8. Sorriso nostalgico.

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Proprio nel momento in cui bevo il primo sorso del mio caffè, una scarica di tranquillità mi pervade, spezzando nettamente questo momento di pura tensione. Per fortuna però, dopo un minuto di puro silenzio, Riccardo decide di spezzare questo momento con una domanda. Una semplice domanda che riesce ad eliminare ogni singolo grammo di difficoltà.
"Raccontami cosa farai per Natale, Federica... andrai dai tuoi?"
"Oh si, partirò il giorno prima della Vigilia. Ho bisogno di evadere un po' prima di tuffarmi in questa nuova avventura che ci aspetta" Dichiaro, riferendomi chiaramente al Festival di Sanremo. L'ansia è praticamente perenne e spero che questa breve vacanza mi serva per tranquillizzarmi un pochino. Ne ho davvero bisogno e so che andare a Roma è l'unico modo per alleviarla del tutto.
"Beh, credo proprio che sia la scelta più giusta da fare... è sempre bello tornare a casa" Sorride, bevendo un sorso del suo caffè, mentre mi guarda. "E andrai da sola o verrà anche il tuo ragazzo?"
"Verrà anche lui, passeremo il Natale tutti insieme. Ci sarà anche la sua famiglia" Non so perché voglia saperlo, ma credo che lo stia facendo per non entrare nuovamente all'interno della bolla d'imbarazzo.
"Ne sono felice, è sempre una cosa bella stare tutti insieme"
"E tu come passerai il Natale?" Gli chiedo a bassa voce. Le sue pozze celesti prendono a brillare nuovamente e lo fanno con un'intensità maggiore, facendomi sospirare.
"Con la mia famiglia e Sara"
"Penso che sia davvero bellissimo ritagliarsi questi momenti di privacy per poter vivere alcuni istanti con la propria famiglia" Affermo tranquillamente, accennando un lieve sorriso. Improvvisamente, a spezzare questa nostra serena conversazione è lo squillo del mio cellulare, che mi fa quasi sussultare. "Scusa un attimo" Lo afferro dal mio cappotto velocemente e quando noto il nome di Luca sullo schermo, percepisco un vuoto proprio alla pancia. Gli avevo promesso che l'avrei chiamato, ma purtroppo i miei piani sono del tutto cambiati. "Devo rispondere"
"Si, vai tranquilla. Ti aspetto" Mi rassicura Riccardo immediatamente, regalandomi un dolce sorriso. Io annuisco, facendo scivolare il dito contro il display per rispondere a questa chiamata.
"Pronto, Luca?"
"Fede, tutto bene? Mi dispiace averti disturbata, ma non mi hai più chiamata per cui mi sono un po' preoccupato. Cosa stai facendo?" Dal tono della sua voce sembra un po' allarmato, ma non lo biasimo assolutamente. Credo sia normale.
"I-io... umh, si. Mi dispiace essere sparita, ma mi hanno trattenuta un po', adesso sto mangiando qualcosa, ti chiamerò non appena sarò sul treno, va bene?" Farfuglio, mentendogli spudoratamente. Percepisco un immenso senso di colpa varcarmi la soglia del cuore, ma non posso dirgli la verità e soprattutto non posso farlo per telefono. Lui conosce Riccardo e sa gran parte delle cose che sono successe fra me e lui, per cui non sarebbe il massimo. Quando gli ho comunicato che avrebbe partecipato a Sanremo con me non era poi così contento della notizia, ma mi ha sussurrato un semplice 'fai attenzione' e un breve 'io mi fido di te'. Probabilmente possiede un pizzico di preoccupazione, ma so con certezza che tenga ogni grammo di essa all'interno del suo cuore, cercando di non farla emergere notevolmente.
"Va bene. Ti amo" Mi risponde a bassa voce. Lo sento sorridere e per un attimo, le mie labbra si curvano all'insù, disegnando un sincero sorriso.
"Ti amo anche io"
Attacco la chiamata l'istante successivo, facendo scivolare il telefono all'interno del mio cappotto e ritornando a guardare Riccardo con la stessa intensità di qualche secondo fa. "Mi dispiace... era Luca"
"Non preoccuparti, non c'è nessun problema" Mi tranquillizza all'istante, con un dolce tono di voce. Io abbasso lentamente lo sguardo, sospirando piano.
Ritorniamo a parlare senza nessun tipo di problema, riuscendo ad acquistare la stessa complicità di qualche minuto fa. Non appena terminiamo di bere il nostro caffè, prendiamo in considerazione di fare una passeggiata proprio qui intorno, e dopo aver avuto un battibecco per chi doveva pagare il conto, abbiamo varcato l'uscita del locale.
"Tutto ciò è davvero assurdo... anche quando dovevamo andare fuori a cena, dovevi per forza pagare tu. Non ho mai sopportato questa cosa" Gli dico sinceramente, sbuffando. Proprio quando queste parole lasciano la mia bocca, mi rendo conto della loro importanza, infatti lascio scivolare le dita sulle mie labbra per poter bloccare ogni singola sillaba. Non avrei dovuto dirlo, eppure l'ho fatto. "Io, oddio... scusami. Non volevo"
Una lieve risata scappa dalla sua bocca, e mentre scuote dolcemente la testa, mi rendo conto di quanto questa mia affermazione non l'abbia infastidito.
"Si, è vero... pagavo sempre io, ma solo perché volevo fare qualcosa per te. Adoravo portarti fuori a cena, mi piaceva davvero da matti" Sorride ai ricordi e lo fa senza filtri. Nei suoi occhi leggo la sincerità e per un momento, mi sembra di tornare indietro nel tempo.
"Perché lo adoravi?"
"Perché mi piaceva il fatto di ritagliarci dei momenti del genere. Adoravo il fatto che tu perdessi delle ore per prepararti solo per una cena con me... ti truccavi, indossavi uno dei tuoi vestiti eleganti, facevi delle onde ai capelli, mettevi i tacchi e lo facevi solo per me. Solo per una semplice cena romantica in uno dei tanti ristoranti della città, eppure per noi era davvero unico. Avevamo davvero poco tempo da passare insieme, eppure riuscivamo a dividerlo alla grande e senza nessun tipo di problema" Mi piace la sua risposta e mi piace ancora di più il modo in cui mi sta sussurrando ogni singola cosa.
"Santo Cielo, è vero... piaceva tanto anche a me" Sorrido. Ma si tratta di un sorriso nostalgico, un sorriso triste, quasi malinconico e nonostante io provi ad evitarlo, fallisco miseramente.
"Ma la parte che preferivo in assoluto era quella del dopo cena" Il suo sguardo cambia improvvisamente, assumendo quel pizzico di malizia che mi fa scoppiare a ridere all'istante. Io lo guardo, alzando gli occhi al cielo, un po' imbarazzata.
"Quanto sei cretino" Sospiro, mollandogli un lieve ceffone sul braccio. La sua dolce risata sembra contagiare anche a me e il mio piccolo cuore, che sembra sorridere all'istante.
"Beh, è vero... non dico bugie. Quei generi di momenti erano davvero unici" Continua. A dir la verità, non mi aspettavo che sfiorasse questi argomenti, ma ciò mi fa capire quanto la complicità tra di noi non sia cambiata proprio per niente. Per un attimo torna tranquillo, ma non smette di sorridere, continuando a guardarmi. "Ma la verità è che ogni singolo momento era unico con te"
Sospiro nel vuoto, sentendo i miei battiti aumentare senza nessun tipo di preavviso. Sono agitata e questa conversazione ne è la dannata causa.
"Lo so, vale la stessa cosa per te"
"Ti tengo stretta, Fede. L'ho sempre fatto da quando ci siamo lasciati e continuerò a farlo fino alla fine dei miei giorni" Mi sussurra con un filo di voce. Le sue parole mi provocano un brivido alla schiena. Santo Cielo, è davvero bello ciò che ha appena detto ed è ancora più bello il fatto che lui non mi abbia mai dimenticata nonostante gli anni continuino a passare.
"Anche io. Lo sai"
Senza preavviso, fa scivolare la sua mano sulla mia guancia, accarezzandola con dolcezza e molta delicatezza. Il suo gesto fa nascere un sincero sorriso sulle mie labbra, che fa sorridere anche lui immediatamente. Prima che il mio corpo reagisca da solo, chino il capo verso il suo palmo, permettendo a questo contatto di intensificarsi. Lascio che lui mi accarezzi senza nessun tipo di freno, risvegliando ogni singola cellula del mio corpo.
Le sue dita sono delicate sulla mia pelle, che sembra diventare sensibile improvvisamente a causa di tutto ciò. Mi ritrovo a chiudere le palpebre dolcemente, e quando li riapro, ho l'onore di ammirare la lucentezza che possiedono i suoi bellissimi occhioni.
Qualche secondo dopo però, sono costretta a riportare entrambi alla realtà, richiamando la sua attenzione e risvegliando la mia anima, che in balia delle sue carezze, sembra essere del tutto fuori controllo. "Io credo che sia meglio andare... alle diciotto devo prendere il treno per tornare a Milano e devo organizzarmi un po'"
A questa mia frase, lui a scivolare la sua mano lentamente, arricciando le labbra per poter dire qualcosa.
"Si, lo penso anche io. Penso proprio che sia la miglior cosa da fare" Mi appoggia. "Spero di vederti prima delle prove per il Festival. Mi piacerebbe davvero tantissimo"
"Anche a me. Speriamo di farlo"
Lui annuisce lentamente, stringendo le due estremità del suo cappotto per coprirsi. Fa davvero freddo qui. "Ciao, Riccardo... grazie per il caffè e per questo pomeriggio passato insieme"
"Grazie a te, Fede"
Si china lentamente verso di me, un attimo prima di poggiare le sue labbra sulla mia guancia per lasciarmi un piccolo bacio. Lo fa senza nessun problema, scuotendo lentamente la mia confusione. Assaporo questo momento e non appena si stacca, mi prendo un istante per guardare le sue iridi color cielo.
"A presto" Mi allontano piano piano, sollevando la mano per salutarlo nuovamente. Lui si lascia sfuggire un piccolo sospiro, seguito all'istante da un sorrisino.
"A presto"
Prima che possa dirmi qualsiasi altra cosa, vado via per raggiungere il mio manager, lasciando Riccardo al centro di quella piccola piazza, mentre il vento gli accarezza il corpo con leggerezza.

Buon pomeriggio!♥️🧸

Lo sappiamo entrambi - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora