Arrivo a casa di Federica circa mezz'ora dopo, e proprio quando mi ritrovo di fronte l'enorme palazzo, mi prendo qualche minuto per ammirare il quartiere in cui vive. È proprio bello, e a qualche metro da qui c'è un piccolo parchetto circondato interamente dal verde. Noto immediatamente anche quanto la zona sia movimentata e di questo ne sono davvero felicissimo. Sono quasi le nove, eppure sembra che siano le cinque del pomeriggio.
Mi piace proprio e per un attimo, trovo immediatamente una netta somiglianza con la mia zona.
Io abito proprio al centro di Milano, mentre il suo è un quartiere un po' più isolato, che si allontana un po' dal solito caos di questa città, che rimarrà comunque in assoluto una delle più belle.
Con il cuore in gola e i respiri un po' irregolari, presso il dito contro il campanello, sperando soltanto che mi apra al più presto. Fa davvero tanto freddo, e devo dire che faccio fatica anche a rimanere in equilibrio. Mi sento un pezzo di ghiaccio vivente.
"Chi è?" La sua dolce voce mi risuona all'improvviso nella mente, scuotendola piano. Essa riesce perfettamente a far emergere quel pizzico di calore e stabilità che mi serve e non potrei essere più sollevato.
"Sono Riccardo"
"Quinto piano" Mi informa, un attimo prima che la porta si apra di scatto. Io sospiro, stringendo saldamente i due cartoni della pizza e il regalo per lei, permettendo al mio corpo di non cedere mentre raggiungo la mia destinazione. Entro in ascensore e con un gesto repentino, lascio scivolare il dito contro il tasto numero cinque, sospirando lentamente. Mi trema il cuore e posso percepire quanto forte stia battendo in meno di un secondo. Batte ritmicamente e senza un freno, facendo notevolmente diminuire le mie forze.
Mi scappa un sospiro quando, l'ascensore si ferma, spalancando le porte automatiche. Proprio quando sollevo il capo per uscire, i miei occhi ne sfiorano due castani, che sembrano travolgermi come fontane di cioccolato. Eccola lì Federica. Bella come il sole, luminosa come una stella, sorridente come una bimba e confusa come uno scarabocchio.
Il suo corpo è dolcemente stretto in un pigiama panna con dei pois rosa confetto e ai piedi porta delle morbide ciabatte celesti, che la rendono una tenerissima bimba.
Mi avvicino a lei lentamente, e proprio quando lo faccio, ho la possibilità di guardarla da vicino: ha il viso privo di qualsiasi scia di trucco, i capelli sistemati disordinati all'indietro e le labbra lievemente screpolate a causa del freddo. "Ciao..." È lei a rompere il ghiaccio e lo fa con questa semplice e breve parola. Curva la sua bocca all'insù, facendo nascere un dolce sorriso anche sul mio viso.
"Ciao" Rispondo immediatamente. "Scusa per il ritardo, ma ho preso le pizze per mangiare qualcosa insieme"
"Questa tua affermazione mi sa tanto di una piccola trappola" Sospira, ridendo. Poi con dolcezza, si appoggia alla cornice della porta, incrociando le braccia al petto e guardandomi con aria divertita. "Avevi già programmato anche di cenare con me, vero?"
"Ovvio che no" Rispondo all'istante, ridendo. "Se non ti va, vado via"
"Entra, scemo. Sto scherzando" Ride. Si sposta tanto quanto basta per farmi passare e non appena diminuisco la distanza che mi separa da lei, riesco a sentire il mio corpo farsi più leggero. Mi avvicino a lei per lasciarle un bacio sulla guancia, e quando me lo lascia fare, non potrei essere più felice. Le mie labbra si poggiano sulla sua pelle con delicatezza e per un momento, mi sembra di perdere ogni singola parola, riuscendo a dimenticarmi di tutto quanto, anche le cose importanti.
Mi stacco con lentezza, permettendo poi ai nostri occhi di sciogliersi. "Vieni, andiamo in cucina" Mi dice, risvegliandomi da questo puro stato di trance.
Io annuisco e faccio un passo verso l'interno, lasciandole chiudere la porta. "Quale pizza hai preso per me?" Mi chiede, mentre afferra una tovaglia per sistemarla sul tavolo. Io ne approfitto per poggiare la nostra cena su esso, facendo scivolare il mio cappotto lungo le spalle. Qui c'è un calduccio davvero avvolgente e amo letteralmente questa cosa.
Prima di rispondere, mi prendo un momento per poter osservare alcuni dettagli di questa sua dimora, e non posso non notare la prevalenza del colore bianco. Ha un arredamento interamente moderno e a regalare un pizzico di colore ci pensano le diverse piante di tutte le misure, sistemate ordinatamente in alcuni particolari angoli. Il tavolo è in vetro e le sedie bianche riescono a donargli quel pizzico di opacità di cui hanno realmente bisogno.
Qualche secondo dopo, mi rendo conto di dover dare una risposta a Fede e quando la osservo, il suo sguardo attento è fisso su di me.
"Una margherita... è sempre stata la tua preferita"
"Te lo ricordi ancora?" I suoi occhi brillano e per un momento mi sembra di sfiorare il cielo con un dito. Il suo viso parla da solo, e non è il caso che lei dica qualcos'altro.
"Certe cose non si dimenticano assolutamente" Spiego, facendo spallucce. Le sue labbra si sollevano in un dolce sorriso, che immediatamente sembra trasferirsi sulle mie, facendomi esplodere il cuore. Si tratta di sorrisi caldi ed intensi, che rispecchiano interamente le nostre anime vere.
"È bello sapere che tu non l'abbia fatto" Si dondola sui piedi, e mi sembra... quasi imbarazzata? Perché ho l'impressione che lo sia? Lo è davvero o è solo un mio stupido pensiero?
"E ti assicuro che non lo farò mai" Affermo. Lei annuisce e abbassa lo sguardo per evitare i miei occhi, che sembrano essere sempre più emozionati. "Luca sa che sono qui con te? Gli hai detto qualcosa?" Le chiedo a bassa voce, stringendo una sedia con le punte delle dita. Non so perché le sto chiedendo una cosa del genere, ma credo proprio di averne un eccessivo bisogno.
"No, lui non sa nulla... probabilmente se lo sapesse, correrebbe qui per fermarti. È un uomo molto geloso, e la sua gelosia aumenterebbe notevolmente se gli dicessi di essere in tua dolce compagnia" Mi spiega. Le sue parole mi fanno scappare un dolce sospiro. Anche io sono un uomo molto geloso, ma devo ammettere che lo ero molto di più quando io e lei eravamo una coppia. Non volevo che nessuno la guardasse, la toccasse o le dicesse qualcosa. Desideravo averla tutta per me e non volevo che nessuna persona al mondo potesse in qualche modo, appropriarsi di un qualcosa di mio.
"Mi sembra giusto"
"E invece, Sara? Lei lo sa?" Mi domanda retoricamente. Mentre parla con me, apparecchia la tavola e lo fa con una certa calma e delicatezza.
"No, nessuno sa che sono qui con te. Ho deciso tutto all'ultimo momento e ho semplicemente ascoltato il mio cuore che mi consigliava di farlo." Spiego immediatamente. Il muscolo appena citato sembra sorridere, per poi iniziare a battere all'impazzata, facendomi spezzare il respiro più di una volta.
"Credo che tu abbia fatto bene" Sospira. "Che dici? Possiamo iniziare a mangiare? Altrimenti si fredda tutto" Il suo sguardo cade sulle pizze, mentre con un agile movimento solleva la parte superiore del cartone, lasciando che il profumo intenso della pizza ci travolga le narici all'istante. Percepisco un brivido proprio alla spina dorsale e giuro che non vedo l'ora di poterla mangiare.
"Si, dopo ci dedichiamo al resto" Affermo, sedendomi proprio al suo fianco e aprendo le due birre con l'estremità della forchetta. Non appena queste parole lasciano le mie labbra, mi rendo conto di quanto sia immenso il doppio senso, e quando sollevo lo sguardo verso di lei ne ho la conferma. "Non fraintendermi, Fede... mi riferivo solo al pa-" Tento di riprendermi con questa affermazione, indicando goffamente il suo pacchetto perfettamente confezionato, ma la sua voce m'interrompe all'istante, bloccando ogni mio singolo obiettivo.
"Stai sereno, Riccardo... nessun problema" Mi rassicura così e ci riesce. Il mix del suo sguardo e del suo sorriso mi fa quasi esplodere l'anima e per un momento, mi sembra di sfiorare il cielo con un dito. Le sorrido dolcemente, afferrando poi un tovagliolo di carta per iniziare a mangiare.
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Lo sappiamo entrambi - Federica e Riccardo
FanfictionFederica Carta. Riccardo Marcuzzo. Il destino li aveva separati bruscamente dopo la rottura della loro storia, lasciando che i loro cuori si spezzassero e le loro vite prendessero due strade del tutto differenti. Ma quando tutto sembrava andare meg...