Capitolo 61

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18 febbraio 2021

«Sei sveglia amore?» la voce di Ermal suonò roca nella quiete notturna di quella stanza buia.
Al suo fianco sentiva Asia muoversi in continuazione, era agitata e sembrava non trovare una posizione abbastanza comoda da concederle di addormentarsi serenamente.

Alle orecchie del ragazzo arrivò uno strano verso.
Per lui era chiaramente interpretabile come un si.
«Non riesci a dormire?
«No» la ragazza si girò nuovamente per andare a posare la testa sulla spalla di Ermal che, nel frattempo, accese l'abat-jour sul comodino.

«Come mai? La visita?» Asia annuì, un piccolo movimento della testa fu sufficiente.
Alle due del pomeriggio avrebbe finalmente visto il medico ed iniziato la ricerca di una risposta ad un quesito che, ormai, le aveva tolto il sonno da diversi giorni.

«Non ho la minima idea di quello che posso avere, o meglio! Le risposte spaziano in modo infinito e molte mi fanno paura»
«Anche io ho paura ma sai che non fa bene cercare i sintomi su Google? Cosa hai visto?» Ermal la redarguì con dolcezza. Probabilmente il motore di ricerca aveva mostrato dei risultati che la davano per morta da almeno tre giorni.

«Potrebbe essere qualsiasi cosa! Da una piccola ciste sull'ovaio che si potrebbe anche riassorbire da sola ad un cancro...» ci provava lei a tenere a bada il tremolio della voce ma senza successo e ad Ermal si stringeva il cuore a sentirla parlare in quel modo.
Avrebbe tanto voluto allontanare ogni ansia.
«L'unica è aspettare il medico e fare tutti gli esami che ti dirà di fare» la ragazza rimase in silenzio, lui aveva ragione ma in certi momenti era impossibile non tentare di avere tutte le risposte immediatamente.

«Ne hai parlato con tua madre o con Elena?» provò ad indagare, lui non aveva memoria di averla sentita parlare con loro ma non passavano nemmeno tutto il tempo insieme.
«No, non mi andava di farle preoccupare per nulla. Quando avrò le risposte dirò loro tutto quello che serve che sappiano. Anche perché non potrebbero fare nulla, stanno in un'altra città»
«Beh parlare con loro potrebbe aiutarti ad eliminare la paura»

«No, sono lontane e non voglio che stiano in pensiero» Ermal annuì rassegnato alla solita determinata testardaggine della sua fidanzata.
«Ascolta ormai sono le cinque passate, tra poco più di un'ora hai la sveglia, ti va se andiamo nel mio studio e ti suono qualcosa? Magari ti rilassi un pochino prima di iniziare la giornata» Asia annuì e si alzò dal letto con lentezza, prese una coperta e se la buttò sulle spalle come un mantello mentre a piedi nudi raggiungeva la saletta che il suo fidanzato aveva adattato a studio di registrazione.

Ermal le aprì la porta e accese solo alcune luci in modo che l'illuminazione fosse soffusa, a ricordare il tepore di una baita illuminata solo dal fuoco caldo di un camino acceso.

Osservò Asia mentre si accoccolava sulla poltrona, le gambe strette al petto e la schiena posata in qualche modo tra lo schienale ed il bracciolo.
I suoi capelli biondi spuntavano disordinati dalla coperta e sul viso aveva un'espressione a metà tra chi avrebbe voluto dormire per qualche giorno di seguito e chi non vedeva l'ora di prendere qualche dose di caffè in endovena.

Non era facile notarlo ma con le dita stringeva forte la coperta.
Agli occhi di Ermal sembrava una bambina che si era appena svegliata in lacrime da un incubo.
Amaramente si trovò a pensare che in quel momento non c'era stato nemmeno un incubo ma che quella era la vita reale.
Quella fatta di alti e bassi.
La stessa che avrebbe potuto metterli di fronte all'ennesima sfida.

Si sedette al pianoforte ed iniziò a muovere le dita con eleganza. Queste danzavano leggere saltando da un tasto all'altro, soffermandosi dapprima su quelli bianchi ed ogni tanto su quelli neri. Le note uscivano da quello strumento e stavano, come una medicina, provando a curare le loro ferite.

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