Sirius cercò Remus per cinque minuti buoni, prima di raggiungerlo in guferia. Era seduto per terra, circondato da pergamene appallottolate, piume di gufo, topi morti ed escrementi. Sembrava disperato, doveva aver provato e riprovato a rispondere senza trovare le parole. Era James quello che, coi discorsi, ci sapeva fare.
"Come va? Tutto bene, Lunastorta?" Chiese Sirius sedendoglisi accanto. Remus alzò lo sguardo. Una morsa strinse lo stomaco di Sirius, l'altro aveva gli occhi gonfi e rossi, ancora lucidi dal pianto.
"Si, vi-vi raggiungo dopo" Disse, con un sussulto.
"Remus, sono tuo amico, sai di poter parlare" Disse piano Sirius. Era stata la notizia dell'attacco a ridurlo in pezzi? O qualcos'altro? Come era possibile? Remus non era facile da abbattere... a meno che... "C'entra in qualche modo il tuo "piccolo problema peloso", sai che..." Sirius lasciò la frase in sospeso, Remus si era ritratto, le mani sulla testa e i gomiti sulle ginocchia. Aveva fatto centro.
"Si-Sirius per favore, vattene" Implorò l'altro.
"Nemmeno morto, che cos'è successo? Remus?" Sirius aveva quasi paura ad insistere, Remus era già scosso, avrebbe potuto peggiorare la situazione, ma doveva fare qualcosa, non se ne sarebbe andato in silenzio.
"Nulla" Rispose evasivo l'altro, alzandosi in piedi di scatto e dirigendosi verso il suo gufo. Ma si era tirato su troppo in fretta. Sirius lo prese al volo, prima che si dovesse sedere di nuovo, Remus aveva sempre sofferto di bassa pressione e tendeva a rischiare di svenire. Tutto grazie al lupo che era in lui e che lo mangiava da dentro. Se solo Sirius avesse potuto fare qualcosa... ma non c'era nulla che potesse aiutarlo.
Si appoggiarono al muro. Incredibile, Sirius stava sostenendo un amico sconvolto, e l'unica cosa su cui il suo cervello riusciva a soffermarsi era quanto fosse facile abbracciare Remus, come se loro due fossero stati fatti apposta per completarsi. Il suo cuore stava iniziando ad andare a mille, e proprio mentre si rendeva conto dell'assurdità della situazione...Remus riprese a reggersi da solo, staccandosi di scatto da quell'abbraccio incerto. Il cuore di Sirius non era più un tamburo, sembrava morto. E se lui non l'avesse voluto? Remus non lo guardava in faccia. Tratteneva il fiato e si rivolgeva altrove, teso come la corda di un violino. Sirius stava tentando di ragionare con tutto sé stesso, ma tendeva a seguire troppo l'istinto, rischiava di rovinare tutto. Remus, grazie al cielo, fermò il suo vortice di pensieri. Si voltò verso di lui e i loro sguardi si incrociarono.
"Sirius, mio padre vuole che io rimanga a casa per la luna piena del 7 gennaio e ritorni a scuola qualche giorno dopo" Aveva parlato come se ogni parola gli fosse costata uno sforzo incredibile, ma Sirius non capiva.
"Mamma mia, solo tu potresti reagire così. Rientrerai a scuola due giorni dopo, che vuoi che sia..." Non aveva ancora capito il punto del discorso e aveva parlato troppo presto. Remus gli rivolse uno sguardo disgustato.
"Ah certo, chissene frega se sarò a casa a rischiare di uccidere o peggio, trasformare i miei stessi genitori. A chi importa, arriverò solo a scuola due giorni dopo. Tanto trasformarsi non fa male, tanto è solo un gioco, vero Black?" Disse rabbioso, allontanandosi di scatto. Sirius si maledì. Aveva mancato completamente il nocciolo della questione.
"Io scusa, non ci avevo pensato..." Provò a dire in tono di scuse. Remus gli volò di nuovo addosso. Gli occhi accesi dalla rabbia, dalla tristezza e da un sentimento di solitudine agghiacciante. Sirius voleva solo sotterrarsi, perché faceva sempre la cosa sbagliata?
"Giusto, non pensi mai, come l'anno scorso..." Era troppo, Remus non poteva tirar fuori quella storia. Non ne parlavano da sei mesi, era un insulto. La rabbia gli diede alla testa. Remus poteva anche stare male, ma stava decisamente esagerando. E quando Sirius si lasciava prendere dalla rabbia...faceva solo casini.
"non puoi dire, sapere..." Non aveva parole, stava ancora cercando di trattenersi. Una furia gli si stava destando nel petto.
"Sapere cosa? Come ci si sente ad essere il genio che sfrutta un suo amico per uccidere un ragazzo?" Buttò lì Remus, con noncuranza. Come se del povero Sirius, che avvertiva quelle parole come pugnali, non gliene importasse più di tanto.
"Non è andata così e tu lo sai" Disse secco Sirius.
"No Sirius, nessuno è nella tua testa, io non lo so, non è un gioco..." Remus era afflitto, distrutto, ma che gli prendeva? Il rimorso, però, era poca cosa, il danno era fatto.
"So che non è un gioco, ma non è poi cosi grav..." Perfino Sirius "non mi rendo mai conto del peso delle mie parole" Black capì che quello era troppo. Che, in quel preciso momento, aveva eagerato davvero.
"Giusto, allora non è poi così grave nemmeno uccidere innocenti, è la stessa cosa. È questo che pensano i mangiamorte. E se la pensi così, non sei meglio di loro."
Remus non poteva averlo detto davvero. Lui non era come loro. Sirius fece uno scatto, stava per tirargli un pugno quando Remus gli fermò la mano. Fu come se le sue terminazioni nervose fossero andate in tilt, non capiva più nulla. Sapeva solo una cosa: Remus l'aveva paragonato alla sua famiglia, e lui non lo poteva sopportare. Si liberò dalla stretta, si girò di scatto e uscì fuori correndo. Sentiva la voce di Remus seguirlo, delle scuse urlate al vento, ma faceva male. Faceva male perché era la sua più grande paura, ed era vera.
***
Lily si era dovuta nascondere nel bagno delle ragazze per sfuggire a James. Non tanto che volesse scappare da lui, anzi, era così tenero, così dolce, che volesse starle vicino, ma ciò che doveva fare... lui non lo poteva sapere. L'aveva sentito frenare la sua corsa proprio fuori da quel bagno, aveva sentito la sua voce, raggiunta da quella di Peter. James Potter si era preoccupato per lei? Stavano accadendo troppe cose per un solo lunedì mattina, ci si sarebbe crogiolata e concentrata più tardi. I due erano andati via, blaterando qualcosa su Remus e Sirius e dirigendosi a prendere i libri per Trasfigurazione.
Lily uscì dal bagno. Era ancora spaventata a morte, ma se il padre di Remus aveva detto il vero, a Spinner's End non era successo nulla. Lily abitava là. Casa sua era l'ultima della strada, prima dei campi, del laghetto, del parco giochi in cui aveva conosciuto Severus Piton... anche lui veniva da lì. Abitava nella zona più brutta del quartiere, dove il fiume diventava un ruscello di spazzatura e le case si trasformavano in catapecchie fatiscenti. Lui meritava di sapere. La notizia poteva essergli già arrivata, ma se non fosse stato così...era quasi un obbligo morale che Lily lo avvertisse. Dopotutto, Eileen Prince era sua madre.
Lily attraversò la stanza e scese al piano inferiore, ritrovandosi proprio nel corridoio della notte dei fantasmi. Era incredibile come quella nottata continuasse a tormentarle e lei era divisa, tra paura e sollievo. James non poteva nemmeno immaginare quanto le era stato d'aiuto. Davanti alla classe di Trasfigurazione si stavano ammassando i primi studenti, ma sia i Malandrini, sia i Serpeverde, mancavano del tutto. Lily prese coraggio, attraversò il corridoio e si diresse verso i sotterranei, sperando di incontrarli per strada.
