97. Piena di domande e priva di risposte.

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"Dammi un minuto, va bene?" Guardo Federica negli occhi, lasciandole un bacio sulla fronte con dolcezza.
"Va bene"
La ringrazio con lo sguardo, sollevandomi dal suo corpo soltanto per pressare le ginocchia contro il materasso e afferrare il cellulare dal comodino. Nel momento in cui noto il nome di Sara sullo schermo, percepisco un velo di inquietudine varcare la soglia del mio corpo senza nessun preavviso. L'aggeggio continua a squillare ininterrottamente, confondendomi i pensieri senza freno. Non so se rispondere o lasciar perdere, ma prima che possa decidere, la voce di Federica mi risveglia all'improvviso, obbligando il mio sguardo a posarsi su di lei. "Chi è, Riccardo?"
"È Sara" Glielo dico sottovoce, quasi impaurito dalla sua reazione, ma lei non dice nulla, annuisce semplicemente, lasciandomi tutto il tempo per poter fare ciò che ritengo più corretto.
Giuro che vorrei non rispondere, vorrei ignorare questa sua chiamata, ma ahimè, non posso farlo. Non la sento da ieri mattina e mi sembra giusto dirle qualcosa, qualsiasi essa sia, per cui con assoluta fermezza, faccio scivolare il dito contro lo schermo del cellulare, rispondendo alla chiamata e lasciando che la voce di Sara possa riempirmi le orecchie.
"Pronto, Sara?"
"Ehi, Riccardo... tutto bene? Cosa fai?"
Istintivamente guardo la donna al mio fianco, che con un veloce movimento si solleva dal letto e si posiziona al mio fianco, tirando le ginocchia contro il petto. Non posso non notare i suoi occhi tristi, privi di emozioni e la scena mi fa sospirare immediatamente. L'ultima cosa che voglio è vederla così. Davvero.
Non avrei assolutamente voluto interrompere il nostro momento, ma purtroppo sono stato obbligato e non ho potuto cambiare le carte in tavola malgrado avrei voluto farlo con tutto il cuore.
"Va tutto bene, grazie... mi son svegliato da poco" Rispondo a Sara, cercando di rimanere in equilibrio. La cosa mi risulta molto ma molto difficile, ma devo riuscirci e devo farlo per il bene di tutti.
"Speravo che ieri sera mi chiamassi, sono stata sveglia fino alle quattro ma non ho ricevuto neanche un messaggio da parte tua" Mi spiega con un filo di voce. Posso percepire una piccola quantità di tristezza riempire il suo cuore e questo dettaglio rende triste anche me. "Avrei voluto chiamarti io, ma non volevo assolutamente disturbarti... per cui sono andata a letto e ho lasciato perdere" Mi dice piano, dispiaciuta a causa di questa situazione. Anche io lo sono e questa cosa non mi sorprende assolutamente, penso sia normale.
"Scusami, mi dispiace molto... ma non appena ho terminato la mia esibizione, ho avuto diverse cose da fare. Ti prometto che questa sera mi comporterò in maniera diversa" La tranquillizzo così, lasciando che la mia mente ripensi a ciò che è successo realmente questa notte. I fatti sono del tutto differenti rispetto a ciò che ho appena detto a Sara e avere la consapevolezza di mentirle per la milionesima volta, mi rende ancora più confuso e triste del previsto. Odio queste bugie e nonostante vorrei evitare di farlo, non posso assolutamente. Almeno non in questo momento.
"Non devi farlo perché ti ho appena chiamato, devi farlo perché lo vuoi, perché lo ritieni necessario... perché ritieni importante tenermi aggiornata su ciò che fai, e non devi assolutamente agire in questo modo solo per non rendermi triste" Afferma senza nessuna paura, sorprendendomi. Ha perfettamente ragione e non potrei dire il contrario.
"No, lo faccio perché voglio, Sara... e penso che questo sia alquanto naturale" Istintivamente sposto lo sguardo verso Federica, che mi evita senza nessuna paura, stuzzicandosi le dita come se fossero il suo unico punto fermo in questo preciso momento.
"Okay" Sospira dall'altra parte. Io faccio lo stesso, ma qualche secondo dopo mi rendo conto di dover spezzare questo momento al più presto. "Adesso cosa fai?"
"Mi sto preparando per andare a lavoro" Mi dice, ma quando prende un lento respiro dall'altra parte, mi rendo conto che sta per continuare la conversazione. "Comunque volevo dirti una cosa..."
"Cioè?" La preoccupazione mi assale all'istante, confondendomi il cuore e la mente senza nessun problema. Non so di cosa possa trattarsi e questo è ciò che più mi provoca terrore.
"Stavo pensando di raggiungerti per stare al tuo fianco le ultime due serate del Festival... ti piace come idea? Penso che sarebbe davvero una bella cosa per entrambi, no? Potremmo stare un po' insieme per riordinare alcune cose del nostro rapporto, che in questi ultimi mesi sembra essere solo in discesa... nonostante io non dica nulla, questa cosa mi fa soffrire davvero molto e non posso negarlo" I miei respiri si bloccano all'improvviso, causandomi una perdita generale dei sensi. Non riesco a dire e a fare nulla, per cui lascio scivolare le dita fra i miei capelli e sbuffo sonoramente, sentendo il mio cuore battere ad una velocità smisurata.
"Io, umh- va bene, puoi... certo che puoi" Balbetto confusamente, ma poi cerco di riprendermi un momento. "Verrai con la mia famiglia? Cioè, verranno anche loro?" Alle mie parole, Federica solleva lo sguardo verso di me, lasciando che i suoi occhi possano incrociarsi ai miei con un veloce movimento. Posso vederla confusa, spaesata, piena di domande e priva di risposte. Ha già capito ogni cosa e il modo in cui mi osserva riesce a darmene l'assoluta conferma. Le è bastata una sola frase, una sola e breve frase per capire tutto quanto e nonostante avrei voluto non dirla adesso, sono letteralmente stato obbligato a farlo.
"Immagino di si... purtroppo non ho ancora sentito i tuoi genitori, spero di farlo più tardi. Ti farò sapere" Mi risponde. Non faccio molta attenzione a ciò che ha da dirmi, poiché sono troppo occupato ad osservare la donna al mio fianco. Vorrei stringerla fra le mie braccia per poter calmare il suo cuore triste e buio, ma purtroppo devo accontentarmi di guardarla da lontano. 
"Va bene... adesso devo staccare, devo ancora cambiarmi e fare colazione" Le dico sospirando, poi continuo. "Ci sentiamo più tardi, okay?"
"Okay, aspetto un tuo messaggio"
"Arriverà, promesso" Le sussurro, cercando di non far emergere tutte le emozioni negative che mi hanno appena varcato la soglia del cuore. 
"Ti amo" Mi sussurra queste due parole con un filo di voce, come se fossero un segreto, riuscendo alla perfezione a cancellare tutta la tensione che ci ha riempiti in questi ultimi giorni. Dio mio, è stato tutto un vero e proprio casino, ma lei vuole cercare di reprimere ogni dettaglio negativo con questo dolce sussurro, sperando di poter sistemare le cose, ma ahimè, credo sia totalmente impossibile.
"Ti amo anche io" Affermo, sospirando a causa della mia estrema tensione. Non posso non notare i muscoli di Federica irrigidirsi all'istante e prima che possa davvero capire ciò che sta succedendo, la vedo sollevarsi dal letto con un veloce e unico movimento. È arrabbiata, forse un po' delusa, quasi trasparente di fronte a tutto ciò che è appena successo, ma non la biasimo. La nostra situazione non è per niente facile e fingere che vada tutto bene è davvero complicato e impossibile. "A dopo, Sara" Esclamo al telefono e senza aspettare una risposta da parte della mia fidanzata, attacco la chiamata, cercando di porre fine a tutto questo. Osservo Federica, che a pochi metri da me, afferra l'intimo dalla sua valigia e senza degnarmi di uno sguardo, avanza freneticamente verso il piccolo bagno. "Fede..." Sussurro il suo nome molto piano, cercando di richiamarla. Mi sollevo di scatto dal letto, con l'obiettivo di poggiare i piedi sul pavimento e raggiungerla senza fare troppi giri di parole. 
"No, Riccardo, vado a cambiarmi... se hai intenzione di dirmi qualcosa, ti anticipo che non ho nessuna voglia di parlare" Il suo tono è duro, privo di emozioni, completamente trasparente e giuro che una coltellata al cuore avrebbe fatto molto meno male. Odio questa sua freddezza e malgrado i suoi motivi siano estremamente ragionevoli, credo che non sia questo il modo di risolvere la situazione. Nonostante tutto però, cerco di mantenere un equilibrio e annuisco con lentezza, rispettando la sua scelta. 
Chiude la porta del bagno alle sue spalle e nel preciso momento in cui gira la chiave, ogni speranza di raggiungerla lì dentro per parlare un po' con lei, crolla miseramente, facendomi sbuffare. Lascio scivolare il mio corpo, coperto soltanto dai boxer, sul materasso, sperando di trovare quel pizzico di calma per poter affrontare questo ennesimo casino.

Buona serata, tesori!❤🌹

Lo sappiamo entrambi - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora