Capitolo 3

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7 marzo 2020

Asia sorrideva radiosa quel sabato sera, aveva un sorriso talmente bello che avrebbe potuto illuminare la notte, uno di quelli che suo fratello non le vedeva in viso da quando l'aveva vista con Ermal al suo fianco, quella meraviglia che si era spenta pian piano con l'inizio dell'anno e la loro rottura.

Dodo si fermò un attimo a guardarla, era sulla soglia della porta del salotto della sua casa, appoggiato allo stipite e lei se ne stava in ginocchio sul pavimento. Indossava un paio di pantaloni della tuta neri, molto aderenti ed una canotta gialla fluo, sopra una felpa extra-large talmente grande che le cadeva giù da una spalla lasciando intravedere la spallina nera del reggiseno e le maniche troppo lunghe arrotolate due o tre volte.
Era lì con Tommaso sdraiato su una coperta che, lei premurosamente, aveva steso e giocava con lui.
Si copriva il viso e se lo scopriva con le mani facendo espressioni buffe ed usando toni di voce esagerati, gli faceva il solletico al pancino e lo riempiva di baci.

Dodo sorrise a vederla così, la sua sorellina, il suo bambino, insieme e lei che faceva la zia nel modo migliore del mondo.
A vederla così lui intravedeva ancora quella bambina piena di sogni e di vita che sorrideva sempre al mondo e che lo andava a disturbare mille volte quand'erano ancora ragazzini.

Bella Asia e bello Tommy.
Avevano una serata solo per loro due visto che la moglie era uscita a cena con le amiche per festeggiare in anticipo la festa della donna e non vedeva l'ora di viverla a pieno.

-Asia! Mochela de imboresarlo che no'l dorme altro! (smettila di agitarlo che sennò non dorme più!)

- Non fare il papà noiosooooo

- Ah che te ciamo ti de note a star sveja con łu! (guarda che chiamo te stanotte a star sveglia con lui).

Asia sbuffò infastidita dal richiamo del più grande ma da brava prese tra le braccia il piccolino ed iniziò a cullarlo per farlo tranquillizzare, erano appena le otto della sera e in teoria lui avrebbe dovuto addormentarsi di lì a poco.
Si trasferì sul divano in modo da mettersi più comoda e prese il biberon caldo che Dodo le stava porgendo.
Il piccolo tra le braccia della zia era calmo e succhiava avidamente il suo latte e lei continuava a riempirlo di attenzioni.
Passava piano le dita, con movimenti circolari, sulla tempia per aiutarlo a rilassarsi, lasciava minuscoli baci sulle manine che si tendevano verso il suo viso e sembrava che le paure del passato fossero scomparse e che lei fosse davvero rinata nell'ultimo periodo.

Finalmente Tommy chiuse gli occhi e lo andò a depositare nella culla, prese la radiolina e la accese per poi tornare dal fratello.

Edoardo era buttato sul divano, lo stava occupando tutto e per Asia non c'era nemmeno un buchetto, a lei non importava, c'era un posto di quella casa che le piaceva molto di più.
Il davanzale di quella stanza, come in quella della sua camera, era fatto come una panchina e lei andò subito a sedersi lì, schiena appoggiata al muro e occhi persi sul paesaggio esterno, tra le mani un cuscino da torturare.

Paesaggio... Beh quello che riusciva ad immaginare, la nebbia quel giorno a Verona non aveva lasciato spazio al cielo, aveva imperversato tutto il tempo con un muro fitto e bianco a celare alla vista ogni cosa.
Lei guardava là fuori e in mezzo alla coltre non riusciva a scorgere assolutamente nulla ma poteva vedere benissimo nella sua mente mille e più cose.
Miliardi di ricordi costruiti proprio in quei campi, in quella corte a correre selvaggia con i cani, a scappare da Dodo e dai suoi malefici dispetti.

-A cosa stai pensando?

- Tante cose... Cambia in fretta la vita e a volte non sono sicura di riuscire a starci dietro...

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