Capitolo 62

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6 marzo 2021

Il timido sole invernale che quel giorno aveva illuminato Milano stava scendendo all'orizzonte.
In quel preciso momento stava abbagliando l'intera città con le sue più belle sfumature del tramonto.
Alcuni raggi sbucavano tra i palazzi del capoluogo con quei bagliori arancioni dal sapore estivo, brillavano ancora allegri tra i germogli degli alberi che si preparavano a vestirsi di foglie verdi e fiori colorati.

Il traffico era, come ogni giorno, un rumore fastidiosamente presente, il solito brusio che ormai le orecchie avevano imparato ad eludere e di cui non restava altro che la raffica di vento che scombina i capelli ad ogni passaggio.

Asia stava osservando dall'alto quel tramonto e senza rendersene conto si trovò a pensare a casa sua. La sua campagna infinita ed i terreni in riva all'Adige che scorreva veloce verso la libertà del mare.
Il sole timidamente nascosto dietro ai filari degli alberi da frutto, la rugiada che non aveva mai abbandonato il prato e che ora giocava con i raggi ed i primi coraggiosi insetti che iniziavano a popolare l'erba non ancora perfettamente tagliata.

Sorrise all'orizzonte e abbandonò l'aria di fine inverno per tornare al caldo, dentro casa, attirata dalla suoneria del suo cellulare.
«Hey Ermal! Hai finito l'intervista?»
«Si, ora andiamo a mangiare qualcosa e poi a nanna presto che domani abbiamo l'aereo alle sette!»
«Povero il principino che si deve svegliare presto!»
«Non mi prendere in giro!» Asia rise divertita e scosse la testa, nonostante la pessima qualità di quella videochiamata vedeva perfettamente l'espressione imbronciata del suo compagno.
«Come state voi?» l'interesse di Ermal era vivo per lei e quella distanza lo teneva sulle spine. Mai come in quel periodo avrebbe voluto esserle sempre accanto.
«Direi bene! Niente nausee, niente dolori strani... Tutto perfettamente nella norma» la bionda rispose convinta mostrando prima il pollice alzato e poi inquadrò la sua pancia per farla vedere ad Ermal.

Era ancora troppo presto perché si vedesse qualcosa ma non importava a nessuno dei due perché entrambi sapevano che lì dentro c'era loro figlio che stava iniziando a crescere ed a farsi spazio nei loro cuori.
«Amore parlando di cose importanti, hai chiesto a tua mamma e ai tuoi fratelli se vengono su da noi per Pasqua?»
«Cazzo! Mi sa di no!» il riccio si battè una mano sulla fronte e chiuse gli occhi per un secondo, tra le mille cose che aveva dovuto fare quella l'aveva proprio tralasciata.
«Faccio io va la! Se aspetto te fa tempo a nascere»
«Sei sempre così drastica?» Ermal rise per l'espressione buffa e fintamente disperata della sua compagna.
«Con te si! Dai chiamo tua mamma e sento se loro riescono a salire, i miei hanno già detto che ci sono, mio fratello pure ed anche gli zii con Clarissa che, per inciso, non vede l'ora di romperti le palle per tutta la giornata» la cara cuginetta era passata dall'essere la fan numero uno di Ermal a passare la Pasqua da lui, era quindi assolutamente impossibile che non passasse la giornata a scattare centinaia di fotografie.
«Io scappo! Tua cugina non ho intenzione di sopportarla! La mia famiglia invece vedrai che verrà su volentieri e così diamo a tutti la grande notizia no?» il ragazzo era esaltato, non vedeva l'ora di dire a tutti di quella gravidanza ma per precauzione avevano deciso di aspettare l'inizio del secondo semestre e fatalità, l'inizio della tredicesima settimana, coincideva con il giorno di Pasqua.

Quando chiuse la chiamata la bionda guardò l'ora, erano le cinque e mezza, sul tavolo giacevano abbandonati una pila di fogli protocollo ed alcune penne colorate.

Avrebbe dovuto mettersi d'impegno e finire di correggere quei temi per il lunedì successivo ma la sua voglia era sotto le scarpe.
Senza pensarci due volte si sedette sul divano e compose il numero di telefono di sua "suocera", che rispose dopo appena due squilli.

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