88. Freddo di Febbraio e scuse sussurrate.

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Mano nella mano e con lo sguardo completamente perso nel vuoto, io e Riccardo camminiamo lungo il viale che attraversa il parchetto. È completamente vuoto e nonostante questo dettaglio mi provoca un pizzico d'ansia, il fatto di essere con lui mi rassicura moltissimo. Lo guardo in assoluto silenzio, lasciando che i nostri sguardi si incastrino senza nessun tipo di ostacolo. Continuiamo a fissarci come se fosse l'unica cosa da fare in questo momento, eppure non lo è. Abbiamo bisogno di buttare giù ogni pensiero, con l'obiettivo di liberarci da questa tensione che continua ad opprimere le nostre anime, rendendole confuse e prive di ordine.
"Sei preoccupata per stasera?" È così che Riccardo inizia la discussione, riuscendo a richiamare la mia attenzione all'istante. Non smetto di stringere con delicatezza la sua mano, mentre faccio scivolare l'altra all'interno dal tasca del mio giubbotto. Prima di rispondere, prendo un lento respiro, con l'obiettivo di rilassare i miei muscoli e permettere al mio corpo di rimanere quanto più sereno possibile. Ogni singolo centimetro del mio organismo è attraversato da tante scosse, che lo scuotono senza freno. 
"Un po' si, nonostante abbia già vissuto quest'esperienza, la tensione c'è sempre... ma si tratta di una tensione particolare e bellissima. Ho soltanto tanta voglia di vivere ciò che mi aspetta con tutta me stessa, con tutto il mio cuore" Gli dico, cercando di fargli capire come mi sento. Spiegare con precisione la sensazione che mi attraversa è davvero complicato, ma sono sicura che lui abbia percepito perfettamente ciò che voglio dire. 
"Si, essenzialmente è come quando si fa l'amore... ogni singola volta che lo si fa è come se fosse la prima. La tensione c'è sempre, ma sai benissimo che tutto sarà perfetto e mozzafiato" Le sue parole riescono a sorprendermi e prima che io possa bloccare quell'estrema quantità di imbarazzo, esso emerge sulla superficie delle mie guance all'improvviso. Questo ragazzo sa perfettamente cosa dirmi per sfiorare le corde più profonde della mia anima e nonostante io provi ad eliminare questo essere sensibile di fronte a lui, non riesco a farlo assolutamente. 
"Ma che diavolo di paragoni fai? Santo Cielo, tu sei completamente fuori di testa" Sospiro, lasciando scivolare le dita fra i miei capelli, ma nel frattempo non smetto di guardarlo.
"Perché? Non è vero, scusa? Io non dico cazzate" Si difende, sollevando le spalle. 
"Credo che questa tua frase abbia uno scopo ben preciso... dove vuoi arrivare?" Curvo leggermente il capo per guardarlo meglio, smascherandolo e il sorrisino che sbuca sulle sue labbra, mi fa immediatamente capire quanto io abbia ragione. Sospira con lentezza, lasciando scivolare il suo sguardo da me per poggiarlo su un punto indefinito di fronte al lungo viale che stiamo attraversando. Il vento soffia senza nessun freno, facendo ondeggiare con lentezza i nostri capelli, che sembrano muoversi con un ritmo preciso e distinto. 
"Volevo cercare un buon motivo per poter parlare di noi... in fondo ciò che ho detto lo penso davvero e devo dire che sono molto ma molto orgoglioso di aver dato vita ad una frase di questo tipo. Ha un non so cosa di magico e dannatamente poetico" Sussurra con un filo di voce, poi continua. "Mi dispiace per quello che è successo fra di noi, Fede... avrei voluto che ogni cosa fosse andata in maniera diversa, ma purtroppo non è successo. Ieri sera, quando son venuto in camera tua per parlarti delle notizie che giravano su di noi, avrei voluto che la serata si concludesse in qualche altro modo, invece ha vinto l'orgoglio, che è riuscito ad allontanarci sempre di più. Mi dispiace davvero da morire per tutto quello che è successo, non avrei assolutamente dovuto dire quelle cose, non so cosa mi sia preso..." Mi mormora queste parole con un filo di paura e di agitazione, come se dovesse superare un esame difficile, l'esame più importante della sua vita. Riccardo è pentito e riesco a leggerglielo negli occhi. Sono lucidi, pieni di emozioni e dannatamente belli. "Ti ho ferita e mi dispiace... so che non basta un 'scusa' per poter chiarire, ma è già qualcosa, no?" Sorride teneramente, facendo perdere un battito al mio cuore, che tremante ascolta ogni sua parola. "Ritornando invece alla frase poetica di qualche minuto fa, volevo dirti che mi manca davvero moltissimo fare l'amore con te. In questi ultimi giorni ho immaginato di viverti ogni singola notte, speravo con tutto me stesso di poterlo fare ieri sera, ma purtroppo non è successo. Non fraintendermi, possiamo anche stare insieme senza fare niente, ma io e te siamo un po' strani... ogni volta che ci ritroviamo ad avere almeno un minimo di energia, ci rotoliamo fra le lenzuola, facendo emergere il nostro amore un po' ovunque... ti prego di correggimi se sbaglio, Fede" Mi guarda e sospira lentamente, facendo incrociare le nostre iridi che sembrano dar vita ad un solo e unico colore.
"No, non sbagli... è la verità" Chiudo gli occhi un momento, per poi riaprirli e continuare a fissarlo. "Devo ammettere che mi piace davvero moltissimo questo nostro modo di amarci" Ciò che sussurro mi sorprende, ma è esattamente ciò che penso. 
"Piace tanto a me" 
Per alcuni secondi, il silenzio ci travolge, lasciandoci il tempo necessario per poter assaporare intensamente questo momento. Le nostre mani incrociate tremano e quelle piccole nuvolette di vapore acqueo che scappano via dalle nostre labbra ad ogni respiro, mi fanno immediatamente rendere conto di quanto siano basse le temperature, eppure mi sembra di non percepirlo. Il fatto che lui sia finalmente qui con me mi rende la donna più felice del pianeta, mi rende così felice tanto da riscaldare ogni singolo centimetro del mio cuore. Ogni particolare sembra passare in secondo piano quando lui è con me. "Seguimi un secondo" Esclama questa frase senza che io possa analizzarla per bene, stringendo maggiormente la mia mano prima di avanzare freneticamente verso una piccola parte dell'immenso parco. Sorrido come una bambina, lasciando che il vento freddo di Febbraio varchi la soglia del mio corpo senza nessun problema. Proprio nel momento in cui raggiungiamo un grande albero, lui mi spinge con delicatezza verso quest'ultimo, pressandosi contro di me come se fosse l'unico motivo per il quale siamo qui. Istintivamente appoggio entrambe le mani sulle sue spalle, con l'obiettivo di rimanere in equilibrio e non cadere come una pera cotta. I nostri respiri sono irregolari, privi di ordine, ma i nostri occhi sono incastrati con precisione, provocandomi solo tante scintille. Ci troviamo a pochi centimetri di distanza, che in meno di un secondo, lui azzera senza nessun ostacolo, premendo le sue labbra contro le mie e facendo nascere un dolce e passionale bacio. Un bacio che fa rumore nel cuore, un bacio che riesce a farmi scoppiare a vivere come se non lo facessi da mesi. Dio mio, stavamo lontani soltanto da qualche ora, eppure sembrava molto ma molto più tempo. 
Le nostre lingue si sfiorano con indulgenza, per poi iniziare ad accarezzarsi con dei movimenti fissi, che riescono in meno di un istante a farmi perdere il fiato. Mi toglie ogni singolo grammo di energia, premendo il suo corpo sul mio, ancora sistemato contro il tronco dell'albero. 
Riesco a riprendere quella piccola quantità d'aria che mi serve per respirare proprio nel momento in cui lui si stacca dalle mie labbra per scendere lungo il mio collo, che riempie di tanti piccoli e delicati baci. "Scusami ancora, piccola..." Mormora sottovoce, stringendomi i fianchi con entrambe le mani per tenermi ferma. Farlo è davvero complicatissimo e la situazione che sto vivendo riesce a darmene l'assoluta conferma. Non riesco, non riesco proprio e pur volendo farlo, mi risulta davvero difficile. Si tratta di scuse sussurrate, come se fossero dei piccoli segreti, eppure sono molto di più. Molto ma molto di più. "Mi perdoni, vero?" Ha bisogno di riposte, ma a causa sua mi sembra di aver dimenticato anche come si parla.  
"Si che ti perdono... ti perdono perché ti amo davvero da impazzire" Sono costretta ad allontanarmi da lui soltanto per stringergli il viso con le dita e baciarlo nuovamente senza nessun freno. Non riesco a trovare un aggettivo adatto a tutto ciò, ma credo che non mi serva assolutamente; credo che sia importante vivere questo momento con tutto il cuore, senza preoccuparsi di ricercare un termine adatto che possa descriverlo in tutta la sua totale bellezza. 
"Anche io ti amo davvero da impazzire" 
"La prossima volta che fai una cosa del genere, non ti parlo più" Quasi lo minaccio, ma non smetto di stringerlo per un solo istante. 
"Va bene, ti prometto che cercherò di essere migliore" La sua affermazione mi fa immediatamente sorridere. So che lo farà. Cercherà di essere migliore per me, per lui e soprattutto per noi, per la nostra storia.
"Lo spero"
Queste due parole sembrano morirmi in gola non appena le sue dita sollevano prontamente il giubbotto che indosso, scivolando poi sul contorno dei miei jeans per sfiorare il piccolo bottone sull'angolo. "Dici che si può fare l'amore all'interno di un immenso parco di Sanremo o si tratta di un atto osceno in un luogo pubblico?"
"Non mettermi in queste situazioni... non possiamo farlo qui. Rischiamo di essere beccati e non penso sia una cosa bella" Farfuglio confusamente, ma del tutto avvolta dall'eccitazione, che sembra aumentare senza preavviso quando la sua mano riesce a sbottonarmi i jeans per poi sfiorare il contorno delle mie mutandine. Boccheggio lentamente e non appena il suo indice scivola lungo la mia entrata, mi mordo il labbro per non fare molto rumore. Mi lascio sfuggire un ansito forse un po' troppo intenso, che lui blocca appoggiando le sue labbra sulle mie. 
"Dicevi?" Mi provoca, orgoglioso di avermi reso debole per la milionesima volta.
"Che non... non possiamo" I suoi movimenti sono fissi, decisi e riescono perfettamente a farmi andare fuori di testa. "Oddio..."
"Potrebbero esserci dei bambini, amore... contieniti" Sussurra, sfoderando un luminoso sorriso, ma non smette un momento di farmi impazzire. Percepisco la mia pelle restringersi attorno alle sue dita e un altro breve gemito mi scappa dalle labbra. "Sei proprio una-"
"Dio mio, smettila di parlare... andiamo in qualche posto e terminiamo al più presto ciò che abbiamo iniziato" Farfuglio senza nessun tipo di imbarazzo, sperando soltanto che la smetta di provocarmi. Lui sospira e quando un luminoso sorriso si fa spazio sul suo viso, ho la consapevolezza di aver appena detto ciò che lui voleva sentire.

E anche questa volta, questi due finiscono per fare i porcellini! Io li adoro😍
Spero che questo capitolo vi piaccia, vi prego di farmelo sapere, altrimenti cerco di cambiare qualche piccolo dettaglio per rendere questa storia di vostro gradimento. 
Grazie sempre di tutto. Buon pomeriggio!❤⭐
-Roberta

Lo sappiamo entrambi - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora