2 maggio 2020
Il sole splendeva sopra Budapest quel mattino, c'era anche parecchio caldo per essere solo ai primi di maggio, una coppia di innamorati passeggiava mano nella mano alla ricerca di un posto dove fare colazione.
O meglio sapevano già dove andare, il grande mercato cittadino li aveva ispirati tramite alcune foto viste sul web e volevano anche loro sperimentare quel luogo dai tratti particolari e molto lontani da ciò a cui erano abituati.
Tra una chiacchiera e l'altra si trovarono di fronte ad una grande costruzione in stile russo, tutta colorata con piastrelle di ogni tipo era bello già da fuori, ma dentro era qualcosa di unico e mai visto prima.
Le persone erano tantissime e si muovevano come tante rumorossime formiche accalcate a tutti i banchi alla ricerca di cibo da mangiare subito o da portare a casa per riempire i frighi vuoti o magari qualcosa per viziare il palato.
Mille bancarelle e profumi, l'odore della paprika mescolato a quello di altre spezie «Oddio che spettacolo! Pare di essere in un souk arabo!»
Ermal sorrise di fronte all'entusiasmo di Asia, pensando alla notte precedente pareva rinata.
Tra i mille banchi i due vennero attratti da un posto che preparava delle cose che simili a frittelle con sopra salse di ogni tipo, la signora spiegò loro, in perfetto inglese, che si chiamano "langos" e che tipicamente sono salati ma dolci sono ottimi per iniziare la giornata.
Ne acquistarono due ed erano enormi, Ermal sopra al suo mise una crema di vaniglia e della panna mentre Asia cioccolato e pezzi di banana.
Probabilmente avrebbero avuto le pance piene fino all'ora di cena visto il quantitativo di calorie ingerito con il primo pasto del giorno ma a loro non importava nulla che non fosse godersi quella città e quei due giorni di solitudine.
«Hey ciccina girati!» Ermal scoppiò a ridere, la bionda aveva due baffi di cioccolata, una bambina di quasi trent'anni ma mosso da un impeto di gentilezza con il suo fazzoletto le pulí le labbra lasciandoci dipinto sopra un sorriso furbo.***
L'isola Margherita era stupenda, come una bella principessa addormentata in mezzo al Danubio che scorreva imperterrito nel suo viaggio attraverso l'Europa.
Accarezzava le rive di questa piccola isola verde in una grande città ricca di storia, amore e passioni.
Una piccola chiesetta in pietra grigia apparve sola e abbandonata in mezzo agli alberi, la sua storia era scritta su un piccolo cartello ma solo in ungherese.
I due avrebbero tanto voluto scoprire cosa si celava dietro quel portone in legno chiuso con un pesante catenaccio arrugginito ed un enorme lucchetto, abbandonati alla quiete di quel mondo iniziarono a fantasticare insieme.
«Mmm a vedere la struttura, il tipo di costruzione direi che provenga direttamente dal Medioevo. È una chiesa cristiana forse cattolica ma non ortodossa direi, se vedi bene, dalla finestra si vede che il leggio pone l'oratore con le spalle alla croce.»
«Poi Sherlock altre impressioni?» la conoscenza di Asia lasciava Ermal spesso estasiato, ma d'altronde aveva studiato per quello e la storia era decisamente affar suo.
«Watson non saprei, forse era nascosta tra gli alberi perché al suo interno celava segreti indicibili.»
«Forse una ragazza distrutta dal dolore aveva trovato la pace tra queste mura e nel silenzio del parco è riuscita a rinascere...» avevano entrambi voce sognante ed iniziarono a dire le cose più assurde.
«Secondo me è chiusa perché dentro si nasconde un fantasma assassino, forse l'anima incazzata di qualche re tiranno!» Asia scoppiò a ridere in seguito alle affermazioni del suo ragazzo.Erano così belli a passeggio, stavano così bene che parevano dimenticate tante cose, entrambi erano felici e completamente ubriachi di gioia.
Dopo aver visto da fuori parte del piccolo zoo e aver attraversato il giardino pieno di fiori di tutti i tipi e colori giunsero ad un bivio e presero la strada di destra, quella che portava verso il fiume.
Si sedettero sotto un grande albero dai rami forti e sicuri e pieni di foglie, nessuno dei due sapeva che albero fosse ma non era importante saperlo.
Ermal posò la schiena al tronco e lei si accovacciò al suo fianco, con la testa posata sulla spalla ad osservare l'acqua, che non era di certo blu, scorrere veloce.
«Si sta bene qua tra le tue braccia sai?» la voce di Asia non era altro che un flebile sussurro, ma il riccio la sentí forte e chiara, come se avesse parlato direttamente col suo cuore.
Si chinò verso di lei per lasciare un bacio in mezzo ai capelli, aveva voglia di porre alla sua bella alcune domande, ma era bloccato dalla paura, dal terrore di dire le cose sbagliate e ferirla, non temeva di restare lui stesso scottato, non si preoccupava per sé, lei era più importante.
Si trovava sul bordo di un burrone indeciso se buttarsi o meno, con la voglia di scoprire altro sulla sua fidanzata e l'angoscia di perdere un pezzo di lei con delle parole di troppo.

STAI LEGGENDO
Fairy dust
Fanfiction***Sequel di Unexpected*** Più che la storia voglio raccontare la foto di copertina. È un'immagine ambigua, un po' come la fine del primo racconto. Questa foto può essere un tramonto ma per le anime ottimiste è un'alba, un nuovo inizio. C'è il mare...