***
Intanto, James e Peter erano tornati dalla torre di Grifondoro, pieni di borse e libri anche per gli altri due. Erano entrati in corridoio un attimo dopo la dipartita di Lily. James era ancora tormentato dai sentimenti per lei. In quel momento, furono raggiunti da Sirius, che si fermò come una furia, i ricci sparsi in tutte le direzioni e le guance arrossate dal freddo e dalla corsa. Da un gruppetto di ragazze, in un angolo, si levò un sospiro collettivo. James sarebbe scoppiato a ridere, se non fosse che c'era una luce strana negli occhi del suo migliore amico. Non presagiva niente di buono.
"Che succede? Remus?" Chiese James, con sguardo indagatore. Sapeva leggere il suo Sirius come se si fosse trattato di un libro aperto, e quel misto di rabbia e delusione, ben mascherati, ma presenti, lo facevano sentire inutile, triste. Sirius non era solo, ma James non sapeva più come farglielo capire.
"È in guferia" Rispose Felpato, riprendendosi la sua borsa e iniziando a frugarci dentro rumorosamente.
"Wow, che risposta definitiva. Spiega assolutamente tutto. Sono io la testa di cazzo che non ha capito nulla" Disse, ironico, James, guardandolo attentamente. L'ultima volta che Sirius e Remus avevano litigato, l'anno precedente, era stato terribile. C'erano voluti due mesi, dopo i quali gli sforzi di James e di Peter erano stati ricompensati e il quartetto si era unito, di nuovo. E quello sguardo, quei segnali da parte di Sirius, volevano dire solo una cosa. James e Peter si guardarono negli occhi. Avevano un tempismo terribile, James non sapeva nemmeno se sarebbe riuscito a parlare con Lily e si stava maledicendo per non essersi accorto dei problemi dei suoi due amici. Aveva visto Remus toccare un fondo durante la settimana e non aveva fatto nulla. Sperava solo di poterli aiutare a rimediare in qualche modo. Aveva notato che Sirius pareva molto legato a Remus, ma...non nel senso...neanche James se lo sapeva spiegare. Non fosse stato Sirius e non fosse stato certo che non poteva essere innamorato di Remus, avrebbe detto che tra i due c'era del tenero. Almeno, da parte di Sirius. Ma non era ancora quello il momento per parlarne.
"Allora, su cosa avete discusso?" Chiese, ancora, James.
"Non abbiamo..." Iniziò Sirius, facendo l'errore di alzare lo sguardo. Non poteva mentire così spudoratamente a James se lo guardava negli occhi. "...Dopo"
E James si accontentò, non era molto, ma almeno era qualcosa. E c'era un vero dolore negli occhi argentei di Sirius. James poteva dire ad occhi chiusi com'era andata: Remus era turbato da una settimana, la lettera l'aveva mandato in palla, Sirius aveva detto qualcosa di giusto nel modo sbagliato, la goccia aveva fatto traboccare il vaso, Remus era esploso e aveva colpito. Se fosse andata come al solito, i due non si sarebbero parlati per qualche settimana, poi si sarebbero sommessamente chiesti scusa, e James avrebbe vinto i suoi soliti 5 galeoni con Peter (scommettendo su quale dei due avrebbe ceduto per primo). Entrarono in classe, si sedettero ai banchi (Sirius, James, Peter e il posto libero per Remus) e osservarono la classe entrare. Un particolare saltò agli occhi di James: Dove diavolo era Lily?
***
Lily aveva raggiunto la scala che portava ai sotterranei, e aspettava che i Serpeverde ci facessero capolino. Non sapeva che avrebbe detto o fatto, ma Severus meritava di sapere. Si udirono dei passi, dal basso. Tre persone stavano salendo le scale. Lily sentiva il cuore a mille, non parlava con Sev da mesi, forse non le avrebbe creduto. La risolutezza si fece strada nel suo cuore. Emersero tre ragazzi, tre mangiamorte. C'era Amicus Carrow, un ragazzo bruttino e giallastro, sempre pronto a gettarsi in una rissa, matto da legare. Poi, Regulus Black, il fratello di Sirius, si assomigliavano, ma si notava fin troppo che stavano imboccando strade diverse. L'ultimo era Severus Piton, alto, dinoccolato, coi capelli lunghi e unticci. Il lungo naso adunco spiccava sul volto grigiastro. Ma il particolare più singolare erano gli occhi, pozze nere come la pece, ormai saturi d'odio e rabbia.
Lily si era ritratta al loro passaggio, i tre erano animati da una qualche discussione. Si fece coraggio, li segui e disse: "Severus, devo parlarti" Nel corridoio, ormai vuoto, calò un silenzio tombale. Si erano girati, in contemporanea. E poi Carrow si lasciò andare in una risata a singhiozzo, agghiacciante. "Che vuoi da lui, sanguemarcio? Svanisci non sei degna di..."
"Amicus!" Esclamò Regulus. L'altro lo guardò sorpreso. Regulus fece una faccia strana pensierosa, come se si fosse pentito di ciò che aveva appena detto. Poi aggiunse: "Da quando ti abbassi a parlare con la feccia! Muoviti, Severus, andiamo, sono già in ritardo..."
"Non mi interessa dei vostri insulti, non devo nulla a voi" Disse Lily, schifata e sicura di sé, almeno all'apparenza. Ogni insulto faceva male, ma era nulla in confronto allo sguardo di Severus, i suoi occhi pungenti erano ancora fissi su di lei e la trafiggevano come lame. Aveva sbagliato, forse lui lo sapeva già, forse si stava solo complicando la vita. Ma una volta che si è in ballo, bisogna continuare a danzare. Lei lo conosceva come le sue tasche, e quello sguardo era stupore e tristezza allo stato puro.
"Hai ragione Black, ho dimenticato un libro. Andate. Ci vediamo a pranzo" Declamò, infine, Piton. Carrow gli rise dietro ancora una volta, ma fu zittito da uno sguardo d'odio di Severus. Regulus lo tirò via, e loro due rimasero soli. Erano in ritardo, ma a Lily non importava.
"Come stai?" Le chiese lui, come se tutti i mesi di silenzio non fossero esistiti. Lily non era lì per farsi prendere i giro, lui l'aveva insultata e si era unito a un gruppo di pazzi. Lei non lo rivoleva indietro. Non gli rispose, lo guardava, esaminando le emozioni contrastanti su quel volto affilato e puntuto. Lui era sempre stato bravo a indossare una maschera, lei a fargliela crollare. Sembra sorpreso, deluso e rassegnato, e l'odio stava facendo nuovamente capolino sul suo viso.
"Non sono qui per questo e lo sai. Pensavo solo che dovessi saperlo: c'è stato un attacco a Spinner's End e tua madre ha bloccato l'aggressore" Disse Lily, in tono severo e controllato. Quelle poche parole non riassumevano la sua paura, o la rabbia. Lui era stupefatto, occhi spalancati e bocca semiaperta. Non fosse successo nulla l'anno prima, Lily l'avrebbe abbracciato, ma non voleva e non poteva. "Pensavo dovessi saperlo, addio" si congedò lei, trattenendo ricordi e lacrime. Era come se si fosse tolta il peso dello spavento, stava scoppiando dal sollievo.
"Lily..." Provò a chiamarla lui, con tono di ringraziamento, era il massimo che lei poteva ottenere e lo sapeva bene. Severus aveva allungato un braccio per trattenerla, ma lei sgusciò via dalla stretta, dal corridoio e corse, fino a quando lui non fu abbastanza lontano da non poterla vedere né sentire.
