75. Rumore di fondo.

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Proprio nel momento in cui raggiungiamo il retro del palazzo e varchiamo la soglia del mio garage, veniamo accolti dal silenzio più assoluto. Si tratta di un silenzio atroce, intenso e quasi doloroso. Federica non dice una parola e io faccio lo stesso, continuando ad alternare lo sguardo dai suoi occhi alle sue labbra. Mi lecco le mie, volendo disperatamente sentire il sapore delle sue. Ho davvero un'infinita necessità di baciarla, ma prima abbiamo bisogno di chiarire i pensieri e cercare di trovare un punto d'incontro.
Ad illuminarci c'è soltanto una piccola lampadina sul soffitto, che rende visibile ogni singola emozione che le riempie il viso in questo istante. Le sue iridi castane brillano, ma penso che la causa di tutto ciò siano le lacrime, che sembrano voler scivolare sulle sue guance da un momento all'altro.
Infatti il secondo dopo, lei si catapulta verso la mia direzione, singhiozzando dolcemente e riuscendo a farmi percepire tutta la frustrazione che la riempie. Stringe le mie spalle con entrambe le braccia, soffiandomi contro il collo e bagnando la mia felpa con le sue lacrime. Il suo profumo dolce e delicato mi invade immediatamente le narici, mandandomi letteralmente in estasi. Non riesco a dire nulla, per cui lascio che emergano le emozioni e il secondo dopo, circondo il suo bacino con entrambe le braccia, abbracciandola come se fosse una bambina che ha bisogno di essere tranquillizzata.
"Mi dispiace... mi dispiace davvero tantissimo per tutto ciò che ho fatto" Mormora fra i singhiozzi. Trema e trema anche tanto, proprio come me, che in balia di ogni suo gesto e parola, crollo miseramente senza neanche rendermene conto. Vederla così distrutta e fragile mi fa male e ho la consapevolezza che qualsiasi cosa faccia questa donna, la perdonerò sempre. La perdonerò sempre perché non riuscirei a non farlo e se non è questo l'amore, cos'è?
"Shh, lo so... lo so che ti dispiace. Speravo tornassi" Le sussurro queste parole con un filo di voce, accarezzandole i capelli con dolcezza, mentre non smetto di stringerla. I nostri cuori si sfiorano con lentezza, vibrando all'improvviso e iniziando a seguire lo stesso ed identico ritmo. Dio, è così bello averla di nuovo qui, averla nuovamente fra le braccia e non importa il contorno, il luogo e il poco romanticismo, mi basta lei e il resto va letteralmente al diavolo. Io e lei siamo il centro di tutto, mentre il resto... beh, il resto è soltanto rumore di fondo.
"Io tornerò sempre da te" La sento sorridere e per il mio cuore non c'è suono più bello. "Mi dispiace aver aspettato troppo tempo, ho anche provato a chiamarti, ma tu non mi hai risposto" Si stacca tanto quanto basta per potermi guardare negli occhi, lasciando che l'azzurro delle mie iridi possa sciogliersi in quello castano delle sue, dando vita ad una meravigliosa tonalità.
"Ero arrabbiato" Le rispondo a qualche millimetro dalle labbra, sfiorandole appena soltanto per aumentare quel desiderio infinito che ho di morderle e fonderle con le mie. "Ero tanto arrabbiato"
"Adesso lo sei ancora?" Mi domanda, sollevandosi sulle punte mentre, con estrema dolcezza, afferra i laccetti della mia felpa, tirandoli verso il basso soltanto per farmi abbassare il capo tanto quanto basta per regalarmi un bacio. Io cerco di non cedere e rimango immobile sul posto, continuando a stringerle i fianchi.
"Un po'... non mi aspettavo che mi dicessi una cosa del genere. Non credo di meritarlo"
"Lo so, ma ero molto arrabbiata... non l'ho fatto perché volevo ferirti" Mi spiega, alternando lo sguardo dai miei occhi alla mia bocca. Alla scena, sospiro leggermente. "E poi, anche tu non scherzi... sei stato un cafone quando mi hai urlato di aver fatto le cose in maniera affrettata. Mi hai anche detto che se potessi tornare indietro, non faresti ciò che hai fatto e pensi che sia stato bello per me sentirti dire queste cose?" Riporta ogni mia singola parola, provocandomi un immediato dolore al cuore. Beh, ho sbagliato. Ho sbagliato davvero tanto e se potessi tornare a qualche ora fa, rimarrei in assoluto silenzio, affogando la rabbia senza dirle nulla.
"No, non avrei dovuto dirti quelle cose" Sussurro con un filo di voce, facendola sorridere leggermente. Con le dita, caccio via le lacrime dal suo viso, facendole chiudere immediatamente gli occhi.
"Ora siamo pari" Afferma, sfregando il suo naso contro il mio e quando sta per sfiorarmi le labbra, io mi sollevo nuovamente, lasciandola insoddisfatta per la seconda volta. Lei sospira per la frustrazione, continuando a stringere la mia felpa fra le sue piccole mani.
"Però, aspetta... in quella frase che ho detto c'è un fondo di verità..." Affermo con un pizzico di trasparenza. I suoi occhi vengono attraversati da un improvviso dolore e quando si allontana leggermente, mi rendo conto di aver appena raggiunto il mio obiettivo.
"Cosa intendi?"
"Intendo che probabilmente non avrei davvero fatto le cose in maniera così affrettata. Le avrei fatte si, ma magari-" Lei mi interrompe all'istante, lasciando il mio discorso in sospeso.
"Beh, allora perché sei qui, scusa? Perché mi hai raggiunta? Per quale motivo hai lasciato Sara lì e sei qui con me? Prima mi abbracci e poi mi dici queste cose? Ma ti sembra normale, Riccardo? Oh Dio mio..." Farfuglia confusamente e senza nessun tipo di ordine. Fa scivolare le dita fra i suoi capelli, agitandoli leggermente. "Ma poi... che cosa diavolo ci faccio qui? Devo davvero ascoltare queste cazzate che dici? Io me ne vado" L'agitazione e la rabbia prendono il sopravvento dentro di lei, mandandola letteralmente nel panico più totale. Si volta e senza guardarmi negli occhi, cammina verso l'uscita del garage.
Alla sua reazione, sorrido senza accorgermene, orgoglioso e innamorato. Amo tutto questo e amo lei. La amo davvero follemente.
Prima che possa andare via, corro velocemente verso la sua direzione, stringendole il braccio per farla voltare. Non appena lo faccio, non posso non notare i suoi occhioni pieni di lacrime e una fitta mi pervade l'anima. Siamo a pochi centimetri di distanza, ma che aumentano all'improvviso quando lei, con un veloce movimento, molla la mia presa, allontanandosi.
"Lasciami stare"
Faccio un veloce passo verso la sua direzione, riportandola di nuovo contro il mio torace. Lei non dice nulla, semplicemente appoggia la sua mano contro il mio petto per rimanere in equilibrio.
"Se solo mi lasciassi finire..." Sospiro, frustrato ma non smettendo di sorridere. Non smettendo di guardarla. "Non farei ciò che ho fatto perché farei sicuramente di meglio. Se potessi tornare indietro, non ti avrei lasciata, ti avrei tenuta stretta e ti avrei amata proprio come meritavi. Non sarei andato via dalla tua vita neanche se mi avessero obbligato, perché nessuna donna è e sarà mai come te... e poi, non avrei fatto le cose in maniera frettolosa perché non ci sarebbe stato il motivo per farlo. Avrei fatto tutto con assoluta tranquillità, vivendoti come lo sto facendo adesso e come lo farò per tutta la vita" Glielo dico sottovoce, lasciando che ogni mio singolo pensiero emerga. Lei mi guarda e dai suoi occhioni lucidi mi rendo conto di quanto queste parole le abbiano sfiorato il cuore. "Ti avrei amata come ti ho amata quando avevi diciotto anni"
"Sei un coglione" Ride emozionata, distogliendo lo sguardo dai miei occhi solo per evitare che io noti una lacrima che le è appena caduta.
"Bel modo romantico di rispondermi, Paper" La prendo in giro e prima che io possa dire qualsiasi altra cosa, lei si solleva di scatto per premere le sue labbra sulle mie, facendomi fermare i battiti del cuore. Wow.
Io sospiro contro la sua bocca, stringendole il bacino soltanto per camminare alla cieca contro la parete e baciarla proprio come merita. Lei lascia scivolare le dita fra i miei capelli, curvando la testa soltanto per sfiorare la sua lingua contro la mia. Ci baciamo intensamente e ogni suo singolo movimento mi fa andare completamente fuori di testa, proprio com'è sempre successo. "Adoro litigare con te solo perché dopo posso scoparti..." Le sussurro queste parole all'orecchio, un attimo prima di morderle il lobo con i denti. Lei sospira leggermente, facendomi sorridere.
"Non possiamo sco-" Io la interrompo all'istante, facendo scivolare le mie dita sul contorno dei suoi pantaloni.
"Oh si... si che possiamo... noi possiamo fare tutto"

Lo sappiamo entrambi - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora