Capitolo 43

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23 novembre 2020

«Amor ch'a nullo amato amar perdona. Chi ha detto questa frase?» la lezione di quel giorno nella prima liceo vedeva il caro vecchio Dante come protagonista ed Asia che non aveva molta voglia di spiegare, perché era piuttosto stanca dal viaggio fatto di prima mattina per arrivare a Milano, decise quindi di rendere la lezione più interattiva del solito isolando un solo verso su cui sarebbe stato possibile avviare un bel dibattito, sia per le controversie di parafrasi che di significato. Aveva voglia di sentire le loro giovani menti produrre discorsi, voleva sentirli vivi perché ne aveva bisogno di vedere i loro occhi brillare alla vista di nuovi orizzonti.
Indicò subito con il dito una studentessa dai capelli ricci e scuri del terzo banco la cui mano era scattata velocemente verso l'alto «Dante prof!»
«Parzialmente corretto, riesci ad essere più specifica?» la ragazza sgranò gli occhi perché era convinta di avere la risposta giusta tra le mani ed infatti scosse la testa perplessa.
Dopo diversi tentativi tra cui un "Virgilio" ed un "Platone" buttati a caso nell'aria, un ragazzotto tarchiato e generalmente molto silenzioso, senza nemmeno prenotarsi parlò con voce forte e chiara dal fondo dell'aula «Dante la scrive ma nel testo a pronunciarla è Francesca nel quinto canto credo... Se non ricordo male è quello che rappresenta il girone dei lussuriosi»
«Corretto!» Asia sorrise compiaciuta da quella risposta, amava quando i suoi studenti erano in grado di darle risposte articolate su argomenti che ancora non aveva trattato.
«Qualcuno sa farmi una bella parafrasi?» con l'entusiasmo di una bambina provò a spingersi oltre ma si specchiò in visi interrogativi ed estremamente curiosi di saperne di più.
«L'amore di chi non ha amato non perdona l'amore?» la voce di una ragazzina, dai capelli lunghi e rossi, dal primo banco attirò l'attenzione di tutti.
«Potrebbe essere un'interpretazione questa, certo è molto letterale ma ci può stare!»
«Che altre interpretazioni ci sono prof?»
«Oh sono cosi tante che potremmo passare un intero anno scolastico a parlarne! Ma ciò che vorrei sapere io, non sono le idee degli altri ma la vostra personale interpretazione di questi versi!»
«In che senso?» gli sguardi erano molto interrogativi e la pregavano di darle altre informazioni.
«Vorrei che ora, ognuno di voi si leggesse l'introduzione al canto del libro, solo per capire il contesto e poi  provasse a dare una propria definizione, un proprio significato a questa frase! Avete 10 minuti di tempo!»

...
«Tempo scaduto! Siete pronti?» la classe annuì poco convinta, la maggior parte degli studenti aveva davanti un foglietto su cui erano appuntare le idee scaturite da quel compito ma nessuno pareva particolarmente pronto ad aprire bocca circa l'argomento.
«Dai qualcuno vuole provare a raccontarmi il suo punto di vista?» erano belli i loro occhi in quel momento perché Asia poteva leggerci dentro mille cose, la paura di esprimersi ed essere giudicati ma anche la voglia di urlare al mondo tutte le loro idee. Perché loro erano una generazione schiacciata dal peso del mondo, quella di chi deve stare attento, che nasconde i pensieri per paura di un giudizio che può diventare mortale.
Attese con paziente silenzio, non voleva obbligare nessuno a parlare perché era tutto troppo importante per essere rinchiuso in un'aula scolastica, sapeva che potevano riuscire a partire da soli.
Solo un paio di minuti dopo la voce flebile di un ragazzo ruppe il silenzio
«Non so cosa significhi questa frase prof, non ne ho la minima idea. Non mi interessa sapere cosa ne pensavano dell'amore mille anni fa, mica era come oggi...» progressivamente aveva alzato la voce, acquisendo forza dalle sue stesse parole ma anche intimorito dalla sguardo della professoressa che però non si arrabbiò anzi, si agganciò  a quella timida confessione per capirne di più «E dimmi com'è oggi?».
«Oggi l'amore è superfluo, a nessuno interessa veramente innamorarsi tanto poi mica ce l'ha un futuro quell'amore! Oggi una... Posso dire scopata? - Asia sorrise e annuì più interessata alla complessità del discorso che al linguaggio utilizzato - una scopata è più che sufficiente! Anche perché come possiamo credere all'amore noi? Non abbiamo un futuro, ce lo hanno portato via i vecchi! Quello, insieme a tutti i nostri sogni!»
La classe prese ad annuire convinta da ciò che era stato detto dal compagno, era, purtroppo anche la loro realtà e la bionda si alzò dalla sua sedia sconvolta perché sapeva di cosa parlavano, chiuse il PC ed anche il libro ed aggirò la cattedra per andarcisi a sedere sopra stando dal loro lato, voleva che dal non verbale capissero che lei stava con loro e con lo sguardo lì invitò a proseguire, a tirare fuori tutto.
«Provi a spiegarcelo lei come possiamo sognare un amore che possa durare per sempre... Il nostro futuro non esiste, se lo sono portato via! Tra due anni avremo il diploma e sa a cosa ci servirà? A nulla! Assolutamente a nulla perché facciamo il classico e vale meno della carta igienica che almeno ha un ruolo nella società! Tra due anni senza sapere nulla del mondo, quello vero, saremo catapultati all'università, se saremo fortunati faremo qualcosa che ci piace e che probabilmente ci permetterà di unirci alla schiera di giovani disoccupati italiani, qualcuno di noi deciderà di fare una facoltà di merda pur di avere un lavoro e sarà infelice per il resto della sua vita. Altri andranno all'estero e vivranno sempre con la nostalgia di casa ed il dubbio di quello che sarebbe potuto essere se solo avessero avuto il coraggio di restare ma senza la forza di tornare. Tra due anni colonizzeremo l'Italia tra un ateneo e l'altro e continueremo a non sapere niente fino a che non verremo sputati nel mondo del lavoro, sottopagati, disoccupati e dopo anni di studio qualcuno avrà pure il coraggio di dire che siamo choosy! Me lo dica lei come possiamo innamorarci noi?» la ragazza aveva parlato con la rabbia e l'emozione nella voce perché forse era la prima volta che qualcuno chiedeva loro dell'amore e che qualcuno dava loro l'opportunità di arrabbiarsi per davvero ascoltando in silenzio ogni parola senza curarsi delle parolacce o della correttezza grammaticale di una frase, ascoltare e basta, ascoltare per capire e non per rispondere.
«Se saremo fortunati troveremo da lavorare a 25 anni dopo una laurea ed un master e prenderemo 300 euro al mese per lavorare come schiavi. Vivremo con i nostri genitori fino a 35 anni e poi forse avremo un lavoro e potremo pensare all'amore ma prima è come sognare un bicchiere di acqua ghiacciata nel deserto...» a rincarare la dose arrivò un altro ragazzo e poi un'altro ancora, come se le dighe fossero state rotte ed ora tutti loro come un fiume in piena stessero tirando fuori tutta la loro preoccupazione ed il disagio verso qualcosa di estremamente naturale ma a cui non avevano la possibilità di abbandonarsi.
«Va bene... Accetto tutto quello che avete da dire e posso anche dirvi che vi capisco perfettamente perché ho avuto anche io le vostre stesse paure, i dubbi ed i timori dell'adolescenza... Quando tutto questo è cominciato, la crisi eccetera avevo circa diciott'anni, ero appena più grande di voi che invece la affrontate da quando siete nati praticamente. Ma l'amore alla vostra età non dovrebbe mai essere limitato ad una scopata...» gli studenti superato per un attimo lo stupore per aver sentito la professoressa utilizzare un termine poco ortodosso per il suo ruolo tornarono a confabulare «Uno alla volta per favore!»
«Prof ma chi è che si vuole innamorare se poi non sa come va a finire?»
«Se non ci fosse la crisi sapreste come va a finire l'amore? Avreste la certezza di un futuro per quel legame che nasce senza spiegazioni?» si fermarono tutti, perplessi, non lo avrebbero saputo ma erano tutti talmente occupati a pensare al futuro ed al disagio di una società che li aveva relegati ad un peso sociale che non si erano resi conto che comunque l'amore è incertezza dall'inizio alla fine.
«Adesso vi racconto una storia è molto personale e vi chiedo di averne molta cura, vorrei che provate a capire per davvero, non per cambiare idea ma per aprire la mente a nuove prospettive.
Quando avevo la vostra età, ho conosciuto un ragazzo, lui sembrava uno di quegli attori australiani sapete quelli che fanno surf ed escono dall'oceano con la tavola sotto braccio? - la classe rise divertita annuendo - biondo, occhi azzurri, altissimo... Diciamo che era un po' il funghetto della situazione e lui sapeva di esserlo ma senza farlo pesare al mondo anzi! Per caso una sera d'estate le compagnie erano ormai decimate dalle vacanze e la mia si è unita alla sua, solo per poco tempo, una o due settimane e poi basta. Nei mesi successivi ognuno è tornato alla sua vita e con lui ci avevo scambiato forse tre parole perché io ero timida e lui troppo bello. Ma l'amore arriva quando ti distrai e un giorno d'inverno un po' per caso abbiamo iniziato ad uscire insieme, ci siamo visti qualche volta fino a che non ci siamo messi insieme... Eravamo molto giovani e non avremmo mai pensato che noi due saremmo stati il nostro per sempre, già sapevamo che le favole non esistono, la crisi si stava avvicinando, era l'inizio del 2007 ma dovete sapere che dopotutto sognare non fa male quando il futuro si allontana...»
«Poi è finita?»
«Abbiate pazienza... Abbiamo iniziato l'università, due facoltà diverse e due vite diverse, lui era più grande ma ci siamo laureati entrambi tra tanti alti e bassi ovviamente ma eravamo ancora insieme... Nonostante l'epoca di disagio nel 2014 siamo riusciti ad andare a convivere. Eravamo certi di aver trovato finalmente il nostro equilibrio, la nostra vita, la piccola casetta in campagna non troppo lontani dai luoghi in cui eravamo cresciuti e pensavamo che nulla avrebbe più potuto dividerci... Era l'amore con la A maiuscola che stava sopravvivendo a tutto ma non avevamo fatto i conti con il destino... Una mattina siamo usciti per andare a lavorare, come sempre, ma lui non è mai più tornato tra quelle quattro mura... Un uomo quella stessa mattina si è messo alla guida ubriaco e lo ha ucciso portandolo per sempre via da me e dai nostri sogni... Questo per dirvi che in amore non vale la pena fare mille calcoli e progetti... L'amore va semplicemente preso così come viene, ci accarezza e ci permette di stare bene, male e a volte un po' così e così ma non possiamo fuggire... L'amore semplicemente chiama amore e più ne doniamo più ne riceviamo...» Asia si interruppe un attimo, era la prima volta che parlava di Tommaso così apertamente e non le veniva facile restare seria, senza far trasparire troppa emozione né far scendere lacrime dai suoi occhi ma sapeva che doveva farlo, respirò a fondo e tornò a guardare la sua classe.

«Quindi alla fine anche lei dice che poi non vale la pena perché poi finisce comunque e noi restiamo con un pugno di mosche in mano ed il cuore distrutto...» la ragazza parlò forse solo per rispondere perché non aveva capito realmente il significato di quelle parole.
«È proprio qua che sbagli, noi non possiamo fuggire dall'amore, quello alla fine ci trova anche se cambiamo città e lo rifiutiamo. L'amore te lo ritrovi davanti alla porta di casa una notte d'inverno e ti porta dove vuole lui anche se per quella serata voi avevate deciso di stare in pigiama a piangere tutte le lacrime del mondo con un vasetto di Nutella in mano ed alla televisione "c'è posta per te". Siamo così fragili che nessuno ha così tanta forza da rifiutare per sempre l'amore... Noi umani abbiamo bisogno di questo amore e l'unica cosa che vale la pena fare è aprire il cuore e lasciarci stringere da braccia che non sono le nostre» la classe rise divertita da quell'immagine descritta dalla docente ma che alla fine rappresentava tutti quanti almeno in parte, forse si stavano convincendo a cambiare prospettiva e guardare le cose da un altro punto di vista, forse.
«Voi immaginate l'amore falsamente totalizzante di Romeo e Giulietta, quel per sempre che non è in grado di superare nemmeno una pozzanghera secca ma non è così! L'amore deve attraversare gli uragani e mille tempeste prima di trovare il suo equilibrio, l'amore è difficile, è fatto di lacrime amare e rabbia. Amarsi vuol dire anche avere il coraggio di mandarsi a quel paese con l'incertezza di non ritrovarsi più oltre il caos, poi però se dall'altra parte ci si arriva in due tutto diventa più facile, almeno per un po'. Amare vuol dire anche odiare, il confine è sottilissimo e capita che le cose si fondano e confondano a volte...» gli studenti erano rapiti da quelle parole, nessuno distratto, tutti così interessati che sbuffarono infastiditi per il suono della campanella ad indicare la fine della giornata scolastica.
«Prof! Possiamo finire di parlarne la prossima volta?»
«Non credo, non avrebbe la stessa intensità di oggi... Chissà magari in futuro ci verrà donata un'altra occasione per discutere...» quelle ragazze che l'avevano accerchiata sorrisero e dopo un secondo fuggirono via salutando Asia che si avviò pensierosa verso casa.

Quel giorno, in quella lezione aveva, probabilmente, messo troppo di sé stessa.
Quel giorno però aveva avuto la possibilità di analizzare sotto altri aspetti quella litigata con Ermal.
Aveva parlato con il cuore in mano lasciando che loro prendessero ciò che volevano nella speranza che potessero riprendere a sognare l'amore.
Che loro non facessero lo stesso errore che aveva fatto lei dopo la morte di Tommaso, rifiutare quel sentimento l'aveva solo portata a soffrire tanto.
Era riuscita a guardare con distacco al suo sentimento e nonostante tutto si era resa conto di quanto importante fosse stato Ermal per lei nella sua vita, perché quel giorno di dicembre lei lo aveva salvato ma nei mesi successivi era stato lui a salvare lei ed a condurla laddove non avrebbe mai pensato di arrivare.
Ermal le aveva donato nuovamente la capacità di amare e sognare, tutta quella voglia di vivere che era sparita dalla sua vita ma che ora le creava dipendenza.
Sapeva che avrebbe dovuto provare a risolvere con lui in un modo o nell'altro, forse parlando si sarebbero resi conto che l'amore non era finito e che sarebbe sopravvissuto ancora una volta.
Rotti e acciaccati dopo quella tempesta ma sicuramente non sconfitti.
Doveva solo tornare a casa anche se aveva paura...

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