27 giugno 2020
Dino arrivò a Verona nel pomeriggio, attorno alle quattro parcheggiò la sua auto nel grande piazzale di rovente asfalto nero fuori dalla pista di pattinaggio dove, in teoria, avrebbe dovuto trovarsi Asia.
Appena scese dalla macchina fu investito dalla temperatura eccessivamente calda di quell'estate, tantissima umidità che lo fece pentire di aver tenuto accesa l'aria condizionata durante il viaggio.
Si avvicinò alla cancellata e riuscì ad intravedere i quattro che si allenavano, i tre ragazzi indossavano solo dei pantaloncini corti neri ed erano a petto nudo mentre Asia ne aveva un paio di cortissimi e aderenti ed un top sportivo anch'esso nero.
La pista era completamente sotto il sole e Dino si chiese come facessero a fare allenamento a quell'intensità e con quel caldo visto che lui stava soffrendo solo a stare fermo a guardarli.La bionda stava volteggiando per aria con estrema grazia ed insieme pattinavano all'unisono come fossero un unico corpo.
Erano meravigliosi da ammirare e si perse tra un passo e l'altro, con il cuore in gola ad ogni sollevamento, temeva per davvero di vederla cadere.
Era la prima volta che li vedeva dal vivo ed era talmente preso da quello spettacolo meraviglioso che stava quasi dimenticando il vero motivo per cui aveva mollato Ermal e tutta la band a Trento con una scusa banale a cui forse aveva creduto solo il cantante ma per il semplice fatto che era troppo sconnesso dal mondo per percepire qualunque cosa.Dopo quasi un'ora di volteggi ed urla degli allenatori di ogni tipo i quattro abbandonarono stancamente la pista per dirigersi probabilmente verso lo spogliatoio, non troppo tempo dopo iniziarono ad uscire alla spicciolata.
Asia fu la terza.Aveva il viso ancora molto arrossato dal sole e dalla fatica, una canottiera semplicissima ed in tinta unita ed un paio di jeans corti a lasciare libere le gambe su cui Dino notò diverse ferite, alcune abrasioni e parecchi lividi di diverse tonalità di colore.
Erano tutte frutto della preparazione olimpica che era nel vivo e della sua testardaggine, lei incapace di arrendersi ed alla costante ricerca della perfezione.Stava armeggiando con il borsone, forse alla ricerca delle chiavi della macchina o delle cuffiette e non si accorse dell'uomo che la stava aspettando appoggiato al cancello.
«Hey! Non saluti più gli amici?»La bionda alzò lo sguardo per cercare di capire chi fosse stato a chiamarla visto che non aveva riconosciuto la voce, nel frattempo era riuscita a trovare ciò che cercava in mezzo a tutto ciò che c'era nella sacca.
«Dino! Che ci fai da ste parti?» era piacevolmente stupita da quella presenza.
«Nulla di importante, volevo parlarti di un paio di cose...»
«Ermal?» lui annuì e lei si chiuse istintivamente a riccio, infilò gli occhiali da sole che aveva disperatamente cercato e fece per andarsene «No Dino... Non è il momento questo per parlare di lui...»
«Asia sta davvero male» la fermò, doveva assolutamente bloccarla.«Lo so, me lo ha scritto nei duemila messaggi che mi ha inviato. Sai quando ero piccola e mi lamentavo per le botte che prendevo sui pattini mi hanno sempre detto: mal che si vuole non duole. È cambiato il contesto, ma ad essere sincera ora capisco cosa intendevano veramente. Ora mi devo aspettare a turno tutti i componenti della band?» era sempre sicura di sé quando parlava eppure nei suoi occhi c'era una luce strana, forse tristezza o forse malinconia.
«Lui non sa che sono qui... Ho detto che avevo un impegno e che avrei saltato il sound check per oggi. Non chiuderti e ascoltami per favore, ti rubo 10 minuti non di più...»

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Fairy dust
Fanfiction***Sequel di Unexpected*** Più che la storia voglio raccontare la foto di copertina. È un'immagine ambigua, un po' come la fine del primo racconto. Questa foto può essere un tramonto ma per le anime ottimiste è un'alba, un nuovo inizio. C'è il mare...