Capitolo 57

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«Per quale motivo siete usciti?» Emiliano lo chiese con ansia e preoccupazione nella voce e Vigentini si aggregò per dar man forte all'amico «Credi che sia una buona idea lasciarli soli? Prima sembravano sul punto di volersi tirare dietro i vassoi del buffet!»
«Se vuoi erigerti a vittima sacrificale di quei due senza avere nessuna colpa entra pure! Io non voglio saperne nulla né essere tirato in mezzo» Ermal se ne lavò beatamente le mani.

Per sua sfortuna conosceva molto bene Asia ed aveva una buona conoscenza anche di Drew, sapeva perfettamente che nessuno dei due avrebbe risparmiato colpi.
Avrebbe raccolto i pezzi della bionda se ce ne fosse stato bisogno ma non voleva essere un kamikaze.

«Dio no! Un'altra scenata come lo scorso anno no!» Valerio era disperato e si coprì il viso con le mani non era pronto a sedersi in conferenza stampa come aveva fatto l'anno precedente per difendere Bugo. Se fosse accaduta una sceneggiata simile era già pronto ad essere additato come lo zimbello del festival e a non aver più ammesso nessuno proveniente dalla sua casa discografica alla kermesse canora.

«Se ti consola io le ho già prese quindi siamo a buon punto!»
«Marco tappati la bocca che la colpa è tua e di quell'altro fenomeno!» Ermal lo azzittì con crudeltà. In meno di mezz'ora sarebbero dovuti salire sul palco e chissà cosa stava accadendo all'interno di quel camerino.

Iniziò a sperare che Amadeus prendesse tempo e si dilungasse inutilmente, come aveva fatto l'anno precedente e tutte le altre serate di quel festival.

***
«Che cazzo vuoi Andrea?»
«Pensi che sia divertente stare in questa situazione. Con te. Un'occasione che ti capita una volta nella vita e sprecarla a litigare. Con te!» indicava con prepotenza la ragazza ogni volta, come a voler rimarcare un concetto ed una colpa allo stesso tempo.

«Non sono io quella che non sa tenere la bocca chiusa nemmeno per trenta secondi! Tu hai rovinato tutto! Ora divertiti ad importunare tutti ma depennami dalla tua lista!» Asia era furiosa, tutta l'ansia e la paura di quello che stava per fare stava trovando una via d'uscita.

Contro Drew, non si sarebbe mai sentita in colpa perché lui quella situazione l'aveva creata incurante di tutto.

«Non funziona così Asia! Non è mai andata in questo modo lo sai! Penso che in tutto il mondo io sia l'unico a poter dire qualcosa su di te! Mi hai attaccato rifugiandoti da Ermal ma ti sei dimenticata tante cose!» dicono che in guerra e in amore tutto è valido. Non si sa esattamente cosa fosse quello.

Forse una guerra senza precedenti tra i due, forse amore non propriamente detto. Quell'amore fraterno che accomuna due amici di vecchia data.

«No, non dimentico! Tu sei sempre stato presente! Tu sai quanto ho pianto per le mie gravidanze! Tu c'eri sempre cazzo e proprio tu che sai tutto ti comporti in quel modo? Lo sbandieri così il mio dolore! Senza sapere che sono giorni che quel test me lo tengo in borsa ma non lo faccio perché la paura mi paralizza!»

«Non ho sbandierato nulla! Eravamo noi due, il tuo fidanzato che ne era già al corrente ed il suo migliore amico! Credi che lui non si sia prodigato a consolarlo? Che non conosca la tua sofferenza attraverso Ermal? Credi davvero di essere l'unica ad aver sofferto? L'unica ad aver perso un figlio?» Drew aveva perso totalmente il controllo, la spina bocca cervello strappata con violenza ed il filtro disinnescato.
Parole crude e taglienti, un attacco vero e proprio.

Osservò la bionda che cercava di sistemare il vestito dopo essersi messa i pattini.

Era bloccata.

Una statua di ghiaccio, immobile, qualche centimetro più alta del normale e con un'espressione triste e malinconica.
Ferita nel profondo della sua anima.

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