87. Incastro a dir poco perfetto.

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Dopo aver salutato Federico, lascio che il mio corpo segua Riccardo, con l'obiettivo di parlare e risolvere la situazione. "Sali in macchina" Questo è tutto ciò che dice e lo fa con determinazione, come se fosse quasi un obbligo. La cosa mi fa immediatamente andare fuori di testa, infatti mi blocco sui miei passi, richiamando all'istante la sua attenzione. "Che fai? Hai deciso di non venire più con me?"
"Vorrei, ma tu devi calmarti, altrimenti giuro che tornerò indietro. Non riesco a sopportarti quando ti comporti in questo modo" Affermo, chiarendo le cose all'istante. Odio questi suoi comportamenti e odio ancora di più quando deve nascondere ogni emozione positiva, facendo emergere solo tanta, troppa rabbia, e a dirla tutta non voglio categoricamente che succeda. 
"Va bene, cazzo! Va bene... mi dispiace. Purtroppo sono un po' nervoso, la tua mancanza mi sta uccidendo e non riesco assolutamente mantenere la calma" Lascia scivolare freneticamente le mani fra i suoi capelli, tirandoli all'indietro e scoprendo una parte del suo viso. 'La tua mancanza mi sta uccidendo'. Anche a me, maledizione. Anche a me la sua mancanza sta uccidendo.
"Lo so, ma devi farlo" Chiarisco velocemente, sollevando le spalle. Lui sospira per poi annuire, un attimo prima di affiancarmi e incitarmi soltanto con lo sguardo ad avvicinarmi all'auto. Lo faccio a passi lenti e proprio nel momento in cui sto per aprire la portiera per entrare, lui mi precede, facendolo al posto mio. Istintivamente torno a guardarlo, facendo perdere un battito al mio cuore, che nonostante tutto, continua a vedere questo ragazzo come la mia più grande certezza. Beh, forse lo è, ma non lo ammetterò mai, almeno non in questo momento. Sono ferita, quasi amareggiata e ogni piccola fitta di dolore che mi attraversa l'anima, riesce a farmi cedere tutte le volte. "Sei un paraculo" Glielo dico sottovoce, un attimo prima di fare un veloce passo ed entrare in auto. Sospiro senza accorgermene, avendo la consapevolezza di quanto sia bello tornare a vivere questi piccoli istanti.
"Lo so, ma tu mi ami comunque" Le sue parole arrivano prima che io possa rendermene conto e me le sussurra piano, come se volesse sfiorare le corde più profonde che possiede il mio cuore. E ci riesce, ci riesce perfettamente. Il suo corpo si china verso la mia direzione e quando mi rendo conto di avere il mio viso a pochi centimetri dal suo, la mia forza di reagire sembra dimezzare totalmente. Dio mio, è così bello che sembra quasi surreale e poter riassaporare di nuovo la sensazione che mi provoca questa nostra vicinanza è davvero mozzafiato. In questo momento la nostra situazione è confusa, priva di senso ed equilibrio, eppure per noi, anche questa volta, sembra non essere cambiato niente. Tutto ciò mi rende molto più sollevata, ma al tempo stesso mi provoca altre preoccupazioni, che fino a qualche secondo fa non esistevano. 
"La convinzione ti fotte" Questa nostra discussione è un tira e molla di battutine provocanti, che fortunatamente, riescono a rendere un pizzico più leggera questa situazione. A questa mia frase, percepisco il suo fiato farsi sempre più vicino e proprio in quell'istante, il mio sguardo si sposta lungo lo spazio intorno a noi, per avere l'assoluta certezza che non ci sia nessuno. Siamo completamente da soli e questo piccolo particolare mi rende molto più serena. Nonostante il nostro bisogno di chiarire sia davvero sconfinato, non possiamo mai permetterci di perdere la lucidità e mi sembra giusto sottolinearlo. 
Le sue labbra si chiudono nelle mie senza nessun ostacolo, lasciandomi un dolce bacio che profuma di scuse e di tanto amore. Chiudo gli occhi all'istante, permettendo al mio corpo di abbandonarsi a questo suo gesto. Lo so, si tratta di un semplice e breve contatto, che riesce però a cancellare ciò che è successo in queste ultime ore. Niente ha più senso se non noi, se non il fatto di risolvere la situazione. "Allontanati, cretino... potrebbero vederci e poi sono ancora molto incazzata con te. Non basta un bacio per farti perdonare"
Se fino a qualche minuto fa l'avrei volentieri preso a schiaffi, adesso lo prenderei per il colletto della camicia e lo bacerei fino allo sfinimento. La situazione si è completamente ribaltata, ma non posso fargliela passare così liscia, altrimenti so perfettamente che continuerà a fare ciò che vuole sempre e comunque, giusto?
"E cosa dovrei fare per farmi perdonare?" Mi guarda negli occhi, appoggiando il piede contro la parte bassa dell'auto soltanto per ascoltare ciò che ho da dirgli. L'azzurro delle sue iridi è intenso e dalla loro brillantezza riesco a percepire quanto sia aumentata la sua serenità in pochi, pochissimi istanti. Tutto è cambiato all'improvviso, eppure non riesco a dimenticare ciò che è accaduto ieri fra di noi.
"Parlarmi e cercare di chiarire... mi sembra il minimo" Sussurro, sollevando le spalle con lentezza. Glielo dico senza paura, sentendomi improvvisamente più leggera.
"Va bene, ne parleremo. Dove vuoi andare?" Curva il capo verso destra soltanto per guardarmi da un'altra prospettiva, lasciando che possa stringere il mio cuore fra le sue grandi mani. Lo coccola e lo rassicura, cercando di farlo con quanta più delicatezza possibile.
"Non lo so, magari in un posto più appartato o nel piccolo parco qui vicino" Propongo, un attimo prima di vederlo annuire lentamente. Si allontana da me senza nessun freno, chiudendo la portiera e facendo il giro dell'auto per sedersi sul sedile del guidatore. Lo fa l'istante successivo, permettendomi di assaporare con precisione il suo dolce profumo. Sembra essere una droga e giuro che non sentirlo per tutte queste ore è stato davvero frustrante e quasi doloroso. Si tratta di una vera e propria dipendenza e so che non riuscirò ad uscirne facilmente o forse non lo farò mai. 
Lo guardo per un po', facendo attenzione ai dettagli che lo caratterizzano. Ha i capelli sistemati disordinatamente sulla fronte, la punta del naso leggermente arrossata e le labbra screpolate e gonfie. Stringe il volante con entrambe le mani, non smettendo di fissare il viale che stiamo attraversando. So che vorrebbe guardarmi almeno per qualche secondo come ha sempre fatto, ma so che non lo farà per non cedere. Deve cercare di rimanere stabile e tranquillo e questo mi sembra l'unico modo. 
Riusciamo a raggiungere il parchetto dopo un breve tragitto di cinque minuti e non appena parcheggia l'auto proprio a qualche metro dall'entrata principale, mi rendo conto che fra pochissimo saremo sicuramente a battibeccare su qualcosa che sicuramente non avrà una fine. Non so come potrebbe mai concludersi questa discussione, ma a dirla tutta non voglio saperlo; lo scoprirò piano piano, cercando di regalargli la risposta che merita ad ogni singola cosa che dirà. "Vieni, scendiamo" Il primo a parlare è lui e lo fa velocemente prima di scendere dall'auto e lasciare che l'aria fredda possa entrarmi fin entro le ossa. Le temperature sono davvero molto basse e lo sono così tanto da farmi venire letteralmente la pelle d'oca. Raggiungo Riccardo senza nessun problema, stringendomi nel cappotto per non congelare. 
Il suo sguardo mi scivola addosso dolcemente, mandando in confusione ogni singolo centimetro della mia anima. Non sono mai stata brava a gestirmi situazioni di questo tipo e so che sarà così per sempre. "Ti va di darmi la mano?" Il tono con il quale mi pone questa semplice domanda mi sorprende e lo fa senza nessun freno. Mi rendo immediatamente conto di quanto sia immensa la sua necessità di farlo e sorrido senza accorgermene. Sono delle belle parole, che non vengono dette a chiunque e mi sembra giusto non cancellare questo piccolo particolare. 
Sorrido e lo guardo. Lo guardo e sorrido, come fanno le persone completamente innamorate del soggetto in questione.
Allungo un braccio verso la sua direzione, lasciando scivolare le mie dita fra le sue e formando un incastro a dir poco perfetto. Io e lui siamo perfetti e anche la nostra storia lo è. 
Istintivamente sorridiamo, sospirando piano per il sollievo percepito. Nessuno può minimamente immaginare la felicità che percepisce il mio cuore in questo momento e lui può confermarlo senza nessun problema. 
Iniziamo a camminare senza una meta, con la consapevolezza di fare pace al più presto e di poter affrontare, anche questa volta, l'ennesimo litigio. 

Buona serata❤⭐

Lo sappiamo entrambi - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora