Capitolo 45

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30 novembre 2020

«Suona a vuoto, non la riesco ad avvisare!»
«E dici che è un grosso problema se non la avverti?» Marco mescolava distrattamente il suo caffè da almeno un quarto d'ora nel mentre rispondeva annoiato e stupito dal nuovo comportamento di Ermal.
«Quale parte non hai capito di tutto quello che ti ho raccontato?» il riccio era esasperato, sembrava che Marco non capisse proprio niente.
«Beh se lei non ti risponde mica è tuo il problema! Tu ci hai provato ad avvisarla!»
«E secondo te se torno a casa con ospiti senza avvisarla né nulla, dopo tutti i problemi che abbiamo avuto ultimamente non mi spacca la chitarra in testa?» Marco scoppiò a ridere immaginando la dolce biondina prendersela con il riccio e finalmente vendicare anni di vessazioni ma venne subito fulminato dallo sguardo preoccupato di Ermal e distratto dalla persona che proprio in quel momento veniva rivelata dalle porte scorrevoli della sede della Mescal.

Tra un pensiero e l'altro Ermal maledí il destino perché non poteva proprio essere reale, non era possibile che una tale coincidenza capitasse proprio a lui e proprio in quel periodo così fragile della sua vita di coppia.
Sembrava che quella giornata fosse la trama di una commedia americana di terza categoria.

Il suo studio era inutilizzabile a causa di un tubo dell'acqua che si era rotto in tarda mattinata allagandolo quasi interamente e di cui l'unica cosa positiva era l'essere riusciti a salvare gran parte della strumentazione.
Ovviamente, proprio per quel giorno era fissata una video intervista per una radio, proprio nel suo ambiente naturale ed evidentemente proprio quel giorno anche il suo intervistatore aveva avuto qualche problema visto che non era entrato l'uomo che stava aspettando.

Silvia sorridente come sempre era entrata portando con sé una ventata gelida di un tempo che minacciava neve nonostante l'inverno vero e proprio non fosse ancora iniziato. Era avvolta in un cappotto lungo, di un grigio scuro, una sciarpa rossa ed abbinato un basco dello stesso colore della sciarpa, forse più magra del solito e con due occhi blu resi scuri dalla luce filtrata in modo strano dalla coltre di nuvoloni bianchi carichi di pioggia o neve.

Marco la salutò allegramente e da bravo amico lasciò Ermal nel bel mezzo dei suoi problemi senza offrire il suo aiuto ma ghignando fece mezzo giro su sé stesso, buttò giù d'un fiato quel che restava di quel caffè ormai freddo e con un ottimo tiro centrò il cestino delle immondizie prima di sparire dietro la porta bianca di un ufficio.

Ermal si guardò un attimo intorno imbarazzato e spaesato prima di avvicinarsi a lei e salutarla. Fosse successo un anno prima o solo qualche mese non avrebbe avuto alcuna difficoltà a stare con lei ma adesso era complicato perché quella donna che aveva amato tanto per un solo istante si era intromessa in malo modo nella sua vita, aveva quasi distrutto la sua relazione e non gli era facile accettare quel comportamento perché tutta la loro vita si era sempre incentrata sul rispetto reciproco.

Forse Silvia si aspettava un abbraccio e la sua espressione non tradì ciò che le passò per la testa nel momento in cui il riccio tese la mano.
«Ciao Silvia!» la sua falsa allegria non era facile da nascondere, ma forse aveva un modo per evitare quel pomeriggio poco piacevole.
«Ciao Ermal! Come stai?»
«Bene grazie, unica cosa per oggi c'è un grosso problema. Il mio studio non si può utilizzare ed anche gran parte della sede è fuori uso per un guasto, quindi se potessimo rimandare o fare in ufficio sarebbe meglio...»
«No, non è possibile né l'una né l'altra opzione. Dobbiamo andare in onda domani sera, mi diceva Luca che questo era l'unico e ultimo incastro utile, poi a noi serve del tempo per montare il filmato e sai bene che l'ambiente cambia di molto la buona riuscita di un'intervista!» la bionda sapeva usarle le parole ed il suo tono ammetteva poche repliche ma ad Ermal le sue esigenze non interessavano, al primo posto in quel momento c'era la sua relazione.
«Ascolta lo studio è allagato e ci sono gli idraulici dentro che lo stanno mettendo a posto ed è completamente vuoto. Non si può fare così! Non è una gran giornata questa»
«Si vedo che sei parecchio teso... Io però sono sicura che quello che c'è qua non è l'unico studio che usi. Se ti conosco bene tu ne hai un altro, molto più intimo di quello in sede... Potremmo usare quello così stiamo tranquilli... Io faccio il mio lavoro e siamo tutti contenti...» il tono di vice della ragazza non lo convinse, era stata diretta ma con troppa malizia tra le righe.
«Si ne ho un altro ma non credo sia una buona idea...» la voce tremolante del riccio diede, però, alla bionda la possibilità di dare la stoccata vincente.
«È l'unica che hai e penso proprio che dovremo fare così Ermal!» la ragazza aveva il tono trionfante di chi ha ottenuto esattamente ciò che voleva ottere ed Ermal l'aria affranta di chi sa che sta per avere altri problemi.

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