67. Un fulmine a ciel sereno.

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Io e Riccardo ci stringiamo ancora per un po', non smettendo di farlo per nessuna ragione al mondo. Ci scambiamo delle dolci carezze e dei semplici baci a stampo, avendo l'estrema consapevolezza di quanto sia immensa la forza che ci stiamo regalando a vicenda in questo momento. Io ho bisogno di lui e lui ha bisogno di me. La sua mente e il suo cuore fanno fatica ad assaporare tutto ciò che è accaduto alla mia vita qualche anno fa e penso che sia assolutamente normale. Se tutto fosse andato in maniera differente, io sarei diventata mamma e lui sarebbe diventato papà. Saremmo diventati genitori di una bellissima creatura, che avrebbe sicuramente stravolto la nostra vita all'improvviso. Purtroppo non è accaduto, ma il destino ha deciso di far incontrare nuovamente le nostre strade, permettendo ai nostri cuori di sfiorarsi e costruire insieme un futuro.
"Ti va di mangiare qualcosa con me?" La sua voce roca, ma al tempo stesso molto ma molto delicata risuona all'improvviso proprio all'interno della stanza, sfiorando ogni singola cosa con estrema leggerezza. Sono costretta a sollevare il capo dal suo petto per guardarlo negli occhi, lasciando che possano perfettamente incastrarsi ai miei, che non fanno altro che fissarlo intensamente come se fosse l'unica cosa da fare in questo preciso momento.
"Adesso? Non hai fatto colazione prima di uscire?" Gli domando, curvando il capo tanto quanto basta per osservarlo da un'altra prospettiva.
"No, infatti ho un po' di fame" Afferma subito dopo, sfregando le mani lungo le mie braccia, che nonostante siano coperte dalla maglia, si riempiono di tanti piccoli brividi. L'effetto che mi fa è davvero assurdo e nonostante vorrei cercare di modificare questa cosa, percepisco quel bisogno di non farlo.
"Oh, va bene... se vuoi, ti preparo qualcosa. Cosa vorresti mangiare?" Gli chiedo, sorridendogli. Lui mi lascia un bacio sulla punta del naso, facendomi chiudere gli occhi teneramente. Nonostante il momento che abbiamo appena vissuto non sia il massimo della felicità, in pochi minuti siamo riusciti a far entrare un piccolo spiraglio di luce, che sembra aver nuovamente illuminato il percorso delle nostre vite.
"Non disturbarti, piccola... vado io. Vestiti e sistemati con calma" Alle sue parole sorrido senza rendermene conto, amando questi piccoli istanti che mi regala. Adoro questa sua dolcezza improvvisa, che miscelata a questi occhi profondi, danno vita a qualcosa di veramente forte per poter essere spiegata.
Annuisco semplicemente e solo dopo avermi regalato un dolce bacio sulle labbra, si solleva dal letto, cacciando via il lenzuolo che sfiorava la parte inferiore del suo corpo. Afferra i boxer dal pavimento, indossando poi la maglia alla velocità della luce. Poi mi guarda, sfoderando un dolce sorriso dalla sua bocca, che si specchia sulla mia l'istante successivo. "Non piangere più eh! Mi raccomando" Mi avvisa prontamente, sollevando l'indice. Io annuisco, quasi commossa dalle sue parole. In questa frase si può percepire quel pizzico di tenerezza che solo un uomo come lui può possedere e il mio cuore che inizia a battere intensamente, riesce a darmene la conferma.
"Non lo farò... promesso" Lo rassicuro con questa semplice affermazione e solo dopo avergli regalato un sincero sorriso, lui si allontana, raggiungendo lentamente la porta della camera da letto per uscire. Nel momento in cui lo fa, lascio scivolare la testa contro il cuscino, sospirando per il sollievo. Percepisco dentro di me un intenso senso di felicità e spensieratezza, eppure perché non riesco ad esserlo completamente? Perché percepisco un vuoto proprio alla pancia come se dovesse accadere qualcosa all'improvviso che molto probabilmente farà crollare di nuovo tutto? Per quale dannato motivo?
Mille domande mi frullano nella mente ad una velocità davvero incontrollata, mandandomi in confusione sia l'anima che il cuore, ma dopo qualche secondo, sono costretta a sospirare e sollevarmi per cacciare via ogni possibile paura. Mi prendo un po' di tempo per poter mettere a posto il letto e aprire la finestra, lasciando che l'aria pura del mattino entri all'interno della stanza senza nessun problema.
Il mio sguardo cade proprio sul mobile di fronte a me, notando la collanina che mi ha regalato Riccardo proprio sulla superficie di quest'ultimo. La stringo fra le dita, osservandola come se fosse la cosa più preziosa del mondo. La indosso con lentezza e non appena il materiale entra a contatto con la mia pelle, mi scappa un lento sospiro. Osservo la mia figura riflessa allo specchio e sorrido mentre la guardo, notando quanto sia immensa la bellezza che mi regala questo gioiello. È semplice, eppure ha una sfumatura tutta sua di particolarità.
Qualche secondo dopo, mi allontano da lì e raggiungo la cucina, trovando Riccardo ai fornelli mentre osserva pazientemente la caffettiera. "Hai preparato il caffè?" Gli chiedo, stringendo dolcemente le sue spalle con entrambe le braccia. Nonostante io sia piccina riesco a farlo senza nessun problema e questo dettaglio mi fa immediatamente sorridere.
Lui si gira soltanto per incastrare i nostri occhioni, lasciandomi percepire tutte le emozioni che sta provando in questo istante.
"Si, ne ho bisogno... da quando mi son svegliato son successe troppe cose e credo proprio di aver bisogno di una scossa o qualcosa del genere" La sua affermazione è seguita da un sospiro, che il secondo dopo si trasforma in un sorriso affettuoso e sincero. Un sorriso affettuoso e sincero come quello di un bambino.
"Credo tu abbia ragione" Bisbiglio e proprio nel momento in cui sto per poggiare le mie labbra sulle sue per lasciargli un bacio, sento il rumore del lucchetto della porta aprirsi di scatto. Proprio in quel momento, il mio cuore sembra fermarsi per un istante e quando Riccardo solleva lo sguardo con espressione terrorizzata, mi rendo conto di non essere pazza. L'ha sentito anche lui e non l'ho sognato. Tutto questo appartiene alla realtà.
Rimango immobile sul posto, proprio come l'uomo di fronte a me. Non so come comportarmi, per cui lascio che tutto vada come deve andare.
"Federica, sei a casa? Ho dimenticato il mio computer a casa" La voce di Luca tuona all'improvviso come un fulmine a ciel sereno, spezzando del tutto l'atmosfera che respiravamo fino a qualche secondo fa e mandando in frantumi il mio cuore, già distrutto a causa delle numerose sofferenze.
Ecco il motivo delle mie sensazioni, ecco tutto ciò che stava per succedere e se solo l'avessi saputo, avrei cambiato le carte in tavola, sperando di salvare il salvabile. Dio mio, Luca è qui. Luca è proprio qui a casa e io faccio sul serio fatica a crederci.
Riccardo mi osserva e lo fa in silenzio, oscillando tra il desiderio di voler diventare invisibile e quello di lasciare tutto assolutamente immutato. Percepisco i passi del mio fidanzato avvicinarsi sempre di più, ma non smetto di fissare l'entrata della cucina come se dovesse chiudersi da un momento all'altro per impedirgli di entrare. Ecco, vorrei che succedesse esattamente questo. Vorrei davvero impedirgli di varcare la soglia, vorrei impedirgli di vederci, di scoprirci, e infine, vorrei impedire alla vita di vederlo soffrire. Giuro che non potrei sopportare di vederlo distrutto a causa mia. "Fed-" Il mio nome esclamato dalle sue labbra si interrompe quando i nostri occhi si incrociano all'improvviso, lasciando che possano svelargli tutto quanto senza che io dica nulla. Senza che io dica una parola. Il mio viso, il mio sguardo, la mia espressione parlano da sé e non importa se io dovessi raccontargli balle, lui capirebbe tutto quanto senza nessun problema. "Oh Santo Cielo, oddio mio, c-cosa ci fa lui qui?" Questo è tutto ciò che dice, continuando ad alternare lo sguardo da me a Riccardo, in cerca di risposte che possano chiarire ogni dubbio che ha appena varcato la soglia della sua mente.

Lo sappiamo entrambi - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora