80. Feriti, orgogliosi e... passionali.

452 34 8
                                    

Riccardo è agitato, molto agitato. Me ne rendo conto dal modo in cui serra i pugni lungo i fianchi e stringe nervosamente i denti. Lo fa intensamente, come se volesse mandare via questa rabbia che continua a riempirgli il cuore. I suoi occhi sembrano sputare fuoco, proprio come il suo viso, che ha una lieve sfumatura di rosso sulle guance.
Io rimango in silenzio, con una voglia infinita che oscilla fra il bisogno di sentirlo parlare e quello di farlo stare zitto fin quando non mi passerà. Vorrei poter avere la forza necessaria per cacciarlo via da qui, ma i miei piedi sembrano essersi attaccati al pavimento, bloccando ogni singolo movimento che mi piacerebbe compiere. Tra noi due, quella arrabbiata e furiosa dovrei essere io, eppure è lui. Mi son ritrovata ad affrontare una situazione strana, che non immaginavo di poter vivere, eppure l'ho fatto senza dire una parola. Ho chiuso gli occhi e ho ingoiato tutto il fastidio, sperando di non impazzire. 
"Posso dirti che sei ridicola, Federica?" Questo è tutto ciò che riesce a dire e lo fa con trasparenza, sgretolando piano piano la mia anima solo con lo sguardo. Io lo osservo, cercando di capire se tutto ciò che mi ha appena detto lo pensa sul serio. La mia voglia di prenderlo a pugni sembra aumentare senza preavviso, ma faccio un profondo respiro per calmare ogni muscolo. Mi rendo conto che parlare sia il modo più giusto per chiarire questa discussione e far emergere l'orgoglio e la rabbia sia davvero la scelta peggiore. 
"Me lo stai chiedendo sul serio, Riccardo?" Rispondo a tono, senza paura. "Mentre io mi esibivo su quel palco, cercando di non crollare, tu stavi ridacchiando con il tuo amico su chissà cosa e quando ho terminato la mia esibizione ne ho avuto l'assoluta conferma! Hai detto che se potessi, faresti un pensierino su quella ragazza, ma ti rendi conto? Io cercavo il tuo sguardo per non scoppiare a piangere come una bambina ripensando a nostro figlio, e tu... tu mi hai del tutto cancellato per alcuni minuti, non smettendo di osservare quella donna e facendo dei commenti poco casti su di lei!" Sbotto all'improvviso, alzando il tono della voce. Cerco di non farlo troppo, con l'obiettivo di non farmi sentire dagli altri. L'ultima cosa che voglio è che capiscano ciò che è successo. "E poi, sei un coglione... vuoi parlare di altre donne? Bene... fallo! Fallo senza nessun problema! Non potrei mai vietarti una cosa del genere, ma almeno abbi la decenza di non farlo con me a pochi metri di distanza e soprattutto in quella circostanza lì! Sei proprio un bambino, Riccardo! Non sei cambiato assolutamente! Sei rimasto il solito cretino di sei anni fa, non sono cambiati i tuoi comportamenti del cazzo, le tue frasi di merda e questi stupidi litigi che fai nascere all'improvviso" Continuo. La voce mi trema, proprio come le mie mani, che vengono attraversate da un lieve tremore, che sembra espandersi piano piano in ogni singola parte del corpo. "Pensavo fossi cresciuto e pensavo avessi le palle per poterti assumere ogni tua responsabilità, per poter anche solo sussurrarmi un 'mi dispiace', ma non lo fai! Non lo fai mai, maledizione! Mi hai raggiunto qui completamente furioso, urlandomi contro e dicendomi di essere ridicola! In fondo, tutto ciò è quello che hai sempre fatto da quando ci conosciamo e so, so perfettamente che non cambierai mai! Ogni speranza che possiedo devo cancellarla, perché ho la conferma che le cose non subiranno nessun cambiamento" Sono furiosa, del tutto a pezzi, priva di forze, e nonostante vorrei cercare di risvegliarmi un attimo, non ci riesco proprio. Le lacrime continuano a scorrermi lungo il viso senza freno, spezzandomi il respiro ogni singola volta. Mi sento male e la paura che io possa cedere senza nessun preavviso, si fa sempre più intensa, così intensa che faccio fatica anche a mantenere il mio sguardo su di lui. 
"Ma Cristo Santo, stai sul serio dicendo delle cose del genere? Mi hai urlato contro di essere un bambino, ma a quanto pare, fra noi due l'unica bambina sei solo ed esclusivamente tu! Mi stai dicendo delle cose assurde, cazzo! Te la sei presa per una cazzata e ti giuro che faccio molta fatica a farmene una ragione" La sua voce è dura, priva di emozioni, senza nessun tremore. Si agita e lo fa nervosamente, facendo scivolare le dita fra i suoi capelli per tirarli all'indietro con un veloce movimento. 
"Non me la sono presa per una cazzata, coglione! Io avevo bisogno di te, ma tu non c'eri neanche stavolta! Io non sono pazza, ho tutte le ragioni per comportarmi in questo modo e ti prego di non continuare a distruggermi con queste tue frasi di merda perché sono davvero esausta" Chiarisco, sollevando l'indice per sottolineare maggiormente ogni mia singola parola. I suoi occhi azzurri mi squadrano attentamente, come se volessero entrarmi sotto la pelle. 
"Ah, tu sei esausta? Anche io sono esausto, dannazione! Non credo di aver fatto nulla di male, anzi tutto il contrario... ho cambiato la mia vita per te, e tu continui ininterrottamente ad incazzarti per una stronzata del genere! Non ho mica scopato quella donna, ho solo detto una stupida frase che, per quanto mi riguarda, è veramente innocente... per cui-" Io lo interrompo all'istante, lasciando che la mia voce metta un punto a questo suo discorso.
"Tu? Tu hai cambiato la tua vita per me? Io l'ho fatto, Riccardo! Non tu! Per te è rimasto tutto assolutamente fermo: Sara è ancora la tua ragazza, io la tua amante e tutto va benissimo. Non sei riuscito a porre fine alla tua storia perché non hai avuto il coraggio per farlo, mentre per me la situazione è andata in maniera completamente differente! Io ho del tutto stravolto il mio modo di vivere per te! Ho lasciato Luca, ho messo da parte per un po' il mio lavoro e questo è il risultato? Beh, devo dire che è ottimo, no? Se questo è il tuo modo di continuare la nostra storia, mi dispiace ma io mi fermo qui! Non posso e non voglio fare l'amante di nessuno! Sono davvero stanca" Alla fine del mio discorso mi scappa un singhiozzo, che esce dalle mie labbra senza nessun preavviso. Sospiro freneticamente, con il cuore del tutto spento e l'anima vibrante. I suoi occhi azzurri mi osservano e lo fanno senza fermarsi un momento. Io faccio lo stesso, cacciando delle lacrime dal mio viso con costanza. Ad interrompere del tutto questo nostro scontro è lo squillo del mio cellulare, che risuona all'interno del camerino immediatamente, richiamando l'attenzione di entrambi. Smetto di guardarlo soltanto per girarmi e afferrare l'aggeggio e nel momento in cui noto il nome di Luca sullo schermo, il mio cuore si ferma per qualche secondo. Senza pensarci due volte, rifiuto la chiamata avendo la conferma di aver fatto la scelta più giusta. Non era il momento più adatto per parlare con lui e non so con esattezza quando lo richiamerò. Non conosco il motivo per il quale lui mi abbia cercata, ma in questo momento poco m'importa. Davvero.
"Chi era?" Mi chiede duramente Riccardo, lanciandomi uno sguardo privo di emozioni. Non riesce a guardarmi per più di due secondi e la rabbia ne è la causa. 
"Luca"
"Per quale cazzo di motivo ti ha chiamata?" Domanda, alzando lievemente il tono della voce. Caccia via nervosamente i capelli dalla sua fronte, riuscendo a farmi percepire quanto sia immensa la tensione che percepisce in questo momento. 
"Non lo so, non ho risposto... non ho nessuna voglia di sentirlo" Rispondo velocemente. L'agitazione emerge, facendomi quasi mancare il fiato. Nel momento in cui lui schiude le labbra per dirmi qualcosa, io lo precedo, bloccando ogni sua possibile parola. "Ma non ho voglia di sentire neanche te, Riccardo... sono troppo incazzata, per cui... vai via. Lasciami da sola"
"Questo è tutto ciò che sai dire, scusa? Perché non mi lasci spiegare e perché devi sempre frenare la voglia di chiarire solo per il tuo dannato orgoglio?" Si agita nervosamente, facendomi infuriare sempre di più. Per un attimo mi sembra di non sentire e non vedere più nulla. Faccio quasi fatica a reggermi in piedi e questa cosa mi distrugge del tutto.
Faccio un veloce passo verso la sua direzione, colpendogli nervosamente le spalle e il petto per sfogare questa strana sensazione che mi opprime il cuore.
"Devi andartene, cazzo! Devi andartene! Per piacere, Riccardo... vai via!" Urlo, completamente fuori di me. Giuro che vorrei cercare di fermarmi, ma purtroppo non riesco. Non riesco proprio. All'improvviso però, arrivano le sue mani che stringono i miei polsi possessivamente, bloccando ogni movimento e lasciando che il mio petto si incastri al suo. I nostri visi sono a pochi centimetri di distanza e questo piccolo dettaglio mi fa letteralmente perdere la ragione. Siamo così vicini, così fragili, ma anche così feriti, orgogliosi e... passionali. Proprio come lo siamo sempre stati. E non importa il fatto di essere all'interno di un camerino dell'Ariston, perché per noi non è un dettaglio di fondamentale importanza. Le nostre anime lo sanno e quindi agiscono di conseguenza.
Senza che io possa rendermene conto, le sue labbra si impossessano delle mie, facendo nascere un bacio travolgente ed intenso. Vorrei mandarlo via, ma non ho la forza necessaria per farlo. Tutto ciò che riesco a fare è rimanere immobile, ma ahimè, non riesco a smettere di baciarlo nonostante tutte le forze applicate.

😏🤪🤭
Ciauuu❤
Come state? Tutto bene?
Cosa ne pensate di questo capitolo? Spero con tutto il cuore che vi piaccia, fatemelo sapere, mi raccomando🍯
Vi abbraccio forte.
-Roberta

Lo sappiamo entrambi - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora