52. Grande nuvola grigia.

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"Ho un ritardo di una settimana, Riccardo... è probabile che io sia incinta" Non dico nulla, tutto quello che faccio è rimanere in assoluto silenzio, stringendo le mie dita per cacciare via tutta questa immensa tensione che mi ha appena riempito il cuore. Non riesco assolutamente a credere alle sue parole, ma penso che sia normale fare un pizzico di fatica.
In questo momento, la situazione che stiamo vivendo è davvero complicata e a dirla tutta, non avrei mai e poi mai pensato che potesse accadere una cosa di questo tipo. Dio mio, lo giuro. Lo giuro. "Ti prego, dimmi qualcosa! Che cosa ne pensi?" Domanda freneticamente.
L'unica cosa che faccio è sbuffare freneticamente come se non lo facessi da ore, da giorni, da anni interi, eppure lo faccio. Caccio via ogni singolo briciolo di agitazione, sperando di possedere quel pizzico di calma che mi serve per affrontare questo momento.
"Cosa dovrei pensare, Sara? Non me l'aspettavo e penso sia assolutamente normale. Dobbiamo fare un test di gravidanza per esserne certi" Faccio davvero fatica a collegare quello che penso a quello che dico e nonostante provi a rimanere calmo, fallisco come un idiota.
"Perché sembri quasi arrabbiato a causa di questa notizia?" Mi domanda, sospirando piano. Io faccio lo stesso, lasciando scivolare le mie dita fra i capelli. In questo momento, sembra che loro siano il mio unico conforto e questo mi distrugge ancora di più. Vorrei che qualcuno mi dicesse che si tratti di un sogno, che basti aprire gli occhi per poter cancellare tutto senza problemi. Santo Cielo, è una situazione davvero impossibile da spiegare, che faccio molta fatica a poter anche solo descrivere con poche e semplici parole.
"Sono soltanto sconvolto, Sara! Non mi aspettavo assolutamente che tu potessi mai darmi una notizia del genere" Esclamo immediatamente, del tutto avvolto dal panico. In fondo è vero, e penso che nessuna frase possa sul serio spiegare ogni sensazione che sto provando in questo momento.
"Perché mai, scusa? Qualche tempo fa non avevamo deciso di allargare la famiglia o sbaglio? Per quale motivo dovresti essere sconvolto?" Le sue domande risuonano improvvisamente dentro di me senza che io possa rendermene conto, stravolgendomi senza nessun tipo di freno. Mi rendo conto di doverle dare una risposta e devo dire che nel momento in cui schiudo le labbra, l'agitazione prende improvvisamente il sopravvento.
"Io non ti ho mai detto di voler formare una famiglia, almeno non in questo momento" Quest'esclamazione scappa via dalle mie labbra senza preavviso, provocandole una strana e confusa espressione sul viso. Mi rendo conto di aver appena detto una vera e propria stronzata, per cui cerco di rimediare all'istante. Lo penso davvero, ma credo proprio di aver sbagliato il modo per dirle tutto questo. "Cioè, volevo dire che mi piacerebbe davvero molto formare una famiglia con te, ma magari non adesso. Non mi sembra il momento giusto sotto tanti punti di vista, Sara" Cerco di sistemare tutto quanto con questa mia esclamazione, sperando soltanto di riuscirci.
I suoi occhioni sembrano riempirsi di un lieve strato di lacrime, dovuto forse dall'intensa tristezza che sta provando in questo momento.
"No, sai cosa c'è? Che tu non hai mai voluto sul serio e questa tua maledetta reazione ne è la dannata prova! Stiamo insieme da diversi anni eppure ti comporti come se fossero soltanto pochi mesi, ti comporti come se avessimo ancora vent'anni, ma vorrei dirti che non è assolutamente così. Siamo due adulti ormai e penso che quando una relazione diventi più forte e duratura, sia scontato pensare al fatto di allargare la famiglia, di percepire solo tanto desiderio di diventare genitori e di sorridere al solo pensiero di poter creare qualcosa di così bello. Ti giuro che io impazzisco all'idea, ma a quanto pare, la cosa non mi sembra reciproca" Si lascia sfuggire un sospiro di frustrazione, prima di cacciare via una piccola ciocca dei suoi capelli, che le ricade sul viso con leggerezza.
"Non è quello! Non è quello assolutamente. Anche a me piacerebbe diventare padre e sarebbe sbagliato se non fosse così, ma credo di aver bisogno di un po' di tempo per abituarmi all'idea. Io non ti ho mai detto 'si, proviamoci' o 'si, facciamolo anche adesso'" Spiego immediatamente, sperando soltanto che lei non mi fraintenda.
"Ma io pensavo che fosse sottinteso, non credi?" La sua domanda è puramente retorica e all'udire non posso non sospirare. Tutto questo è sul serio frustrante.
"No, non è sottinteso un cazzo di niente. Perché se solo avessi voluto un bambino, te l'avrei detto e avremo anche deciso di interrompere la pillola per fare in modo che accadesse, non credi?" Sto letteralmente andando fuori di testa e la mia espressione lo conferma. Il cuore mi batte così forte che faccio davvero fatica a sentire la mia voce, ma giuro che sono sul serio obbligato a comportarmi in questa maniera. Non sono pazzo. "Invece no, hai fatto tutto da sola, non consigliandomi minimamente!" Lei mi guarda, mentre io sono del tutto furioso, completamente fuori di me. "Penso che tu abbia smesso anche di prendere quella maledetta pillola, giusto?"
La risposta è assolutamente scontata, ma voglio sentirla con le mie orecchie. Voglio che lei mi dica tutto.
"Si, ho smesso di prenderla... ho consigliato il ginecologo prima di farlo" M'informa con un filo di voce. Il suo corpo è molto instabile e lo percepisco perfettamente. La tensione che mi scorre nelle vene sembra notevolmente aumentare, riuscendo a spezzarmi letteralmente ogni singolo respiro. Vorrei davvero mantenere la calma, eppure non riesco a farlo, sono sul serio toppo agitato e troppo nervoso.
"Ma maledizione! Come cazzo fai a non dirmi una cosa così importante, Sara? Come cazzo fai? Tu mi hai ingannato! Io ho fatto l'amore con te senza sapere un fico secco delle tue scelte. Ma ti rendi conto? Si tratta di un bambino e non di un giocattolo! Ma Santo Cielo, come si fa a fare una cosa di questo tipo?" Faccio scivolare freneticamente le mani fra i capelli, non riuscendo minimamente a fare qualcosa di sensato. Non riesco proprio nonostante vorrei farlo davvero. "Come cazzo hai fatto? Ogni volta che noi due facevamo l'amore, tu speravi di rimanere incinta, mentre io ero del tutto inconsapevole di questa cosa. Ma secondo te, è normale?"
"L'ho fatto per noi, in fondo stiamo insieme da tanti anni e non da due giorni, Riccardo! Pensavo che tu volessi avere un figlio da me"
"Semplicemente mi sarebbe piaciuto essere a conoscenza di queste tue folli scelte, cercando di fare le cose con calma. A dirla tutta, non mi sarebbe dispiaciuto se tutta questa situazione fosse accaduta fra un paio di anni" Sbotto freneticamente. Dalle labbra mi scappa un piccolo sospiro, che colpisce l'aria senza nessun tipo di freno.
"E quindi? Cosa vuol dire tutto questo? Se il test risultasse positivo, come mi dovrei comportare? Dovrei mandare via nostro figlio?" Dio mio, ma come può anche solo dire una cosa del genere? E poi, perché lo fa? Perché si comporta in questa dannata maniera?
"Ma cosa cazzo dici? Non potrei mai dirti una cosa del genere, non sono quel tipo di persona" Le dico sinceramente, sbattendo freneticamente la mano contro il cuscino al mio fianco. Poi mi sollevo dal divano, non sapendo minimamente come gestirmi questa situazione. "Sai cosa c'è? Che tu mi fai diventare pazzo! Mi fai diventare pazzo con queste tue scelte, con queste tue frasi e con questi tuoi comportamenti. Mi fai letteralmente andare fuori di testa!" Afferro freneticamente il mio cappotto dallo schienale del divano, lasciandomi sfuggire un intenso sbuffo.
"Riccardo, possiamo un attimo parlarne con calma?" Mi sussurra queste parole con un filo di voce, sperando di farmi cedere. Io rimango stabile e lo faccio senza nessun problema.
"No, io ho bisogno di prendere una boccata d'aria e poi vado in studio. Ne riparliamo stasera o quando ne ho voglia. Sono troppo incazzato per poter continuare ad ascoltarti" Indosso il cappotto con un veloce movimento, scansandola per poter uscire e mettere un punto a questa conversazione forse un po' troppo contorta.
"Riccardo, per piacere... aspetta un momento" Lei avanza velocemente verso la mia direzione, ma io la ignoro completamente, stringendo la maniglia per abbassarla.
Mi afferra il braccio bruscamente per bloccare ogni mio singolo movimento, ma con un veloce movimento interrompo ogni piccolo contatto.
"Devi lasciarmi stare, Sara! Non voglio parlare, maledizione!" Quasi urlo, fregandomene di tutto e di tutti. Lei rimane immobile proprio a meno di un metro di distanza da me, non smettendo di guardarmi. Il secondo dopo, vado via da casa prima che possa dirmi qualsiasi altra cosa, e non appena varco la soglia del piccolo giardino proprio fuori dalla porta d'ingresso, i miei respiri si spezzano senza preavviso. Mi sembra di crollare da un momento all'altro e di essere completamente travolto da una grande nuvola grigia.
L'unica cosa che riesco a fare è afferrare velocemente il telefono per mandare un breve messaggio all'unica donna che amo: Federica.

'Ho bisogno di vederti adesso. È successa una cosa.'

Lo sappiamo entrambi - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora