere il triplo di quello che normalmente mi farebbe bere tuo fratello!» Ermal convinto di quella teoria allungò il braccio e riuscì ad afferrare quello della bionda per trascinarla sopra di sé.
«Facciamo come preferisci tu» Asia rise rassegnata ma alla fine anche lei, non vedeva l'ora di dare a tutti quella notizia.

Meno di due ore dopo il campanello iniziò a suonare, Ermal corse a nascondersi dietro alla porta che conduceva alla zona notte mentre Asia si avviava alla porta.

«Esci da lì! È tua mamma con nonna e Rinald!»
«Sia ringraziato il signore!» Asia rise, anche per l'espressione perplessa di Myra quando vide il figlio sbucare da dietro la porta.

«Che stai combinando?» Rinald andò dritto al punto e fu la bionda a rispondere «Sta sperando che mio fratello arrivi il più tardi possibile perché non vuole iniziare a fare aperitivo prima di mezzogiorno»
«Esistono gli aperitivi prima di quell'ora?»

«Vedi che non sono l'unico a pensarla così!»
«Si Rinald, a Verona dopo le dieci è già l'ora dell'aperitivo»
«Alcolismo si dice! Alcolismo!» mosse le mani esasperato.
«Oh Mochela tuti e du!» Asia disperata li richiamò all'ordine nel suo dialetto ma solo il compagno la comprese. O meglio finse di capirla.

«Che si può tradurre in – Ermal si schiarì la voce per imitare quella più acuta della fidanzata – "Ragazzi avete superato il limite, smettetela per favore altrimenti vi sgozzo e servirò le vostre teste per pranzo"» scoppiò a ridere da solo ed Asia gli tirò addosso lo strofinaccio per riportarlo nuovamente sulla retta via chiarendo ciò che aveva detto «Ho solo detto di smetterla!».

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