Capitolo 33

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13 agosto 2020

Alle 16.30 in punto la voce metallica e ricca d'interferenze dell'altoparlante dell'aeroporto annunciò l'apertura del gate per il volo da Milano a Bari.
Asia si avviò alla sua fila trascinando il suo bagaglio a mano troppo pesante, era ancora quello della squadra olimpica era così bello che non se la sentiva ancora di chiuderlo in un armadio e riempirlo di ricordi.
Mostrò con aria distratta il codice QR del suo biglietto che campeggiava sullo schermo del suo cellulare, regalò un sorriso di circostanza a quello falso ed esagerato della hostess di terra e si avviò con passo svelto a quella che sarebbe diventata la coda per salire sulla navetta.

Provò a spegnere i pensieri infilando le cuffie ad alto volume nelle orecchie ed inviò un ultimo messaggio ad Ermal

"Per ora è tutto ok, in teoria alle 18.30 atterro... Ci vediamo a Bari ❤️".

Non attese la risposta, selezionò la modalità aerea e infilò il cellulare in borsa. Nonostante la musica altissima continuava a sentire attorno a sé il fastidioso vociare delle persone, molti prossimi al rientro a casa dopo tutto l'anno nella grigia Milano, altri con bambini urlanti pronti ad iniziare le tanto agognate vacanze e poi c'era lei, anima solitaria in attesa di ritrovare il suo amore.

Aveva bisogno di vederlo e stare con lui, quella mattina era stata dal medico ed ancora non aveva metabolizzato le sue parole, forse condividendole con Ermal avrebbe potuto riordinare i pensieri e capire come fare a riordinare i pensieri.

I sedili di quel volo erano troppo stretti ed al suo fianco c'era una signora non troppo anziana e che non aveva ben compreso il significato delle cuffie infilate nelle sue orecchie.
Continuava a rivolgerle la parola ed ogni volta che lei non rispondeva perché assorta nella parole piene di rabbia di Fabrizio o in quelle ironiche di J-Ax le toccava il braccio e ripeteva la domanda.
Ancor prima che il velivolo decollasse la bionda decise di togliersi le sue amate air pod, prima di perdere la pazienza e risultare scortese.

Quella donna le chiese, per l'ennesima volta, se non fosse troppo giovane per prendere un aereo da sola e quando lei rispose di essere prossima a compiere 30 anni avviò una lunga pantomima riguardo il fatto che non era possibile e attaccando le nuove generazioni e le ragazzine che si comportano da donne vissute.
L

ei annuì con aria poco convinta, avrebbe potuto spiegare davvero tante cose avendo conosciuto le sue studentesse ma quella signora avrebbe compreso ben poco, fissò quindi nella mente un vecchio proverbio Veneto: "A spiegarghela al musso se perde tempo e se infastidisse la bestia" letteralmente vuol dire che spiegare le cose agli asini è una perdita di tempo e si innervosisce l'animale.

Si rese conto che quella sarebbe stata l'ora e mezza più lunga della sua vita e pregò di arrivare in fretta in Puglia.

«Beh allora come mai sei diretta a Bari?» odiava quella curiosità e quel modo di fare, come se fossero amiche.
«Vado a trovare il mio ragazzo e la sua famiglia...»
«Ah bene! Io invece sono in vacanza con le amiche, sono sedute laggiù, un po' sparse perché non abbiamo prenotato il posto!» Asia pensò che forse lo avevano fatto di proposito per poter fare almeno il viaggio in sacrosanto silenzio.
«Ma quindi il tuo ragazzo è di Bari?» si chiese esattamente quando, le avesse dato il permesso di farsi dare del tu e non le venne proprio in mente.
«No, è Albanese è emigrato qui anni fa...»
«Ah e almeno... lavora?» alla bionda si accese la lampadina nel cervello, aveva detto di proposito la nazionalità di Ermal per capire come la pensasse la signora e forse aveva trovato il modo per sganciarsi di quel peso per i quaranta minuti che le restavano ad alta quota.
«Diciamo che fa l'artista di strada, sa canta e suona in una piazza nel centro di Bari... San Nicola mi pare che sia»
«Chiede l'elemosina insomma!» la signora lo disse indignata e con un'espressione schifata sul volto
«Se la vede così sembra brutto! No, semplicemente fa sentire la sua musica e poi magari chissà un giorno diventerà famoso e tutti canteranno le sue canzoni! Magari vincerà pure Sanremo»
«Dubito di voler cantare le canzoni di un immigrato...» Asia sorrise sorniona sotto ai baffi e si lasciò sfuggire un «Magari già l'ha fatto!» che non venne udito o fu semplicemente ignorato.
Appoggiò la testa al finestrino e assaporò la libertà tra le nuvole che davano sempre l'impressione di essere enormi cuscini di zucchero filato, fino a che non vide profilarsi sotto di loro l'aeroporto.

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