34. Bisogno di dormire insieme.

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Federica.

Mentre avanzo freneticamente lungo il viale per raggiungere il pub, respiro in maniera profonda per tranquillizzare ogni mio singolo muscolo, che si presenta teso e privo di tranquillità. Non riesco a smettere di pensare alla chiamata improvvisa di Riccardo, alle sue parole e a quell'immensa confusione che gli opprimeva la mente. Il fatto che mi abbia chiamata mi fa entrare in panico, ma onestamente non voglio pensarci. Credo che non sia la cosa corretta da fare in questo momento.
Pensavo che dopo quello 'scontro' avuto con lui all'interno di quel piccolo camerino, avrei potuto sul serio mettere un punto al nostro legame, eppure c'è sempre un motivo che riesce a riportarmi da lui. Non so perché abbia bevuto, ma mi sento un po' responsabile... credo che le mie parole l'abbiano ferito, e lui, con un'infinita debolezza, si è del tutto abbandonato all'alcol.
Da quando l'ho conosciuto non ha mai fatto nulla di tutto ciò, per cui, credo che questo suo gesto non sia dovuto al solo divertimento. Riccardo non lo farebbe mai e di questo ne sono più che sicura. Credo di conoscerlo abbastanza e posso affermare con decisione e fermezza quanto lui non sia assolutamente quel tipo di uomo. Ormai è abbastanza maturo e non metterebbe mai a rischio la sua salute e la sua reputazione; deve pur sempre dare l'esempio e questo non è decisamente il miglior modo per farlo.
Ogni mio singolo pensiero, viene improvvisamente cacciato via quando noto la scritta 'night pub'  illuminata da delle luci rosse e bianche. Il locale di cui parlava Riccardo è proprio questo, e dalle sue parole, lui dovrebbe trovarsi proprio sul retro della struttura.
Aumento il passo senza pensarci un altro momento, sperando soltanto di essere abbastanza forte per poter superare ogni singola cosa che mi ritroverò ad affrontare fra qualche secondo.
La struttura è abbastanza grande, quasi immensa e mentre lancio uno sguardo proprio all'interno, mi lascio sfuggire un lieve sospiro dalle labbra. La stanza è illuminata da una luce soffusa e delicata, che riesce a farmi notare ogni singolo dettaglio che la caratterizza. C'è diversa gente all'interno e spero vivamente che nessuno di loro abbia visto Riccardo in quelle condizioni.
A passi decisi e fermi, avanzo velocemente verso il retro e non appena noto il corpo del mio ex fidanzato accasciato per terra, completamente privo di forze, mi sento come se una lama avesse appena attraversato il mio cuore. Man mano che mi avvicino, riesco perfettamente ad incrociare il suo sguardo, che si presenta comunque molto lucido e vivo. Sospiro lentamente, chiudendo le palpebre e sperando di poter afferrare quanta più forza possibile. Mi piacerebbe mantenere un certo equilibrio, ma so con certezza di quanto sia immensa la difficoltà nel farlo. 
Lui mi ha appena notata e l'espressione serena che varca la soglia del suo viso riesce a darmene la conferma. Lascia scivolare lo sguardo proprio lungo ogni singolo centimetro del mio corpo, osservandomi come se fossi la cosa più bella del mondo. Indosso un giubbotto nero in camoscio e un paio di jeans, presi a caso dalla valigia, eppure dall'intensità che mi regala ogni suo singolo sguardo, mi sento come se fossi la donna più attraente del pianeta. "Riccardo" Mormoro il suo nome lentamente, sperando soltanto di non crollare come un fragile castello di carte. Quando ci ritroviamo a meno di un metro di distanza, allungo entrambe le braccia verso la sua direzione, stringendo le sue spalle con delicatezza. Ha il viso un po' arrossato, forse a causa dell'intensa confusione che gli opprime la mente proprio in questo momento. Mi rendo conto di quanto sia dannatamente fragile e i suoi occhioni azzurri e limpidi riescono a regalarmi un'assoluta conferma.
Lui mi guarda. Mi guarda e basta, e lo fa in assoluto silenzio. Respira in maniera intensa e forse poco tranquilla, per cui mi rendo conto di doverlo tranquillizzare un momento. Mi sento in dovere di farlo. Assolutamente. "Come ti senti, Riccardo?"
"Una merdaccia... mi gira tutto" Quasi piagnucola, chiudendo lentamente gli occhi, un po' frustrato da questa strana situazione che ci stiamo ritrovando a vivere proprio in questo momento. Non so per quale legge fisica, ma mi ritrovo a pressare il ginocchio contro la sua gamba per sostenermi, lasciando che una piccola parte dei nostri corpi possa sfiorarsi per un solo momento. I suoi occhi si proiettano nei miei all'istante, mandandomi il cervello in confusione. Brillano così tanto che mi provocano solo tanti brividi che non riesco a fermare in nessun modo. Respiro profondamente, mentre continuo a guardarlo senza nessun tipo di interruzione.
"Alzati... ti riporto in hotel" Inizio con un filo di voce, sperando di essere abbastanza forte per poter affrontare tutto questo. Stringo con fermezza le sue braccia, facendolo sollevare e sperando con tutto il cuore che rimanga in equilibrio. Quando le sue gambe acquistano un pizzico di stabilità, circondo i suoi fianchi immediatamente, aiutandolo ad ogni singolo passo. "Spero che nessuno ti abbia visto in queste condizioni"
"Lo spero anche io" Sussurra, ma poi continua. "Grazie per essere venuta... non me lo merito assolutamente, eppure tu l'hai fatto senza pensarci un momento in più" Mi sussurra questa frase con il cuore aperto, facendo nascere un piccolo sorriso sulla mia bocca. Attraversiamo il viale a passi lenti, con il buio della notte che ci riempie e l'ansia che ci travolge. La paura di essere completamente da soli in questo posto assolutamente sconosciuto mi travolge, ma il fatto di avere lui al mio fianco, caccia via ogni singola cosa, rendendomi forte come una roccia.
"Va bene, stai tranquillo. Va tutto okay... adesso ti riporto in hotel" Lo tranquillizzo. Percepisco le sue dita sfiorarmi il bacino, e mentre cerco di non cedere come una scema, prendo dei profondi respiri per tranquillizzare la mia anima che si presenta agitata e instabile già da qualche secondo.
"Pometto che dopo questa notte ti lascerò in pace, Fede" Alle sue parole averto un leggero brivido proprio alla spina dorsale, che mi porta a sospirare leggermente senza che io possa rendermene conto. So che non lo farà assolutamente e di questo ne sono certa.
"Non promettere cose che non potrai mantenere"
Lo sento sorridere contro la mia spalla, ma non dice una parola, forse perché, in fondo, non c'è sul serio nulla da dire. Credo che la cosa migliore per entrambi sia rimanere in silenzio.
Ed è quello che facciamo fin quando non varchiamo la soglia dell'hotel, continuando a sperare che nessuno ci incroci nella grande sala. Invito Riccardo ad acquistare un pizzico di equilibrio quando ci avviamo verso la camera, cercando di passare inosservati agli occhi della donna proprio nella hall. Ci accoglie con un semplice sorriso, e io sospiro lievemente, avanzando velocemente verso l'ascensore. Non appena si chiudono le porte automatiche, Riccardo poggia nuovamente la testa sulla mia spalla, sperando di poter acquistare almeno un pizzico di forza. "Devi assolutamente fare una doccia, okay? Ne hai bisogno" Gli dico sinceramente, sospirando piano. Lui mi guarda, lasciando che i suoi occhioni possano incastrarsi ai miei senza nessun tipo di problema.
"Credo di non avere abbastanza forze... me la farai tu?" Me lo chiede senza un briciolo di imbarazzo e non posso non notare quella lieve scia di malizia che l'ha appena riempito.
"Non fare il cretino, ti prego" Colpisco scherzosamente il suo braccio, lasciando che una sconfinata quantità di leggerezza pervada le nostre anime all'istante. Sembra che la conversazione avuta ieri sia stata del tutto cancellata, e il fatto di essere qui con lui, all'interno di questo ascensore, mi fa sorridere come una scema.
"Non sto facendo il cretino" Si difende, sollevando le spalle. "Posso chiederti una cosa?" Me lo domanda sottovoce, con la testa ancora appoggiata sulla mia spalla, i respiri calmi e sereni, e un sorriso sincero e stanco sul volto.
"Cosa?"
"Ma se ti dicessi di voler dormire con te stanotte, tu accetteresti? Ne ho proprio bisogno, Fede... noi due abbiamo bisogno di dormire insieme, all'interno dello stesso letto" Ogni singola parola che pronuncia mi fa mancare l'aria e per qualche secondo mi sembra di esser stata travolta da un'onda anomala. Mi ha confusa nuovamente e l'ha fatto senza nessun tipo di preavviso, confondendomi come un gomitolo di lana.

Buon pomeriggio a tutti!❤

Lo sappiamo entrambi - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora