Ermal aveva accolto Asia con supponenza, non era propenso a volerla ascoltare, non gliene fregava assolutamente niente di ciò che aveva da dire.
Era stanco, stufo di starle dietro e seguirla, esausto di quell'infinita rincorsa che non portava più a nulla. Non riusciva a gestirla e non voleva più essere il suo bambolotto, un uomo da girare a piacere, un amico che la amava.
Si era seduto e cercava distrazioni in giro per la stanza, il filo delle cuffie attorcigliato in malo modo e che avrebbe tanto voluto arrotolare per bene, il panno giallo che copriva i tasti del pianoforte che era storto, tutte cose a cui non avrebbe mai fatto caso se non fosse stato alla disperata ricerca di qualcosa da fare mentre lei parlava.Aveva tutte le intenzioni del mondo di lasciarla blaterare parole al vento, probabilmente lei avrebbe recitato una qualche poesia, forse una canzone per colpirlo e dargli prova per l'ennesima volta di cercare soluzioni negli altri e non dentro sé stessa, scuse per non amare e per nascondersi in un passato che l'aveva fatta soffrire.
Sarebbe stata posata come sempre e avrebbe cercato il suo sguardo ad ogni sillaba.
Si mise comodo e lasciò che lei si mettesse dove preferiva nella speranza che se ne andasse in fretta.Però lei non era mai stata un essere prevedibile, era la persona spericolata che si arrampicava sugli alberi e si lanciava dal ponte più alto delle barche, quella che rincorre un sogno enorme con la testardaggine di un mulo.
Seduta composta, nel suo piccolo angolino, protetta da una bolla tutta sua aveva iniziato a parlare ed i tentativi di Ermal di stare sulle sue e di non farsi coinvolgere iniziarono a vacillare.
Lei con le dita stava torturando le maniche un po' troppo lunghe del suo cardigan grigio, parlava con voce rotta di pianto ed alcune lacrime già solcavano il suo viso candido le cui gote e la punta del naso erano leggermente arrossati.
Non sorrideva, sul volto non si riuscivano a leggere emozioni in realtà, era piccola e fragile nascosta dietro a tutte le sue amate parole.
Ermal era concentrato su sé stesso, tutte le attenzioni poste sulla rabbia che aveva provato pochi giorni prima, l'istante in cui lei aveva detto che non sarebbe stata al suo fianco in Arena, quello in cui si erano urlanti contro il rancore di quella scelta fatta a marzo, il momento esatto in cui lei aveva chiuso la porta tra loro, quando si erano incontrati al supermercato e lei era fuggita...
Pensava solo a ciò che aiutava la sua volontà a tenere Asia lontano, a liberarsi una volta per tutte di un amore che lo stava distruggendo con lentezza.Poi lei aveva pronunciato quelle parole, quelle che erano arrivate esattamente al centro del suo cuore, come una freccia scoccata con precisione millimetrica che poi esplose come un petardo la notte dell'ultimo dell'anno.
Scusa per il disturbo
Tutto cambiò in un istante, nel suo cervello apparvero le immagini di lei sorridente al suo fianco, il tatuaggio che gli aveva dedicato e la serata a mangiare giapponese, le notti passate a condividere il letto, i sogni e le speranze, le giornate a scambiarsi baci ed a sorridere insieme al mondo, i momenti in cui lei era al suo fianco per dargli la forza che gli mancava.
Ricordò i momenti in cui avevano giocato come bambini sporcandosi il viso col dentifricio, le ore che lui aveva passato ad osservarla cucinare, tutte le volte che lei col suo corpo lo aveva ammaliato, quelle in cui la musica li aveva uniti mentre in altri era stata la poesia...
Non era vero che lo aveva disturbato, lui aveva osservato con indifferenza le lacrime scorrere sul viso della donna che amava e non aveva provato a fermarle, non aveva nemmeno provato a metterla a suo agio.
Una piccola parte della sua coscienza iniziò a richiamare l'attenzione, cercava di riattivare il cervello e togliere la nebbia della rabbia, riportarlo su tutto ciò che erano stati ed i sentimenti che li legavano.
Nonostante tutto però, dopo mesi di rincorse la stava lasciando andare via.
Questa volta per sempre.La osservò volare via, come una piccola fata, con la sua aura di classe celare le lacrime che ancora sgorgavano e uscire, lasciando aperta quella porta, come se non fosse pronta a costruire un muro tra loro.

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Fairy dust
Fanfiction***Sequel di Unexpected*** Più che la storia voglio raccontare la foto di copertina. È un'immagine ambigua, un po' come la fine del primo racconto. Questa foto può essere un tramonto ma per le anime ottimiste è un'alba, un nuovo inizio. C'è il mare...