Asia prese la metropolitana, non quella in direzione casa, ma quella che l'avrebbe portata a casa di Ermal, non sapeva perché ma evitò lo studio in cui il riccio era solito rifugiarsi.
Per come lo aveva visto sabato dubitava che fosse pronto a scrivere musica, dubitava che sulle ferite ci fosse già cresciuto un fiore e che lui fosse già pronto a parlare di ciò che era successo, qualcosa nel cuore le diceva che non era il posto giusto, una sorta di sesto senso femminile di cui si fidava sempre.Durante il viaggio in metropolitana aveva il cervello affollato di pensieri, non riusciva a capire, non sapere cosa stava succedendo là rendeva nervosa e soprattutto perché Ermal si stava comportando in quel modo con la sua famiglia, erano talmente legati che mai avrebbe pensato che lui, volontariamente, evitasse il contatto.
Aveva tutto il diritto di soffrire e di essere arrabbiato con lei, ma loro cosa gli avevano fatto se non tentare di dargli tutto il loro supporto? Fargli sentire la loro presenza?
Una parte di sé iniziò a sentirsi in colpa, era certa che se gli fosse successo qualcosa di brutto o grave o qualunque altra cosa avrebbe avuto quella consapevolezza con sé per il resto della vita. Una piccola parte di lei si stava lentamente distruggendo.
Era lei che lo aveva chiuso fuori casa.
Era lei che non gli era stata accanto mentre soffriva.Suonò più volte al citofono ma senza ricevere risposta.
Stava per andarsene quando un signore piuttosto anziano e che aveva già visto più volte, quello che abitava nell'appartamento sopra quello di Ermal, usciva dal palazzo e le tenne aperto il cancello, una gentilezza che le consentì di prendere l'ascensore con cui arrivò fin davanti alla porta che era, ovviamente, chiusa.Bussò un paio di volte ma con poca convinzione, Sabina le aveva già inviato 3 messaggi per avere novità, lei aveva risposto solo al primo, tra le stampelle e l'agitazione di quel momento non aveva tempo di guardare anche il telefono.
La piccola era impaziente di sapere dove si trovasse il suo fratellone ma per ora lei non poteva esserle d'aiuto.Per amore di quella ragazza con cui aveva condiviso pochi momenti ma di estrema qualità bussò alla porta della sua dirimpettaia, quella che aveva una copia delle chiavi in caso di necessità e che, per fortuna, le passò il mazzo senza porre troppe domande, dopotutto la notizia della loro rottura ancora non era giunta ai giornali.
Aperta la porta si trovò in un salotto incasinato, come se ci fossero appena passati i ladri.
Sul tavolo c'era un cartone con una pizza mezza mangiata dentro e di fronte una bottiglia di birra vuota, i cuscini del divano erano tutti schiacciati, qualcuno era caduto sul pavimento ed una coperta giaceva a penzoloni tra il bracciolo del sofà ed il parquet.
La tapparella era mezza abbassata, lasciava la stanza in penombra e dipingeva inquietanti ombre su tutti gli oggetti.Asia non si preoccupò, era una situazione di normalità il caos in quella casa, soprattutto se Ermal era lì da più di 24 ore, soprattutto se era lì a curare le ferite che lei gli aveva procurato per difendersi.
Lo trovò sul letto, sveglio ma con lo sguardo perso verso il soffitto, la barba sfatta e con addosso solo dei boxer ed una maglia dei Radiohead nera. Lui si girò a guardarla ma pareva non la vedesse per davvero, come se credesse d'avere davanti un ologramma.
- Si può sapere che cazzo fai? La tua famiglia ti sta cercando disperatamente cazzo!!!
Asia urlò quasi, aveva attraversato tutta Milano con le stampelle per trovarlo a casa, sveglio mentre non faceva assolutamente nulla e aveva deliberatamente ignorato sia il citofono che il suo bussare alla porta.
- Asia... Sei... Sei qui... Per me?
- No Ermal! Sono qui perché mi ci hanno mandata tua madre e tua sorella sono disperate e non ti fai sentire da giorni! Avevano paura che ti fosse successo qualcosa!! Ma ti pare il modo di fare?

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Fairy dust
Fanfiction***Sequel di Unexpected*** Più che la storia voglio raccontare la foto di copertina. È un'immagine ambigua, un po' come la fine del primo racconto. Questa foto può essere un tramonto ma per le anime ottimiste è un'alba, un nuovo inizio. C'è il mare...