Lily si prese 5 minuti per riagguantare le redini dei suoi pensieri, trattenne la malinconia e lo spavento, si riprese e si diresse in classe, con la speranza di non prendere una punizione troppo grave, la McGranitt era severa, ma forse avrebbe capito. Svoltò nel corridoio e scoprì che non era l'unica in ritardo. Di fronte alla porta della classe, c'era Remus Lupin, ricoperto di piume di gufo e decisamente di malumore. Stava fermo, diritto in piedi, con un pugno ad altezza faccia. Come se fosse stato sul punto di bussare, ma era immobile. Lily si prese un altro attimo per osservarlo: aveva gli occhi rossi e le labbra strette, era teso.
"Anche tu in ritardo?" Gli chiese con tono gentile, aveva fatto abbastanza danni due sabati prima. Remus si voltò di scatto e la squadrò per un istante.
"A quanto pare..." rispose mogio, fissando il pavimento. Poi si riscosse "Lily, tutto bene?" Lei dovette trattenersi con tutta sé stessa. Solo Remus poteva essere in grado di interessarsi in modo genuino ai mali altrui, quando doveva averene abbastanza per sé. Quanto avrebbe voluto non aver distrutto quell'amicizia promettente. Era incredibile, in due settimane, ormai, la sua ultima certezza era che sarebbe andata al ballo d'inverno con James Potter. Tutto l'impossibile era avvenuto e il possibile si era stravolto.
"Grazie e, si, sto-sto bene" Sussurrò lei, incerta.
Remus si girò ancora una volta verso la porta indeciso, lei non era ancora riuscita a convincerlo. Dei passi frettolosi rimbombarono nel corridoio, Remus si voltò spaventato, Lily lo afferrò per un braccio, e si nascosero proprio nella nicchia della Notte dei Fantasmi. Severus Piton piombò nel corridoio, come un corvo su una preda, ed entrò imperiosamente in classe, interrompendo la lezione, scatenando, probabilmente, una ramanzina dalla professoressa, e chiudendosi di scatto la porta alle spalle. Remus, ancora stupefatto dalla scena, si voltò verso Lily. Lei non sapeva che diavolo avesse avuto in testa. Poteva entrare, poteva comportarsi normalmente, ma era troppo tardi. Se fossero entrati insieme, interrompendo la McGranitt per la seconda volta in pochi minuti, non ne sarebbero usciti vivi.
"Direi che abbiamo firmato una condanna a morte" Sentenziò Remus, con l'ombra di un sorriso sul volto. Lily scosse il capo, ma che le prendeva?
"Seguimi" disse lui avviandosi nel corridoio. Ormai il gioco era fatto, lei non se lo fece ripetere due volte. Lui la giudò su per la rampa di scale e si fermò di fronte a un arazzo nel corridoio, lo smosse e ci si infilò dietro. C'era un passaggio segreto, Lily lo seguì. Erano in un corridoio buio che si perdeva in una scala. Remus le fece segno di non fare rumore e i due la scesero piano. A metà, circa, il ragazzo si rilassò, accese la bacchetta e si sedette sui gradini.
"Siamo a metà strada, non ci può sentire nessuno, dobbiamo solo fare attenzione, Filch conosce questo passaggio" Spiegò, stranamente tranquillo e posato.
"Remus, dimmi che non stiamo marinando una lezione in un passaggio segreto nei muri. Al diavolo, quanti altri ce ne sono?" Chiese lei, sollevata dall'assurdità della situazione, mentre gli si sedeva a fianco.
Remus ridacchiò, un po' spento, ma più tranquillo, e rispose: "Non si rivelano i segreti del mestiere. Allora, so che abbiamo mandato tutto al Diavolo ma...che è successo sta mattina? A colazione? James..."
"Lunga storia" Lo interruppe lei, ma poi si raddolcì: "Devo ricordarmi di ringraziarlo, non mi aspettavo tanta...tanta..." disse lei senza trovare le parole.
"È più gentile di quanto voglia ammettere, quindi avete..." Fece per chiedere lui.
"No, non mi ha raggiunto, ero in bagno" Tagliò corto Lily. "Scusa"
"E di che? Sono passate due settimane e, forse sono io a doverti ringraziare" Ammise Remus arrossendo. Lily si sentì riscaldare il cuore
"Ti ricordi l'offerta di poter parlare come me? Vale per qualsiasi argomento" Disse Lily, mentre si rendeva conto che se non si fosse buttata, fidandosi per prima, forse lui non avrebbe capito che intendeva. E così i due parlarono in contemporanea:
"Ho litigato con Sirius" e "Vengo da Spinner's End"
"COSA?" urlarono insieme, per poi scoppiare in due risatine.
"Oddio scusa Lily, dovevo immaginarlo..." Cominciò Lupin, stoppato da: "Con Sirius? Ma se siete amici da una vita?" I due si guardarono ancora un attimo, riordinarono i pensieri, e Lily parlò per prima.
"Ero preoccupata per l'attacco, sono scappata in bagno. Poi mi sono resa conto che nessuno aveva fatto nulla alla mia famiglia allora..." la voice le morì in gola.
"Scusa ma...ho notato che tu e Piv-Piton venivate dalla stessa parte...ed eravate amici...non è che..." Disse Remus, esitando per non ferirla.
"Si, anche lui viene da lì, pensavo dovesse saperlo, ma non gli parlavo da mesi..." Spiegò lei, senza guardare Remus in faccia.
"Ok, va bene. Basta e avanza. Non lo saprà nessuno...soprattutto James" Disse lui, posato e sicuro.
Lily sospirò riconoscente, aspettando che lui dicesse la sua parte.
"Io e Sirius, beh, non ti dirò i particolari, ma...lui da poco peso alle cose" Tagliò corto Remus, come se ogni parola fosse stata una lama che lo trafiggeva.
"Mi dispiace. Sai, a volte basta mettersi nei panni degli altri. Forse, dal suo punto di vista, quel problema era poca cosa..." Lily provò a consolarlo.
"No, lui lo sa" Disse Remus sbrigativo. Lily tenne a bada la curiosità, non era proprio il momento.
"Intendo che, forse anche lui sta male per qualcosa. E poi, dovrebbe mettersi nei tuoi panni come tu nei suoi" Concluse lei. Lily preferiva la sincerità pure, netta e tagliente, alle mezze verità per consolare.
"Gli...io...ho detto cose che..." Remus sembrava nuovamente sull'orlo di un baratro.
"La rabbia ci fa dire cose che non pensiamo. Nel male del momento, si cerca solo di ferire più a fondo che si può" Disse Lily, accarezzandogli una spalla.
Remus si riscosse. "Ne parlerò a Ramoso, lui ha sempre un consiglio pronto..."
Il cuore di Lily si riempì di gioia. Ormai conosceva tutti i difetti di James e scoprire che aveva davvero delle qualità era disarmante...e bellissimo.
I due passarono il resto della mattinata nel passaggio, cercando di strapparsi dei sorrisi a vicenda, poi tornarono nel mondo. Remus tornò nella sala comune e Lily andò a scusarsi con la professoressa. Si misero comunque d'accordo per incontrarsi alle tre davanti alla classe di Antiche Rune.
La McGranitt scelse di credere alla storia dello shock per l'attacco e fu molto più comprensiva del previsto anche con le scuse che Lily accampò in aria per Remus. Finalmente, dopo una mattinata terribile, anche se non del tutto, Lily si incontrò con le sue amiche e si diresse in Sala Grande per pranzare.
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I Malandrini & Co.
FanficL'anno scolastico 1976-1977 alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts è appena cominciato, e i suoi studenti non possono che giurare solennemente di non avere buone intenzioni. Gli equilibri instabili nelle relazioni dei ragazzi hanno iniziato...